
(Alessandro Di Battista) – Forse tra le cose più ridicole della patetica litigata via social tra i due politicanti di sistema c’è l’accusa che Calenda ha mosso a Renzi un paio di giorni fa: “Non ero io in Arabia a prendere soldi dall’assassino di Khashoggi” ha tuonato Calenda magari immaginandosi affacciato su un balcone di viale Parioli.
Chiariamoci, Calenda ha ragione, un Senatore della Repubblica come Renzi che prende, di fatto, denari da un regime di un paese estero è una roba stomachevole che solo in un Paese come il nostro viene accettata e garantita. Il punto è che quei soldi Renzi mica li ha presi due giorni fa. I legami tra Renzi e Mohammad bin Salman li conosciamo da anni. Solo che quando a Calenda serviva il simbolo di Italia Viva per presentarsi alle elezioni senza raccogliere le firme gli andavano sostanzialmente bene i compensi di Renzi provenienti “dall’assassino di Khashoggi”. Ora che hanno rotto per questioni di potere, di ruoli e, probabilmente, di fondi per il partito mai nato, Calenda ha improvvisamente riscoperto la morale.
“Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti” scrisse Pirandello. E’ la lezione che stanno imparando gli elettori (pochi) del sedicente terzo polo.
Io direi troppi .
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C’era un film degli anni 70 non ricordo il titolo, quelli tipo: indagine su un cittadino, ecc.
o il giorno della civetta, la polizia ringrazia, insomma quel filone là, in cui gli appartenenti ad una certa organizzazione combattuta dalle forze dell’ordine avevano tutti, come segno distintivo, tre nei in faccia.
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