Al Quirinale tutte le attenzioni sulla Meloni al primo ricevimento

(FRANCESCO OLIVO – lastampa.it) – ROMA. Tutti in coda per l’omaggio a Giorgia Meloni. In attesa della parata su via dei Fori Imperiali ieri al Quirinale ne è andata in scena un’altra: la sfilata per il saluto alla premier. Le categorie di chi vuole presentarsi, o magari farsi riconoscere, sono vaste: preti, funzionari, attori, giornalisti, diplomatici, ammiragli, deputati non ancora famosi, c’è anche il rappresentante della «chiesa di Gesù Cristo». I nuovi potenti si prendono la scena nei giardini del Quirinale, per il ricevimento che precede la festa della Repubblica. Il padrone di casa non può che essere Sergio Mattarella, ma il presidente sceglie un profilo più basso rispetto agli altri anni.
Il nuovo potere è tutto qui tra le palme del Colle, c’è anche quello vecchio, gli ex, e quello immutabile. Le differenze generazionali si notano a occhio nudo: i veterani del ricevimento arrivano in orario e sanno quando andarsene, due tartine, un bicchiere di vino e poi via. I nuovi non se ne vanno più, alle 23 sono ancora qui a scherzare «lo hanno preso per un matrimonio forse», scherza un vecchio costituzionalista.
Nei giardini si vede la prima Repubblica, la seconda, l’era della destra e tanta Rai. I nuovi direttori sono letteralmente circondati. L’arrivo del nuovo amministratore delegato Roberto Sergio genera qualcosa in più di una normale curiosità, Giampaolo Rossi non smette di salutare. Un destino contrario a quello di Stefano Coletta, orami ex direttore dell’intrattenimento, che riscuote meno successo. La premier arriva in orario, non troppo presto, ma nemmeno troppo tardi. Ha accorciato la trasferta in Moldova per non perdersi nemmeno un minuto della primo ricevimento a palazzo. Nel capannello tutti le dicono qualcosa, «presidente si ricordi dell’appuntamento di settembre», «presidente, lei sta facendo tanto per le famiglie», «presidente, se potessimo parlare nei prossimi mesi». La «presidente» ha una parola per tutti: «Ah che piacere!», «certo che mi ricordo di lei, come potrei dimenticare». Partono battute e selfie che lei fa personalmente, anche con il telefono di altri «ormai ho una tecnica collaudata». Quando arrivano incombenze, forse scocciature, scarica sull’onnipresente Patrizia Scurti, sua storica segretaria, oggi a capo dello staff, «la mia padrona», che la segue senza staccarsi mai, preoccupandosi di tutto, anche dei tacchi «stai affondando nell’erba?». L’omaggio, o il saluto, alla premier prosegue per almeno un’ora, arrivano anche Lino Banfi, Andrea Bocelli, la sciatrice Sofia Goggia. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio le presenta la moglie, Mario Monti ha il torto di riportare la conversazioni a cose più seriose, «ho parlato con Fitto del Pnrr». A distanza resta il compagno Andrea Giambruno, lei quasi se lo perde, «sto così tanto tempo fuori di casa che non sono più abituata ad averlo vicino», scherza con la moglie di Lorenzo Fontana. Ma l’umore è buono, parla di calcio, «sono affranta per la Roma», fa i complimenti a Enrico Vanzina – «ti trovo in forma» – e saluta il neo direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci.
Mentre la fila si ingrossa, il cerimoniale accoglie Mario Draghi, presenza discreta, quasi in disparte. C’è Luigi Di Maio, nuovo inviato dell’Unione per il Medio Oriente, che parla di scenari internazionali e Roberto Fico, più dimesso. La segretaria del Pd Elly Schlein è al debutto e si siede in uno dei tavoli nel giardino, a una nuova iscritta del partito manda messaggi di ottimismo, «la strada è ancora lunga, ma con il vostro aiuto ce la faremo». Matteo Salvini è qui da prima del tramonto, con la sua Francesca Verdini, contento di un saluto quasi caloroso di Mattarella. Parla di ponte sullo Stretto e poi regala a una cronista la spilletta con il Carroccio, che qualcuno aveva ritenuto fuori etichetta.
Il partito della premier è ben rappresentato. C’è Giovanni Donzelli, un dei pesi massimi del partito, vicino all’amico Andrea Delmastro, sottosegretario. Chiara Colosimo, al debutto da presidente della Commissione Antimafia presenta a tutti il suo prossimo marito Fabio e quasi si emoziona «ho stretto la mano a Mattarella». Il più a suo agio è Federico Mollicone, presidente della commissione cultura, ben introdotto in Rai. Meloni poi viene portata verso la terrazza, dove si intrattiene con il presidente della Repubblica. Se un tempo la combattiva leader dell’opposizione diceva che Mattarella non era il suo presidente, «serve un patriota al Colle» ripeteva fino a un anno fa, ora il rapporto con il presidente sembra fluido, persino empatico. Siamo alla vigilia della festa: «Viva la Repubblica», osa Meloni.
A Novaa festa della rep..trasformata in festa di San Giorgio…. questo è l’inizio dell’autonomia differenziata!
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A genova….
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O
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Effettivamente ha anticipato il rientro dalla Moldavia perché era difficile immaginare che per la festa della Repubblica ci fossero dei festeggiamenti al Quirinale … E quindi il presidente del consiglio in tutta la sua magnanimità è rientrato prima dell’ennesimo viaggio in giro per il mondo per essere presente ad un evento così inaspettato !
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Ma Conte è stato invitato?
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Ma quanto ha da rosicare La Stampa …non arrivano all’autunno del 2027. Scoppia prima la bile
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