
(Simone Canettieri – il Foglio) – Questa piccola grande Elly. Chissà se gliela avrà dedicata a fine serata. Fatto è che giorni fa Claudio Baglioni ha deciso di organizzare una cena a casa sua con (e per) la segretaria del Pd, Elly Schlein. Appuntamento nell’attico del cantante nato nella periferia di Centocelle, ma da un bel po’ residente in zona Parioli. E più di preciso in uno dei palazzi disegnati agli inizi del Novecento da Pietro Lombardi, noto nella Capitale per essere stato lo sculture di tante fontane moderne.
La lista degli invitati infatti non lasciava spazio a fraintendimenti. A partire dal genius loci del quartiere: Paolo Sorrentino, presente con la moglie giornalista Daniela D’Antonio. Il regista premio Oscar della Grande bellezza e la paladina, al momento un po’ afona, della sinistra coraggiosa. A tavola altri rinforzi arrivati dal colle della cultura che resiste al melonismo.
Su tutti la coppia dem Dario Franceschini e Michela Di Biase, l’ex ministro (titolo che conserva ad honorem) e la moglie deputata del Pd. La coppia è stata centrale per la vittoria di Schlein alle primarie: lui è stato il primo a scommettere sul successo di questo volto nuovo e fresco, lei in punta di piedi ha seguito la campagna congressuale di Elly, rimanendo sempre un passo indietro con la sicurezza di chi conosce come funziona la politica, avendola masticata dal basso, fino dai tempi dei consigli municipali. E poi ancora: Nicola Lagioia, pugliese trapiantato a Roma, già premio Strega con La Ferocia (che può tornare sempre utile contro i cacicchi del Nazareno) nonché direttore del Salone del libro di Torino arrivato all’ultimo giro di boa (l’ultima fatica dello scrittore è La città dei vivi, lavoro importante che parte dall’omicidio di Luca Varani per raccontare il buio della Capitale). Insomma, tutti a tavola per Elly.

Compresi il cantante Giuliano Sangiorgi, fondatore dei Negramaro, e la compagna, scrittrice e sceneggiatrice Ilaria Macchia. Tutti a casa Baglioni per conoscere Schlein, magari con un van partito da piazza Vittorio. Siccome non esiste Roma senza di lui, si è presentato alla cena anche Carlo Verdone, con la compagna Corinna.
“In vita da Carlo”, la fortunata serie su Prime, l’attore-regista diventato un po’ controvoglia sindaco di Roma, opzionato proprio dalla sinistra (lo spunto nascerebbe da una proposta che Verdone ricevette sul serio, declinando con cortesia). A completare il parterre Gabriele Muccino. Alcuni degli invitati, contattati dal Foglio, si sono trincerati dietro al più classico dei “sono fatti miei dove vado e con chi vado a cena la sera”.
L’importante è che abbiano conosciuto lei, la segretaria del Pd che dice di sfruttare la formula dell’assenza (dal dibattito pubblico) come presenza (teoria bizzarra, ancora tutta da dimostrare). Di sicuro Baglioni ha fatto un figurone come padrone di casa: lui e la segretaria si erano incrociati nello studio di Fabio Fazio lo scorso marzo. “L’ho incontrata brevemente – ha raccontato il cantante a Repubblica – mi sembra una persona interessante. Ma sono perplesso sul riporre ogni speranza in un leader, l’abbiamo fatto con altri, in passato, e poi abbiamo visto che non ha funzionato”. E forse proprio da queste parole è nata la cena di pochi giorni fa. Facile immaginare come si sia conclusa visto che il padrone di casa possiede un bel pianoforte…
Questo non è un intervento, è solo un semplice, gigantesco MACCHISSENEFREGA!!!
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Sarà stata una serata noiosa, avranno parlato di Marzo, Lenin, dello sfruttamento del proletariato, degli stipendi da fame.
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Per il correttore Marx non esite
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ci sarei andato solo per sentire Baglioni al piano (Fazioli? Steinway?Bosendorfer?)
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Avranno parlato dei compagni rimasti a bocca asciutta dopo le nomine nelle aziende partecipate dallo stato e dei pericoli che corrono i loro amici in scadenza nei vari e enti, compresi quelli che distribuisco finanziamenti al mondo cosiddetto acculturato.
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Il gotha romano della borghesia illuminata dal successo.
E lei, ospite d’onore.
Mentre Conte ancora non ha capito con chi e cosa ha a che fare, temo. Ma questa è una nota a margine.
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Sì ha ragione Giulio: il Capitale avrà tenuto banco, ma nessuno di loro ha letto tutte le sue 3000 pagine!
Ciuccioni!
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C’è Capitale e capitale. Sarà mancato il primo ma certamente abbondava il secondo… E non parlo di Roma… (occorre disambiguare?)
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Un capitale se lo è fatto anche Baglioni col PC.
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Tutti sinistri col portafoglio ben a destra
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L’unica cosa certa in questo mondo è che i soldi sono sia di destra sia di sinistra. E anche del terzo polo.
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“Eraa uun piiiccoloo graaandee amooreee, soloo un piiccolooo grrande amoooree”, da far scappar via gli uccelli nei campi 😄
Baglioni, insopportabile
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Così insopportabile che fa sanguinare le orecchie.
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PER FAVORE QUANDO SCRIVETE “DI SINISTRA” FATELO PRECEDERE DA UN “SEDICENTE”. GRAZIE.
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Io, se invitato, a quella cena ci sarei andato, ma soprattutto per osservare un mondo che mi è estraneo e per farne le mie valutazioni politiche da rendere note al mio partito. La Schlein è come la Guber che, inviata a Davos, si è sentita onorata di quell’invito, ma neanche come giornalista non ha mai riportato niente di quegli incontri.? Ehhh… la privacy……..
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