Nuovo appello del presidente per ottenere una via di ingresso privilegiata: “Serve un chiaro invito”. La Germania: “Non possiamo accettare nuovi membri che sono nel bel mezzo di una guerra”

(Alfonso Bianchi – today.it) – “L’Ucraina è pronta per entrare nella Nato”. Volodymyr Zelensky è tornato a chiedere per il suo Paese una via d’accesso privilegiata per l’Alleanza atlantica. Lo ha fatto nel giorno in cui i suoi membri si sono riuniti a Oslo, in Norvegia, per un incontro informale in cui il tema è stato tra i principali sul tavolo. Il Paese nel 2018 ha già ottenuto un vago impegno all’adesione, ma da allora non sono mai seguiti passi concreti, e ora il presidente ucraino vuole che sia approvata una roadmap e che questa sia sancita al Summit previsto a Vilnius, in Lituania, l’11 e 12 luglio.

In quell’occasione sarà “necessario un chiaro invito per l’Ucraina ad aderire all’Alleanza, proprio come sono necessarie garanzie di sicurezza sul cammino verso l’adesione”, ha detto Zelensky, che oggi ha partecipato in Moldavia al vertice della Comunità politica europea voluta da Emmanuel Macron. Il vertice dei 27 Stati membri dell’Ue e di altri 20 Stati europei si è tenuto in un castello a soli 20 chilometri dal territorio ucraino e vicino alla regione separatista della Transdniestria, sostenuta dalla Russia, in Moldavia.

Ma se i Paesi dell’Est Europa sono sostengono con forza l’adesione dell’Ucraina, tra i membri della Nato sono ancora tanti quelli che temono che parlarne in questo momento non sia opportuno, Germania e Stati Uniti in testa. “La politica della porta aperta della Nato rimane in vigore, ma allo stesso tempo è chiaro che non possiamo parlare di accettare nuovi membri che sono nel bel mezzo di una guerra”, ha dichiarato a Oslo la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock. “La Nato sta per compiere 75 anni e nessun Paese in conflitto armato vi ha mai aderito, perché potrebbe far scattare l’articolo 5 il giorno stesso dell’ingresso e, nel caso dell’Ucraina, ciò significherebbe una guerra tra la Nato e la Russia”, le ha fatto eco il ministro lussemburghese Jean Asselborn.

Ma anche sul cosa fare quando la guerra finirà non sembra esserci ancora un consenso. “A Vilnius, probabilmente, non ci sarà una data o un calendario per l’adesione, perché molte cose restano da decidere. È un percorso con tappe e progressi”, ha sottolineato Catherine Colonna, ministra degli Esteri francese. Anche il Segretario generale Jens Stoltenberg, non ha voluto fare il passo più lungo della gamba. “Nessuno è in grado di dirvi esattamente quale sarà la decisione finale su questo tema al vertice di Vilnius”, ha dichiarato. Il 64enne norvegese, il cui mandato scadrà a settembre, ha affermato che “quando la guerra finirà, dovremo assicurarci di avere un quadro di riferimento per garantire che non si tratti di una pausa nelle azioni russe contro l’Ucraina”, per “fermare il circolo vizioso dell’aggressione” contro il Paese, ma “i dettagli su come farlo restano da decidere”, ha ammesso.

Al momento ci sono vari compromessi sul tavolo degli Alleati. Le idee ventilate per assecondare le aspirazioni di Kiev vanno dal rilascio di una dichiarazione scritta sull’adesione a un nuovo pacchetto di assistenza per aiutare le forze del Paese ad abbandonare la dottrina, l’equipaggiamento e gli standard dell’era sovietica e a mettersi del tutto in linea con gli standard della difesa della Nato. Gli Stati Uniti sembrano intenzionati a muoversi in quest’ultima direzione. “Tutti gli alleati sostengono la dichiarazione di Bucarest”, in cui nel 2008 fu assicurato a Kiev che un giorno avrebbe ottenuto l’adesione, ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken, che ha annunciato che a Vilnius “l’attenzione sarà doppia: garantire a Kiev un aiuto immediato per la controffensiva, in modo che riconquisti più territori occupati, ma allo stesso tempo aiutare l’Ucraina a costruire le sue capacità di difesa di medio e lungo periodo, per difendersi da future aggressioni”.