Cala Volpe in Sardegna detiene il record dell’appartamento più caro. Ma sono le città d’arte a dettare la linea con stanze e saloni in palazzi antichi e arredi in stile: dal Four Season di Firenze al Bulgari di Roma che apre i battenti il 9 giugno. Fino al Vilòn che nella capitale offre 1.000 metri quadrati in un’ala di palazzo Borghese che è un museo

(di Carlo Alberto Bucci – repubblica.it) – ROMA – Dormire in una ex cappella palatina trasformata in alcova tra gli stucchi barocchi di un seguace del Bernini? E pasteggiare tra i marmi imperiali nella Galleria degli specchi della famiglia Borghese? A Roma si può fare. Basta versare 25mila euro a notte per Palazzo Vilòn, residenza della Shedir Collection che ha preso un’intera ala di palazzo Borghese, entrata su via Ripetta con affaccio sul Tevere a due passi da piazza Augusto Imperatore. E dal mese scorso la catena offre per quella cifra mille metri quadrati comprendenti due suite e due camere, saloni, piscina, sauna, discoteca, stanze per la servitù. Una vacanza da nababbi, certo, nella dimora, ristrutturata nel 1671 da un maestro quale Carlo Rainaldi, che, invece di essere un museo, come potrebbe essere, è stata la casa di Vittorio Cecchi Gori (qui il produttore fu arrestato nel 2001 per la cocaina nella cassaforte, ma lui ha prima detto trattarsi di zafferano poi ha parlato di un complotto ai suoi danni). E ha visto sfilare Valeria Marini dove era passata Paolina Borghese di Antonio Canova. Ora la magione-museo è aperta al pubblico, sì, ma dei ricchi.

Inaugurata il mese scorso, la Vilòn non è tuttavia la residenza più costosa del Belpaese. È superata, ad esempio, dai 292 metri quadrati della presidential suite dell’Hotel Bulgari: dal 9 giugno, giorno dell’apertura, bisognerà versare 35mila euro per una notte con vista direttamente sul Mausoleo di Augusto: gli architetti (studio Acpv) si sono “ispirati ai fasti della Roma imperiale” utilizzando “il marmo imperiale” (così sul sito della Bulgari Hotels & Resorts), ossia il travertino di un severo edificio del Ventennio, di mano dell’architetto Morpurgo (nell’offerta anche una biblioteca con la storia della celebre gioielleria e nel menù i “dolci Bulgari”).
Per la palma d’oro dell’appartamento più caro d’Italia bisogna però spostarsi in Costa Smeralda dove non è la grande bellezza dell’arte a fare da attrazione, ma la natura mozzafiato di Cala Volpe. La suite élite dell’omonimo hotel, uno dei 4 della Smeralda Holding (Qatar Investiment), può arrivare in alta stagione a toccare i 46mila euro al giorno per una residenza con piscina e affaccio privati (e ci mancherebbe) sul mare di Sardegna. Arredi in un sobrio stile minimal, a fronte di una parcella giornaliera che supera abbondantemente lo stipendio medio di un insegnante italiano (30mila euro annui) per la suite dell’hotel di Cala Volpe che difficilmente va invenduta (c’è la lista d’attesa per affittarla). Punta invece sullo sfarzo di una rievocazione storica della Firenze medicea la Royal (e come altrimenti?) suite del Four Season, ospitata nel palazzo della Gherardesca: letto con baldacchino, arredi e pizzi in stile Settecento, affreschi sulla volta e bei quadri alle pareti nei 234 metri quadrati al prezzo di 29.754 euro a notte (quella dal 12 al 13 giugno, per l’esattezza).

Più abbordabili, si fa per dire, i top price di altri cinque stelle quali il Cipriani di Venezia (fino a 7.543 euro a notte) o il Palazzo Parigi di Milano (fino a 8.810). Ma nelle città d’arte dove per meno di 100 euro al dì si trova ormai solo qualche B&B o ostelli con i letti a castello, i luxury hotel hanno almeno il vantaggio, per chi se lo può permettere, di una notte indimenticabile. Quella, ad esempio, nel Palazzo Vilòn al “Cembalo Borghese”, così dalla forma dell’ingresso esterno, con il balcone superiore occupato dall’ambasciata di Spagna, che è stato arredato da Giampiero Panepinto. L’architetto ha portato gessi, statue e quadri che difficilmente possono però competere con il valore museale degli originali. Gli stucchi della cappellina sono infatti di Cosimo Fancelli, autore di uno degli angeli barocchi più belli di Castel Sant’Angelo.

E nel Salone l’arredatore non ha dovuto aggiungere nulla. Gli specchi di Ciro Ferri e Niccolò Stanchi fanno la differenza. “Tra un anno aprirò la Galleria degli specchi a tutta la città”, annunciava nel 2018 il produttore Pietro Valsecchi dopo aver comprato la casa da Cecchi Gori. Ora invece la meraviglia sarà un’esclusiva di star di Hollywood o di emiri che, beati loro, potranno parcheggiare nel cortile del palazzo seicentesco.
(ha collaborato Marco Ciccimarra)
Hanno fatto bene a togliere il RdC … i percettori non se la sarebbero permessa una notte in simili alberghi!
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