Ma non diamo la colpa al caldo. Autovelox “minati”, la protesta del pilota Lufthansa, le arrampicate di Al Bano & C. e i barbecue selvaggi: capaci di tutto! L’estate del 2010 fu caratterizzata dagli accorgimenti contro l’afa dati da una coppia di ragazze […]

(DI SARAH BUONO – ilfattoquotidiano.it) – L’estate del 2010 fu caratterizzata dagli accorgimenti contro l’afa dati da una coppia di ragazze a un inviato Sky: “Un calippo e ‘na bir(r)a”. Quest’estate è cominciata sotto altri auspici. Quelli tracciati nell’aria, il 28 luglio, da un pilota di un volo Lufthansa. In prossimità dell’atterraggio, per un diniego da parte della torre di controllo, il pilota ha dovuto rivedere la sua rotta, dirigendosi verso Malta. Prima di farlo però ha tracciato una rotta a forma di pene. Un presagio? Un consiglio? Di sicuro l’estate 2023 ha già regalato diversi momenti cafonal (cit. D’Agostino). A cominciare dalla donna che, arrivata in ritardo al gate dell’aeroporto di Pisa, ha tentato di bloccare il decollo denunciando la possibile presenza di una bomba a bordo dell’aereo. Una ‘bomba’ vera, o meglio un innesco esplosivo, è stato invece piazzato sotto un autovelox su una statale nel padovano. Una protesta contro le 24mila multe comminate in un mese. Quantomeno eccessive come reazioni, ma si può fare anche di meglio.
Attracco respinto in caletta, c’è Hulk Hogan
Come quanto avvenuto in una caletta alla Maddalena pochi giorni fa e immortalato in un video che sembra un brutto sequel di Ferie d’agosto di Paolo Virzì. Una barca di turisti stranieri si avvicina troppo alla riva ma invece di spiegare che l’attracco è vietato, un uomo si lancia letteralmente in volo a piedi uniti contro il petto di uno degli ‘occupanti’. Una mossa da far impallidire Hulk Hogan che ha scatenato una delirante rissa sul bagnasciuga. Complice forse il caro prezzi, la spiaggia sembra essere diventata la terra promessa di Braveheart e per difenderla si può e si deve fare tutto. Anche piantare una tenda da 30 metri quadri. Un vero e proprio dehor in riva al mare a Manduria, nel Salento. Nei pressi di San Pietro in Bevagna c’è chi ha avuto più fantasia: un gazebo con tettuccio a piramide, dotato di barbecue e gruppo elettrogeno per passare la notte. Entrambi i gruppi di villeggianti sono stati multati di 500 euro. Sul Gargano, a Baia Zaiana, un ragazzo e il suo barbecue hanno allietato un pomeriggio sparando fuochi d’artificio in aria. Alle 3 del pomeriggio.
Il letto matrimoniale piazzato tra gli scogli
È diventata immediatamente virale la foto di un uomo seduto su un letto matrimoniale, in ottone, con materasso e lenzuola tra gli scogli di Ugento in Salento. L’uomo ha un cappello da cowboy sulla testa e l’orecchio incollato al telefonino. Non è l’ultima campagna pubblicitaria Ikea ma la sistemazione messa in atto per ammirare le stelle di San Lorenzo. Il cowboy marino, dall’identità ancora misteriosa, rischia una multa salata. Come i due giovani francesi che si sono arrampicati sulla guglia della Madonnina di Milano a mani nude raggiungendo la cima a 108,50 metri d’altezza. Un’impresa notevole, ma nulla in confronto ad Al Bano Carrisi. A 80 anni suonati, durante un concerto a Pomigliano d’Arco, ha cominciato a scalare uno dei tralicci che reggeva il palco. Mentre Al Bano è stato acclamato dal pubblico come una rockstar, i due francesi sono stati denunciati per invasione di edifici e rischiano una multa fino a 1.032 euro. Il loro obiettivo? Pubblicare video e foto sui social in una pagina dedicata agli ‘scalatori cittadini’. Lo stesso motivo che ha spinto due influencer tedeschi ad avvinghiarsi a una statua dentro Villa Alceo, una residenza d’epoca a due passi dal Lago di Como. La scultura, dell’artista Enrico Butti, ovviamente si è rotta.
