Il peso dell’inflazione si fa sentire sui conti pubblici e allarma il governo: il caro vita porta un taglio su stipendi e sanità.

(di Stefano Rizzuti – lanotiziagiornale.it) – L’inflazione costa cara al governo. E costa cara agli italiani, che rischiano tagli alla sanità e anche agli stipendi dei dipendenti pubblici. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha avviato i confronti con gli altri ministri in vista della Nadef di settembre.
I conti di questi giorni serviranno a capire le risorse a disposizione per la manovra e a stabilire le priorità per la prossima legge di Bilancio, ma bisogna partire da dati sicuramente complicati.
LE PROSPETTIVE PER IL GOVERNO E IL PESO DELL’INFLAZIONE
Il primo problema è che il Pil rallenterà. Anzi la crescita è già quasi ferma. Poi ci saranno i vincoli del nuovo Patto di stabilità, che non aiuteranno l’esecutivo. E soprattutto c’è il peso dell’inflazione. E non solo per le pensioni da rivalutare.
Come spiega Il Sole 24 Ore, l’inflazione ha fatto bene ai saldi di finanza pubblica, gonfiando il Pil nominale su cui si calcola il peso di deficit e debito. Ma l’ha fatto a danno della spesa, che si è quasi fermata in termini nominali ed è quindi evaporata in valori reali.
Per il 2024 si prevede una spesa complessiva pari a 1.076,8 miliardi, con un taglio rispetto al 2021 del 10,4% e tagli su quasi tutte le voci di spesa. E a rimetterci potrebbero essere soprattutto la sanità e gli stipendi.
CON L’INFLAZIONE TAGLI SU SANITÀ E STIPENDI
Partiamo dalla sanità. Viene prevista, per il 2024, una spesa da 132,7 miliardi: un aumento del 3,7% sul valore nominale rispetto al 2021, ma in termini reali vuol dire una riduzione dell’11,5%, considerando gli effetti dell’inflazione.
Per gli stipendi della Pa c’è invece da considerare il rinnovo dei contratti scaduti a fine 2021. Un problema ingigantito dall’inflazione. Per recuperare il caro vita servirebbe, nell’intero triennio 2022/2024, una spesa da 32 miliardi. Cifra che il governo non ha, facendo pensare che gli aumenti slitteranno ancora o saranno ridimensionati.
I conti pubblici prevedono, per il prossimo anno, un investimento da 186,2 miliardi per gli stipendi. Il che vorrebbe dire un valore reale minore del 10,2% rispetto al 2021. Ennesima dimostrazione che l’inflazione ha tagliato anche i redditi.
Per quanto riguarda le altre voci, il Sole segnala un calo anche per la voce dei consumi intermedi, ovvero la spesa per il funzionamento della Pa: -10,2%. Netta decrescita anche per il welfare non previdenziale (-17,2%), anche perché verranno tagliati gli aiuti per la crisi energetica. Cresce, con l’adeguamento all’inflazione, solo la spesa per le pensioni.
Proposta di legge popolare
Art.1 I contratti di lavoro devono essere rinnovati prima della scadenza.
Art.2 Un aumento nelle retribuzioni di parlamentari , consiglieri regionali comunali e provinciali , comporterà un aumento percentuale doppio in quelle dei lavoratori e pensionati
.Art.3 Le merci oltre al prezzo di vendita dovranno avere anche quello di acquisto in ogni anello della catena.
Si possono aggiungere articoli.
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“Il primo problema è che il PIL rallenterà”
Ma non dovevamo accelerare dai tempi di Draghi e Figliuolo 🤔
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Questa storia dell’inflazione sarebbe da ridere se non fosse tragica: i cosiddetti ” frugali”, quelli di Bruxelles, la Banca Centrale Europea, ce li hanno fatti a ” peperini” ( a Roma granella di semola per minestrine) per anni sullo sforamento dello zero virgola.
Improvvisamente, scoprono l’inflazione.
Non sapevano, i grandi geni della finanza virtuosa, che le guerre costano, che distruggono ricchezza e distribuiscono morte, dolori e miseria ?
L’inflazione riduce il potere d’acquisto delle persone ma anche il valore dei titoli tossici che grandissime banche ( Deutsche Bank ad es.) si tengono dentro dal 2008. Bravi.
Invece di buttare acqua sul fuoco e di ottenere un armistizio ( almeno non ci si ammazza più) nel giugno 2022 quando era evidente che Zelensky non vinceva la guerra e Putin non la perdeva, hanno fatto del loro meglio per rovinarci tutti.
Che il Cielo li perdoni.
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… perché NOI non lo facciamo.
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no, che il cielo li fulmini! 🙂
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Non ci hanno sempre detto che l’inflazione è un toccasana per i conti pubblici?
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