“La reputazione dei difensori dei diritti umani si basa sulla loro indipendenza dai governi. Decidere di viaggiare su un volo di linea non è un gesto di opposizione politica, ma un gesto di indipendenza”. Le parole […]

(DI TOMASO MONTANARI – ilfattoquotidiano.it) – “La reputazione dei difensori dei diritti umani si basa sulla loro indipendenza dai governi. Decidere di viaggiare su un volo di linea non è un gesto di opposizione politica, ma un gesto di indipendenza”. Le parole del portavoce di Amnesty Italia descrivono una scelta che può apparire strana solo in un mondo rovesciato, dove i governi non sono al servizio delle persone, ma le persone e le loro sorti al servizio dei governi e del loro consenso. L’arrivo di Patrick Zaki a Ciampino sul volo di Stato sarebbe stato funzionale alla photo opportunity attesa da Giorgia Meloni: un’occasione ghiotta per ripulire l’immagine del governo di Cutro. La reazione scomposta di “Libero”, che ha subito dato all’’“egiziano” dell’ingrato, la dice lunga. Ma la lezione più profonda di questo piccolo, eloquente episodio sta nella dichiarazione di Zaki che egli avrebbe fatto lo stesso con qualunque altro presidente del Consiglio. Quella lezione riguarda la capacità di rimanere indipendenti dal potere, e in particolare dall’esecutivo, valida non solo per i difensori dei diritti umani, ma anche per i ricercatori: per tutta l’università, il mondo in cui Zaki è cresciuto. Lo aspetta a Bologna la festa della sua Alma mater studiorum, ma è lui a portarle il regalo più prezioso: un gentile ma fermo rifiuto di essere fagocitato dalla politica. Quando il potere politico americano voleva costringerlo al giuramento maccartista contro il comunismo, il grande storico Ernst Kantorowicz (che non era certo di sinistra) scrisse che “Ci sono tre professioni che hanno il diritto di portare la toga e sono il giudice, il prete e il professore. Quest’abito attesta la maturità mentale di chi lo porta, la sua indipendenza di giudizio e la sua diretta responsabilità verso la sua coscienza. Sono le ultime professioni che dovrebbero accettare di agire sotto costrizione”. Nell’Italia di oggi, rettori e professori tendono a dimenticarlo: il gesto di Zaki ce lo ricorda con straordinaria efficacia.
Concordo pienamente con Montanari ! Qualcuno voleva intestarsi la liberazione come gli arresti di qualcuno ..e coerentemente agisce secondo coscienza personale ! Tanto che ci ha risparmiato l ennesima buffonata di stato , un cittadino egiziano arrestato nel suo paese era un chiaro segnale bizantino egiziano ! I commerci non sono mai cessati nonostante Regeni , sabbia del deserto (di cui abbondano )negli occhi di chi non vuol vedere !perche non si sbattono meglio e di piu per liberare Assange e Chico Forti !!
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D’accordissimo con Montanari! Commento ineccepibile!
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Ai Feltri, ai Sallusti & C. ceffoni più che meritati.
Prendete incartate e portate a casa.
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Vieni graziato, sei egiziano, hai i parenti in Egitto. Stai un po’ di tempo con loro, fai venire la tua ragazza dove ti trovi e dopo un po’ torni in Italia, senza tanto clamore. Invece faccio la superstar, a quando il matrimonio, ecc…?
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Ha più buon senso Zaki che tutto il branco di BUFFONI destrorsi 🤮che mentono spudoratamente tutti i santi giorni. Lo hanno sputanato prima nel show grottesco compiuto in aula qualche tempo fa e adesso vogliono prendersi meriti che non esistono. Zaki ha fatto benissimo a schifarli.
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La settimana scorsa i giornalisti li avevano chiusi nel vagone e ora si volevano far perdonare dandogli un po di materiale da fotografare!
Grande Zaki ,glielo hai messo in quel posto.
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D’accordo.
Mi incuriosisce una cosa di Zaki: è stato, se non sbaglio, tre anni a Bologna, si è qui laureato e pare non sapere nemmeno una parola di italiano.
La figlia di una amica per frequentare l’università in Germania ha dovuto prima imparare il tedesco….
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