Un’omissione balzata agli occhi degli addetti ai lavori

(NICCOLÒ CARRATELLI – lastampa.it) – Per la nuova Rai meloniana il giornalismo d’inchiesta non è più una priorità. Nel contratto di servizio, che il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha da poco finito di redigere, non compare nessun riferimento specifico e nessuna richiesta ai vertici del tv pubblica per tutelare un genere giornalistico da sempre patrimonio dell’azienda. Un’omissione balzata agli occhi degli addetti a quegli lavori (anche nel consiglio di amministrazione Rai), che hanno già potuto visionare il testo del contratto firmato dal ministro Adolfo Urso.
Nella versione precedente, in vigore dal 2018 al 2022 e poi prorogata di un anno, tra gli impegni formali previsti, in tema di informazione, era stato messo nero su bianco quello di «valorizzare e promuovere la propria tradizione giornalistica d’inchiesta». Nella nuova bozza, che è stata inviata anche alla commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai per una prima valutazione informale, questa sollecitazione è sparita, come qualsiasi richiamo all’importanza delle inchieste dei giornalisti Rai in un’ottica di servizio pubblico a beneficio dei cittadini. «Un’azienda come la Rai non può non citare un elemento così rilevante per l’informazione in un documento importante come il contratto di servizio – dice Dario Carotenuto, capogruppo M5s in commissione – il Movimento si farà garante di dare al giornalismo d’inchiesta il posto che merita all’interno del contratto di servizio a tutela di una delle missioni più importanti del servizio pubblico». A questo proposito, va ricordato che la presidente della Vigilanza Rai è sempre una esponente 5 stelle come Barbara Floridia, già protagonista di un confronto acceso con i vertici di viale Mazzini dopo il caso Rainews 24 e la diretta del comizio del centrodestra a per le amministrative a Catania.
Tornando al nuovo contratto di servizio, qualche osservatore malizioso ricorda lo scontro avvenuto circa un mese fa tra lo stesso Urso e Report, forse la trasmissione più rappresentativa del filone del giornalismo d’inchiesta, non solo in Rai, ma nel nostro Paese. Il ministro ha annunciato querela nei confronti dei Sigfrido Ranucci e della sua squadra per il servizio andato in onda a fine maggio, in cui si raccontava dei presunti «facilitatori» da dover pagare per poter entrare in contatto con il responsabile delle Imprese e del Made in Italy. Ora, guarda caso, nel contratto di servizio Rai scompare la valorizzazione del giornalismo d’inchiesta, soprattutto se scomodo con chi è al potere. «Non vorremmo che sia un messaggio, nemmeno tanto subliminale, da parte del ministro», aggiunge Carotenuto. Senza dimenticare, tra l’altro, la vicenda che ha travolto Daniela Santanché, sempre partita da un’altra inchiesta di Report, che ha raccontato di presunte irregolarità amministrative nelle aziende gestite dalla ministra del Turismo. Chiamata ora a riferire in Parlamento e rincorsa dalle richieste di dimissioni da parte delle opposizioni. Tutta colpa del giornalismo d’inchiesta.
È ovvio, no?
"Mi piace"Piace a 2 people
Report tanto la daranno in mano a Slavo Sottile, ovvero la morte di report..
"Mi piace""Mi piace"
insomma, la Rai sostanzialmente diventerà quella che era fin dagli inizi la allora Fininvest poi Mediaset. Comici, pagliacciate, cartoni, intrattenimento, quiz, sport, spettacolini musicali. Più reality che allora non erano ancora stati inventati. Informazione vera? Spiacente non c’è spazio…
"Mi piace"Piace a 2 people
Pian pianino il regime avanza
"Mi piace"Piace a 1 persona
Da quando la Rai è in mano alla politica…. finita la funzione informativa.
Italianniiiii….. avete voluto la RAILUCE? Guardatevela!
"Mi piace"Piace a 1 persona