Politica a reti unificate. Dalla terrazza che abbraccia tutta Roma, Giorgia Meloni cerca di capire dov’è il suo posto. Quello che domina Montecitorio, l’ufficio da cui ha gestito le consultazioni per formare il suo […]

(DI PAOLA ZANCA – ilfattoquotidiano.it) – Dalla terrazza che abbraccia tutta Roma, Giorgia Meloni cerca di capire dov’è il suo posto. Quello che domina Montecitorio, l’ufficio da cui ha gestito le consultazioni per formare il suo governo. Eppure non le serve guardare lontano: il suo posto, qui – nei meravigliosi giardini del Quirinale – ce l’ha eccome. Basta voltarsi e vedere la fila di persone che si accodano per stringerle la mano, farle una di quelle battute che speri possano lasciare il segno, azzardare un “si ricorda?” a cui lei, di umore radioso, non può che rispondere con un menzognero “come no”.
Sono pochi minuti, quelli in cui si concede alla folla radunata per festeggiare l’anniversario della Repubblica. Il resto della serata lo passa nelle retrovie, scortata dal compagno Andrea Giambruno, che è un po’ meno di buon umore, soprattutto se gli si avvicinano i cronisti. E perfino il portavoce Mario Sechi ammette che è difficile trovarla: “Non ho mica il metal detector”.
Ma stasera non è il tempo delle domande, delle ricerche a tappeto. Prevalgono i sorrisi, le richieste velate. E anche il presidente Sergio Mattarella, se gli si prova a chiedere di questo governo che lo tormenta a colpi di decreti, allarga solo la bocca. Non si sbilancia, non può farlo. Nemmeno con i segretari della Cgil e della Cisl, Maurizio Landini e Luigi Sbarra, che lo avvicinano quasi con una supplica per chiedergli di vigilare sui temi del lavoro: “Sentiamoci, è un momento complicato”.
Non solo per loro, e qui lo capisci dalle chiacchierate di ogni capannello. Domina la Rai, che è fresca di nuove nomine. Roberto Sergio, neonato amministratore delegato, si schermisce: “Si parla troppo di noi, forse perché vogliamo cambiare le cose?”. Vai a sapere come. Bruno Vespa dispensa consigli a Gian Marco Chiocci, ora a capo del Tg1. Il centrista Lorenzo Cesa rassicura un giornalista a cui hanno appena cambiato il direttore: “È qui? – dice a proposito del nuovo – Ci parlo io”. Maurizio Gasparri prova a convincere Sigfrido Ranucci che Salvatore Baiardo, l’uomo dei Graviano che gode della sua stagione d’oro in tv, “vi sta usando tutti”.
C’è la guardia dei conti: l’ex premier Mario Draghi, il governatore uscente di Bankitalia Ignazio Visco, il senatore a vita Mario Monti. Pochi Cinque Stelle: l’ex presidente della Camera Roberto Fico, il capogruppo Francesco Silvestri, l’ex ministro Stefano Patuanelli. Elly Schlein, la neo segretaria del Pd suscita una discreta curiosità. La coppia De Girolamo-Boccia fa gli onori di casa per lei, Dario Franceschini cura le relazioni che contano.
E poi ci sono i ministri: Raffaele Fitto e Guido Crosetto, i più a loro agio. Gli altri decisamente più defilati, così come i parlamentari di Fratelli d’Italia, che scelgono un angoletto dove ritrovarsi tra simili. C’è Arianna Meloni, anche lei ha fatto la fila per l’ingresso al Quirinale. È qualche metro più indietro del marito, il ministro Francesco Lollobrigida, e allora i fotografi li incoraggiano ad avvicinarsi: “Fatevela fa ’na foto…”. Il collega Pichetto Fratin, solo così capisce chi ha di fianco: “Non ci siamo riconosciuti”, dice, mentre si inchina alla sorella della premier. Un ospite, appena dentro, sta sfottendo il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo che si è presentato con la spilletta della Lega appuntata alla giacca: “Ormai non se la mette più nemmeno Salvini”. Invece il vicepremier ce l’ha, come tutti i parlamentari che lo circondano (escluso Giorgetti, ma questa è un’altra storia). Un ultimo capannello, prima di andare via. È attorno a Luigi Di Maio, al suo primo giorno da inviato speciale nel Golfo Persico. Salutatissimo, dice che è bello fare una festa dopo gli anni della pandemia. Forse, nel caso suo, il problema non era soltanto il Covid. Ma è solo un sospetto. Stasera, è l’etichetta, niente domande.
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https://youtu.be/fUMsRcSLDT0
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Siiii…che la PACE sia Giusta!
E chi lo stabilisce?
I contendenti o gli estranei al conflitto?
Che senso ha dire “Pace Giusta”?
La pace è pace è la fine di una guerra.
E’ più importante la fine del conflitto che andare a vedere il pelo nell’uovo!
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