Che fiasco! Proprio sul governo dei flussi migratori, che prometteva essere il suo cavallo di battaglia, Giorgia Meloni è incappata ieri nel più plateale insuccesso dacché siede a Palazzo Chigi. E non perché gli sbarchi […]

(DI GAD LERNER – ilfattoquotidiano.it) – Che fiasco! Proprio sul governo dei flussi migratori, che prometteva essere il suo cavallo di battaglia, Giorgia Meloni è incappata ieri nel più plateale insuccesso dacché siede a Palazzo Chigi. E non perché gli sbarchi dalle coste meridionali del Mediterraneo conoscono un’impennata: ciò si deve a fattori che non dipendono certo dalla voce più o meno grossa dei governi in carica. Neanche la scelta incivile dell’omesso soccorso, messa in atto senza avere il coraggio di teorizzarla, pagando il prezzo di migliaia di vite umane nel primo semestre del 2023, ha funzionato da disincentivo alle partenze. Quanto alla caccia agli scafisti “su tutto il globo terracqueo”, s’è visto: can che abbaia non morde.
No, il fiasco della destra italiana sull’immigrazione dipende semplicemente dal fatto che si tratta di una politica inattuabile, oltre che cinica. Lo si è capito venerdì quando il malizioso presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha incaricato la nostra premier di mediare con i suoi partner prediletti, il polacco Mateusz Morawiecki e l’ungherese Victor Orbán, per convincerli ad accettare il principio dell’equa ripartizione dei migranti sul territorio dell’Ue o, in subordine, una compensazione economica della mancata accoglienza.
Di fronte al prevedibile diniego di entrambi, Meloni ha scelto di far buon viso a cattivo gioco: “Non sono mai delusa da chi difende i propri interessi nazionali”, ha proferito a denti stretti, in coerenza col suo credo sovranista. Sorvolando sul fatto che ciò manda gambe all’aria la richiesta di condivisione avanzata dal governo italiano.
Troppo comodo fare i sovranisti e gli europeisti a intermittenza. Chi teorizza il primato della legislazione nazionale sul diritto comunitario poi non può pretendere che Bruxelles gli levi le castagne dal fuoco. Come ha scritto sul Fatto uno che se ne intende, Marco Tarchi, se Meloni aspira a ribaltare gli equilibri politici continentali alle prossime elezioni europee, sostituendo i conservatori ai socialisti alla guida della Commissione, deve prima fare i conti con questa contraddizione.
L’accoglienza dei migranti è un tema impopolare in tutti gli Stati dell’Unione. Farà comodo anche ai Paesi disponibili sulla carta a sobbarcarsi quote di nuovi immigrati approfittare di questo veto per lasciare le cose come stanno. A meno che Meloni compia un’inversione di rotta schierando l’Italia a favore di una riforma dei regolamenti Ue che superi il vincolo dell’unanimità e preveda un voto di maggioranza. Improbabile da parte di chi fino all’altro ieri predicava addirittura la fuoriuscita dall’euro.
Nel frattempo Meloni tenta di cavarsela minimizzando il suo fallimento. Pazienza se non è andata a buon fine la ricollocazione dei migranti, sostiene, “per me la priorità è la dimensione esterna e su questo c’è un consenso unanime”.
La traduzione propagandistica di questa formula astrusa, “la dimensione esterna”, è sempre il solito slogan: “Impediamo le partenze”. In pratica Meloni sogna di convincere Bruxelles a far suo il metodo escogitato dal premier inglese Sunak: sottoscrivere accordi con Paesi africani disponibili come il Ruanda per spedirvi a forza i malcapitati, a prescindere da quale sia la loro cittadinanza. E pazienza se la Corte d’appello di Londra ha già dichiarato illegale tale procedura. E pazienza se il governo tunisino ha già risposto picche a un’analoga richiesta di Meloni. Come il “blocco navale”, anche la chimera della deportazione di massa verso l’Africa è destinata a rivelarsi una bolla di sapone.
C ha provato e” ia detto male ” ma male , male ! Mo’la aspettiamo a caccia sul globo terracqueo … che buffonata !
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Non riesco a capire: esistono Paesi che:
– prendono più soldi dall’UE di quanti ne versino
– seguono politiche militariste spinte
– se ne frxxno di limiti, tagli bilancio etc.imposti dai ” frugali”
– seguono rigidamente le loro politiche su immigrazione etc.ra e l’ UE le rispetta
– potrebbero tranquillamente essere definiti ” filoputiniani”
– hanno governi con larghissime maggioranze a favore delle suddette politiche
– SOLO a noi vengono a rompere le …
Dove qualcuno ha solo doveri e altri solo diritti, lì c’è la dittatura.
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Ava, come lava!

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Rimpatri? Ricollocazioni? Accordi col Ruanda? Ma chi ci crede?

Senza la concorrenza dei migranti, ai suoi amichetti prenditori toccherebbe pagare dei salari quasi normali…
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Possiamo dire senza offesa e con tutto il riguardo istituzionale che ha preso una pella pedata nel deretano🤔
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