Da Fazio a Annunziata, fino al bavaglio sulla guerra

(DI GIANLUCA ROSELLI – ilfattoquotidiano.it) – Carlo Freccero, dopo la nomina dei nuovi vertici Rai più vicini al centrodestra, Fabio Fazio e Lucia Annunziata hanno deciso di andarsene. Che ne pensa?
Comprensibile. Fazio e Annunziata sono voluti restare fedeli al format e al target dei loro programmi: quando hai successo è fondamentale. Cambiare è un suicidio perché significa smantellare l’audience costruita nel tempo. Si vede che entrambi hanno intuito possibili intromissioni sulla scelta degli ospiti o sulla scaletta. Soprattutto Fazio ha messo in scena un mondo liberal e progressista che non vuol essere contaminato.
Con chi verrà sostituito Fazio? Se ne andrà qualcun altro?
Potrebbe riuscirci Paolo Bonolis. Non so se resterà Corrado Augias.
La destra, dunque, ha ragione quando parla di egemonia della sinistra?
No, per niente. Invece di lamentarsi avrebbero dovuto contrapporre qualcos’altro, un programma più vicino alle loro idee. E poi loro hanno Bruno Vespa. Il problema è che Fazio è più televisivo di Vespa, per questo lo soffrono. Ragionare in termini di destra e sinistra, però, non ha più alcun senso.
Perché?
Al di là delle polemiche tra le forze politiche per accaparrarsi un posto al sole, la linea editoriale è unica e trasversale e trascende i partiti perché è la linea del globalismo e del pensiero unico. Alcune firme prestigiose del giornalismo tv, anziché essere in quota ai partiti, sono iscritte a grandi centri di potere internazionale. Tutto questo ha inizio con la riforma Renzi, che è di una radicalità assoluta nell’imporre il pensiero unico, perché rende la Rai sussidiaria del governo.
Quindi in Rai non c’è più contrapposizione destra/sinistra?
Prima con la pandemia e ora con la guerra in Ucraina, l’agenda della tv è diventata globalista. Di politica italiana sopravvivono il gossip e l’infotainment. I partiti non contano più nulla. Dio, Patria e Famiglia da un lato contro diritti Lgbt dall’altro: temi insignificanti dal punto di vista economico e geopolitico. In questo contesto la Rai non fa più servizio pubblico, né informazione, ma si limita a ufficio di collocamento per gli amici del partito vincente. La sua inutilità appare sempre più scandalosa nel caso della guerra in Ucraina che Viale Mazzini esalta, ma che forse gli italiani non vogliono, almeno a vedere i sondaggi.
Però nei talk ci sono posizioni critiche sulla guerra e l’invio di armi all’Ucraina. E sono sempre di più…
Quel format può avere senso solo con lo scontro diretto tra opinioni divergenti. Con la tecnica del panino, però, le conclusioni spettano sempre al conduttore e l’effetto finale per il telespettatore è che il dissenso non è opportuno, è stonato. Con questo meccanismo perverso chi dissente rischia di rafforzare la tesi che si vorrebbe combattere. L’opposizione serve solo a reiterare la tesi dominante, fa il gioco della propaganda. Così il talk diventa una partita truccata dall’esito già scritto.
È per questo che non la si vede più ospite in tv?
Esattamente. La propaganda è l’ultimo anello della censura. La censura lavora per omissione, la propaganda ricrea la realtà. Ed è principalmente di guerra. Alla luce di tutto ciò, che senso ha invocare la libertà di espressione del partito all’opposizione? Le logiche partitiche di destra e sinistra sono perfettamente interscambiabili, così come lo sono i leader politici da Draghi a Meloni, perché costrette a recitare un copione esterno. Per partecipare da opinionisti bisogna pagare un pedaggio: “premesso che Putin è un crudele aggressore…”. Basti vedere lo spazio che viene dato in tv ai referendum contro l’invio di armi: zero. Ma la sede per parlarne sarebbe proprio la Rai.
Che ne pensa del comizio di Meloni in diretta su Rainews?
Un errore soprattutto dal punto di linguaggio televisivo. Un pessimo biglietto da visita per Roberto Sergio e Giampaolo Rossi.
“Fazio e Annunziata sono voluti restare fedeli al format e al target dei loro programmi”
peccato che entrambi fossero stati riconfermati e non si ha notizia di spostamenti in altre fasce orarie o richieste di cambiamento di format. del resto nemmeno loro due ne hanno parlato: l’uno è rimasto in silenzio, l’altra ha detto chiaro e tondo che la ragione per cui se ne va è che non le piace il Governo (e qui si dovrebbe riaprire una parentesi sul fatto che il Governo debba avere il gradimento dei giornalisti della RAI e che l’Annunziata ha passato indenne i governi Berlusconi 1, 2, 3 e 4, il governo Renzi, il governo Monti, il governo Conte 1 e il governo Draghi: vai a capire perché proprio questo le risulti indigesto).
comunque negare che in RAI ci fosse un’egemonia PD è veramente da PDioti faziosi. come ha ricordato MT, il Drago ha regalato la RAI al PD, estromettendo anche il M5S che pure era il partito di maggioranza relativa, e adesso salta fuori che c’era pluralismo in RAI, che il PD non la faceva da padrone (solo perché la destra aveva Vespa – uomo per tutte le stagioni) e che quindi poverino ora il povero PD è stato ingiustamente cacciato dai barbari fascisti.
che gli negano il suo sacrosanto diritto di governare quando perde le elezioni e di occupare tutte le poltrone e poltroncine pubbliche e di fare il bello e il cattivo tempo in televisione grazie ai loro profeti faziosi del politically correct. diritto scritto nella Costituzione, ovviamente, all’art. 140: “La sinistra ha il diritto di comandare in Italia”. solo che tutti gli ignoranti si fermano all’art. 139 Cost. e il 140 se lo dimenticano, come se non esistesse. buzzurri.
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Caro Freccero strani tempi quelli dei five stars che ti hanno messo in Rai solo per competenza lasciandoti fare tutto a mani libere e li chiamavate incompetenti ora ai tempi di caciottare al governo come diceva Totò : peppi’ tecct sta’ caciott.
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Freccero sempre chiarissimo e lucido. Il progressismo globalista è una vera disgrazia a quello che sta combinando anche con la rivoluzione woke, stanno facendo un mondo di m.
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Parole sante quelle di Freccero
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Contenuto dell’intervista illuminante e veritiero,titolo fuorviante.
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