Nonostante gli appelli di Zelensky, la Rosatom non viene colpita dalle misure occidentali. Poi con il colpo di Stato in Niger, che possiede tra le più vaste miniere di uranio al mondo, per l’Europa sarà ancora più difficile diversificare le fonti

(DI MICHELA A.G. IACCARINO – ilfattoquotidiano.it) – Mosca nucleare, avvantaggiata dallo stallo nigerino. Il blocco occidentale ha versato nel complesso quasi due miliardi di dollari (1,7 miliardi) al governo Putin per accaparrarsi l’uranio russo, calcola l’agenzia Ap.

Petrolio, caviale e vodka – prodotti sanzionati che prima del conflitto facevano ingrossare le casse della Federazione- hanno subito sorte inversa a quella dell’uranio, che continua a circolare tra Stati Uniti e Unione europea, dove solo Svezia, Finlandia e Repubblica ceca hanno rinunciato alle risorse energetiche russe dall’avvio del conflitto. Nel 2022 agli Usa Mosca ha fornito – conferma anche l’amministrazione energetica statunitense- circa il 12% dell’uranioall’Europa invece il 17%. Se nel 2020 gli Usa hanno acquisito prodotti per un valore complessivo di 610 milioni di dollari e nel 2021 di 689, l’anno scorso la cifra ha raggiunto gli 871 milioni (nel 2021 più di 6 tonnellate, nel 2022 il numero è raddoppiato). Nessuno dei 30 Paesi stranieri che necessita del combustibile per gestire oltre 400 impianti nucleari ha interrotto gli scambi commerciali con la Rosatom, agenzia statale nucleare russa, o le sue sussidiarie. Con il colpo di Stato in Niger, che possiede tra le più vaste miniere di uranio al mondo, adesso sarà ancora più difficile diversificare le fonti anche per l’Europa, dove 19 reattori sono di progettazione russa.

Zelensky e appelli pronunciati inviano. Nonostante le ripetute richieste del leader ucraino per far rientrare la Rosatom nel mirino delle sanzioni (specialmente adesso che l’incubo atomico torna, mentre piovono razzi sulla centrale più grande d’Europa, Zaporizhzhia), la società strategica del Cremlino non è mai stata colpita dalle misure restrittive né di Bruxelles, né di Washington. Non ha ottenuto risultati diversi da quelli del suo presidente il ministro dell’energia ucraino Herman Halushchenko: “Tenendo conto di ciò che i russi stanno facendo con l’energia nucleare in Ucraina, l’assenza di sanzioni non ha senso”.