L’urlatrice leghista anti-scippi strega l’Nba
Una bravata per i social probabilmente è sempre la ragione dietro i graffiti e le tag (di scarsa qualità invero) realizzati da tre writer che hanno imbrattato la Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. Nessun legame con i movimenti che lottano per il clima, né alcuna matrice politica dietro. Il nulla. A metà tra il cafonal e l’ultracafonal, si colloca l’attività urlatrice di Monica Poli, consigliera di municipio della Lega, che a Venezia gira urlando “attention pickpockets, attenzione borseggiatrici”. La sua voce, particolarmente penetrante, ha reso il messaggio virale al punto che una squadra di basket dell’Nba, i Los Angeles Clippers, l’ha usata come colonna sonora per un video che raccoglie tutte le volte che hanno rubato la palla all’avversario. Il capoluogo veneto è spesso teatro di rari esempi creativi di turisti cafonal ben testimoniati dalla pagina Facebook ‘Venezia non è Disneyland’. L’ultimo in ordine di tempo mostra un turista sdraiato a terra, in Riva S. Biasio, a Castello, braccia e gambe aperte, senza scarpe ma con i calzini. Subito si è pensato a un malore, ma l’uomo ha rassicurato tutti: stava solamente ascoltando musica.
IMBECCILLI
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La colpa non è del caldo, né dell’essere “cafonal” come cosa in sé: la colpa è del grado di ignoranza che sul piano culturale ormai in questo nostro Paese prevale in qualsiasi ambito. Ne derivano idiozie come quelle decritte, anche da turisti che provengano dall’estero, perché è una questione di dove prendere l’esempio e comunque nessuno che batte ciglio. Essere cafoni, essere gretti, essere buzzurri non è la causa, bensì l’effetto di un sistema ormai andato allo sbando a iniziare da chi, appunto, dovrebbe dar l’esempio come, per dirne una, la leadership politica (e qui, se inizia una risata infinita lo capisco). Se invece dalle “alte sfere” vediamo schifezze impronunciabili che oltretutto, non vengono punite, ma addirittura enfatizzate in positivo, chiaro poi che il popolo-bue ammiri e conseguentemente imiti un comportamento del genere.
Due esempi attuali su tutti: la ministra del turismo – affetta da antipatia a livelli patologici (quasi quanto il tizio di Rignano sull’Arabia) – che mente bellamente (!) in aula dimostrando così che abbia più diritto di chiunque altro a restare al suo posto pubblico, pagato con soldi pubblici, o il generale che scrive al contrario, lì, che dice robe raccapriccianti, ma siccome esiste il diritto alla libera espressione in questo paese dei balocchi, si sente in diritto di scriverlo vieppiù sul libercolo la cui pubblicazione e distribuzione si è pagato coi propri proventi, sempre frutto di soldi pubblici dato che il signorino sia militare di professione e quindi pagato (troppo) con quattrini di provenienza pubblica.
Non serve essere sociologi, basta quel minimo di sale in zucca.
Anche se vivi nei rifiuti in qualche paese italiota e vai a far turismo a Copenhagen in Danimarca, col piffero che butti la carta della caramella per terra! Forse una volta, massimo due, poi anche il semplice passante inizia ad urlarti addosso, sicché finisce che la metti in tasca e la tieni finché la butti in un cestino, di cui comunque qualsiasi strada urbana è dotata quasi ad ogni angolo. Viceversa, se da Copenhagen vieni qui nel Belpaese, a terra ci butti il mondo anche perché di cestini agli angoli delle strade ormai ce ne son pochissimi (e i cassonetti son chiusi con serratura che si apre solo se hai la chiavetta digitale che viene consegnata, forse, solo ai residenti). Non sarà forse vero in maniera matematico-sistematica, ma è sicuramente vero.
