L’affondo del ministro: «Anche agli imprenditori onesti vengono trovate violazioni»

(di Paola Di Caro e Isidoro Trovato – corriere.it) – Prima un’apertura, quasi una mano tesa: «La riforma della giustizia passa al Parlamento e quindi il Parlamento nella sua sovranità deciderà come procedere» dopo aver chiesto anche un parere al Csm, assicurano da via Arenula. Poi, in una giornata scandita da precisazioni e messe a punto dopo giorni di polemiche molto aspre con opposizione e Anm contro la sua riforma, Carlo Nordio in serata apre un nuovo capitolo che rischia di innescare un ennesimo effetto a catena. Abbastanza inatteso, visto che nella maggioranza la sua uscita aveva creato qualche imbarazzo, nonostante ieri a sua difesa sia sceso in campo il vice premier Tajani: «Le leggi le scrive il Parlamento, i giudici le applicano».
L’approccio è affidato a una frase di Tacito: «Più una Repubblica è corrotta più sforna leggi». E la situazione attuale in Italia non è poi tanto distante secondo il Guardasigilli, intervenuto al convegno «Il sistema sanzionatorio nella riforma tributaria» organizzato al Milano Luiss Hub dalla vice presidente della Luiss Paola Severino e promosso dall’Ateneo intitolato a Guido Carli. «La sovrapposizione normativa — spiega Nordio — rende complicate le procedure e si arriva a una serratura che non si apre a meno che non venga unta dalla corruzione». E qui l’affondo: «La situazione è talmente paradossale che se un imprenditore onesto oggi decidesse di assoldare un esercito di commercialisti, dicendo loro: pago fino all’ultimo centesimo di imposte ma voi mi dovete far dormire sonni tranquilli, non ci riuscirebbe perché qualche violazione verrebbe trovata a causa della contraddittorietà delle varie norme».
Ma le critiche continuano. L’opposizione (nonostante ieri Elly Schlein si sia detta favorevole alla modifica dell’abuso di ufficio ma «non alla sua abolizione») e anche una parte della magistratura la considerano non in linea con le direttici europee. «Ho già spiegato in Europa — ribatte Nordio — che la riforma è in linea con le aspettative comunitarie perché tende a ridurre il contenzioso e velocizza la giustizia: inutile investire sul personale se non si riducono i processi inutili, l’abuso d’ufficio ne produce 5 mila l’anno. Velocizzare la giustizia rende raggiungibili gli obiettivi del Pnrr». «Il vero vulnus — precisa — sta nel meccanismo: le norme attuali producono l’avviso di garanzia che, da solo, spinge un sindaco fuori dal panorama politico. Poi, magari arriva l’assoluzione, ma la politica ha già trovato un sostituto. La depenalizzazione elimina questo danno collaterale e non a caso ricevo di continuo gradimento e congratulazioni da parte di sindaci del Pd», assicura.
Per il resto, Nordio continua a difendere la sua riforma — condivisa da Carlo Calenda e Matteo Renzi —, stavolta per la parte sulle intercettazioni, assicurando che si interverrà «per attuare completamente l’articolo 15 della Costituzione che afferma la libertà e la segretezza delle conversazioni. Ora siamo intervenuti parzialmente per tutelare la persona citata nelle conversazioni di altri. Ma successivamente interverremo anche per tutelare la libertà delle persone che parlano e devono parlare fra di loro in riservatezza naturalmente senza compromettere le indagini per i grandi crimini della delinquenza organizzata».
non diciamo…
sono un imprenditore da sempre, sono contento di aver sempre pagato tutte le tasse, di non aver mai usato un condono, mai fatto un ritardo di pagamento a Stato , dipendenti e fornitori e mi sono rimasti in tasca abbastanza soldi da permettermi la vita che volevo senza sacrifici.
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