Due decreti da convertire e tre fiducie da incassare, più la delega fiscale. Il Senato verso la chiusura entro il 4 agosto e Montecitorio, che dovrebbe terminare i lavori il 9, prova ad allinearsi e chiudere in settimana: parte il rush finale prima del mese di stop

Corsa contro il tempo in Parlamento prima della pausa estiva: sedute notturne alla Camera per anticipare le ferie

(di Gabriele Bartoloni – repubblica.it) – ROMA – Ultimo giorno di luglio e sui palazzi del potere incombe il consueto effetto-imbuto prima della pausa estiva: la strettoia combacia ogni anno con i primi di agosto, prima che le Camere fermino i lavori parlamentari e gli eletti vadano in vacanza.

Ed eccoci così al rush finale, sia a Montecitorio che a Palazzo Madama. I senatori si sono portati avanti e hanno già deciso di prendersi ben 33 giorni di ferie prima di ricominciare l’attività a settembre. “La pausa estiva del Senato ha avuto sempre più o meno la stessa durata”, si giustifica Ignazio La Russa. Fatto sta che nei prossimi giorni i parlamentari faranno gli straordinari per rispettare le scadenze in agenda: dal decreto ‘salva infrazioni’ a quello sulla pubblica amministrazione da approvare con tanto di fiducia, perché non decadano. E non sono escluse sedute notturne. 

Calendario alla mano, Montecitorio dovrebbe chiudere i battenti il 9 agosto, ma i deputati faranno di tutto per anticipare l’inizio delle ferie, allineandosi così alla data di chiusura immaginata anche da Palazzo Madama: il 3 o al limite il 4 di agosto. L’obiettivo, per la Camera, è terminare entro il 5. La settimana parte già oggi col voto di fiducia dei deputati sul decreto “Pa 2”, un provvedimento omnibus con norme su diverse materie. Proseguirà martedì con le comunicazioni del ministro per le Politiche europee Raffaele Fitto aventi ad oggetto la revisione complessiva degli investimenti e delle riforme del Pnrr. Un tema di assoluto rilievo, una materia scottante: la rimodulazione del piano decisa la settimana scorsa da Fitto è stata duramente criticata dalle opposizioni – Pd e M5s in primis – per il tagli ai fondi destinati ai comuni e al dissesto idrogeologico. Il ministro andrà prima alla Camera e poi al Senato, dove è prevista anche l’informativa di Nello Musumeci (titolare del dicastero per la protezione civile) sulle calamità, incendi e forti grandinate, che hanno colpito l’Italia nelle ultime settimane.

Ma torniamo ai decreti. Il governo già prevede tre voti di fiducia concentrati in una settimana, per blindare i testi ed accelerare i lavori. Il primo andrà in scena alla Camera, come visto, sul decreto della “Pubblica amministrazione 2” e il secondo si terrà al Senato sul medesimo provvedimento. Il tempo è poco. La scadenza del decreto è prevista per il 21 agosto, in piena pausa estiva, pena la sua decadenza. Da qui la necessità di porre la fiducia per mettere una pietra tombale su ogni rischio di rinvio e portare a casa il testo subito.

Stesso copione per il decreto ribattezzato ‘Salva infrazioni’, che serve a evitare procedure di infrazione Ue. Non sono ammesse meline: il decreto scade il 12 agosto e per questo con ogni probabilità al testo verrà applicata la terza fiducia nel giro di pochi giorni, da votare il 3. Lo stesso giorno in cui è stato fissato il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge capitali, sulle imprese quotate, che non ha scadenza e slitterà quindi alla ripresa dei lavori. Così come sono destinati a slittare la riforma della giustizia di Nordio e l’autonomia di Calderoli, anche se il ministro leghista non si rassegna alla tagliola agostana e chiede di votare gli emendamenti al suo testo in Senato già questa settimana.

Ma in una roadmap che non ammette deroghe sono ammesse poche deviazioni. L’obiettivo della maggioranza, tra le altre cose, è approvare la tanto discussa delega fiscale entro la pausa, per permettere di varare i decreti attuativi che daranno concretezza alla riforma entro l’anno. Non è semplice, ma l’obiettivo è fissato: il testo approderà in Aula al Senato venerdì, poi dovrà passare alla Camera per il via libera definito. Tempi stretti, che la maggioranza proverà a comprimere ulteriormente per raggiungere prima l’ombrellone. Perché se l’obiettivo iniziale era quello di approvare la riforma il 9 agosto, la smania dei deputati potrebbe portarli a estenuanti sedute notturne per allinearsi con la data del Senato e andare in vacanza già questo weekend. Rimane da capire quando verrà fissato il voto sulla sospensione della proposta di legge sul salario minimo voluta dall’opposizione. L’unico provvedimento di cui la maggioranza non teme il rinvio a settembre.