Insomma, inutile stare sempre a lamentarsi DOPO aver versato il latte (di soia): accergersene prima? Far quel minimo di attenzione PRIMA? No, eh?
PS: Complimenti al pilota Lufthansa. Disegnare un pisello come rotta (la famosa rotta-alla-ca22o) è indice invece di grande creatività, oltre al fatto che per saperlo fare con un jetliner carico (aviojet di linea) ci vogliono… le palle!
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Una curiosità: sai come mai sulla cartina ci sono, giustamente, tutti i nomi delle città in italiano, tranne “Syracuse” scritto in inglese?
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Il “disegno del pilota Lufthansa” deriva dall’aver seguito le procedure https://www.youtube.com/watch?v=0X-KtaIZzdw
Purtroppo anche Sarah Buono perpetua l’ignoranza del duce chiamando bagnasciuga la battigia. Il bagnasciuga è tutt’altra cosa, ma purtroppo…
Per tutto il resto, caro Cekko Bilekko, hai ragione da vendere e arricchirti.
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Caro Rassegnato, volevo evitare la tiritera dei missed approach eccetera, non volevo farla lunga, ma in effetti mi hai sgamato: me lo merito! In aviazione civile e IFR (volo strumentale), non è che ti metti a disegnare pisellini nell’aere per creatività (come infatti ho scritto prima), ma per ovvie regole e restrizioni create dagli enti preposti alla navigazione e sicurezza aerea. Ma rimane il fatto che la cosa sia gustosissima.
Non uso simulatori di volo da anni e anni per nulla (prima X-Plane, sin dalla v7 dei primi anni 2000 sui Mac, ora MS Flight Simulator 2020 sul PC ultrabomba che mi son fatto per regalo a inizio anno), ma di romper le palle agli amici qui, facendo pure il sapientino saccente fighetto, proprio cerco di evitarlo.
Però… è vero, tecnicamente ho scritto una tavanata galattica e mi scuso.
La giornalista è spacciata, io forse mi son salvato in extremis (o dirigendo la prua all’aeroporto alternato!)
Battute a parte, conosco il canale YT che hai segnalato, il tipo è bravissimo, lo seguo da qualche tempo assieme a quelli di altri genii. Noi si ride e si scherza, ma c’è gente “là fuori” che ne sa davvero tanto di tante cose, accipicchia!
Un caro saluto anche a te.
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Hehehehe, B(o)urla, fa sorridere, ma questo perchè i nomi sono quelli che appaiono su di una cartina in lingua inglese, che infatti ho prelevato cercandola velocemente su Google, dal sito Euronews.com.
Anche la Syracuse University, celebre univesrità nello Stato di New York, prende il nome da quella città, che io sappia, dopo averla ovviamente tradotta nella loro lingua madre, ovvero l’inglese.
È così: all’estero traducono alcune città e altre no, per cui in inglese è Florence, Rome, Milan, Turin, Genoa, Rome, Naples, e perfino Leghorn (ossia Livorno!), ma Palermo remains Palermo as well as Agrigento, Marsala, Catania e Messina, man!
D’altra parte vale per tutti, e anche per noi: traduciamo Parigi o Digione, ma non Calais o La Rochelle, idem per Berlino o Francoforte, o Barcellona o L’Aia o Copenhagen, o Londra, ma non certamente tutti i nomi di città hanno equivalenti in lingue estere (relativamente parlando).
È assolutamente naturale, se ci fai caso, e questo al netto dell’alfabeto italiano (latino-greco), perché se passiamo ad alfabeti diversi, le cose cambiano per forza di cose. Diciamo Mosca o Atene, certamente non Москва (che traslitterato è Moskva), né Αθήνα. Se andiamo in giappone o in Cina, poi… solita storia, ma decuplicata.
Spero d’esser stato minimamente chiaro.
Un caro saluto,
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Pengue Zeus non mi passa i ringraziamenti, quindi riprovo…
Molto esaustivo: tènchiu!
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Per dovere di cronaca l’uomo che in spiaggia si è lanciato a piedi uniti alla Hulk Hogan lo ha fatto per difendere la moglie.
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