Chiuse le liste per le elezioni di maggio, nelle principali città il fronte progressista è frammentato. Occhi puntati sui 17 capoluoghi: candidatura unitaria tra dem e pentastellati solo in 6 Comuni, ancora meno per dem e Terzo polo. Lo schema delle alleanze segue sempre due combinazioni: mai tutti e tre insieme

(di Gabriele Bartoloni – repubblica.it) – Chiuse le liste per le elezioni comunali di maggio, l’immagine che restituiscono le principali città al voto è quella di un fronte progresista frammentato. Sintomo del fatto che, nonostante gli auspici, nemmeno la vittoria di Elly Schlein è riuscita a dare impulso al dialogo tra Pd e M5S. I numeri: si vota in più di 600 comuni. Occhi puntati sulle 17 città capoluogo. Di queste solo sei vedranno una candidatura unitaria tra dem e pentastellati. Si tratta di Brindisi, Catania, Pisa, Teramo, Siracusa e Latina. Mentre l’asse tra Pd e Terzo polo andrà in scena in soli due comuni, Ancona e Brindisi.
Lo schema delle alleanze
Lo schema delle alleanze – le poche – segue sempre e solo due combinazioni: Pd-M5S o Pd-Terzo polo. L’intesa a tre è una strada poco battuta, nel fu campo largo; soprattutto ora che a irrigidire i rapporti ci si è messo pure il fallimento dal partito unico tra Azione e Italia viva. Ormai le candidature sono pronte. E a questo giro il tandem centrista non potrà far altro che presentarsi compatto. Ad aggravare il pessimismo, in vista delle prossime Amministrative, c’è anche il peso della sconfitta alle regionali in Friuli Venezia Giulia, dove alle elezioni di inizio aprile il candidato giallo-rosso Massimo Moretuzzo è finito schiacciato dal plebiscito ottenuto dal governatore uscente, il leghista Massimiliano Fedriga. Il Terzo polo è addirittura arrivato dietro alla lista No Vax.
Il caso Udine
Spiragli di ottimismo a Udine. Qui in occasione del ballottaggio – oggi e domani – l’asse tra Pd e Terzo polo si allargherà anche al Movimento 5 Stelle. Grazie all’accordo raggiunto nei giorni scorsi, il fronte progressista è da considerarsi in partita. Quel 9,2 per cento ottenuto dal candidato pentastellato potrebbe spingere il centrosinistra di Alberto De Toni – arrivato secondo – verso la vittoria contro il leghista Pietro Fontanini. Le date cerchiate di rosso sono quelle del 16 e del 17 aprile, a circa un mese della tornata amministrativa che coinvolgerà tutta Italia, quella del 14 e 15 maggio. Qui, salvo accordi al secondo turno sul modello Udine, ognuno andrà per conto suo nella maggior parte dei casi. Sono otto, infatti, su un totale di 17, le città capoluogo in cui alleanze avrà luogo una qualche forma di alleanza in chiave progressista. Lo schema giallo-rosso si realizzerà in 5 comuni (principalmente al Sud). Quello che coinvolge Pd e il Terzo polo solo in due città.
L’esperimento a Pisa
A Pisa andrà in scena il primo esperimento toscano tra dem e 5 stelle (a Siena andranno separati). I pentastellati sosterranno il candidato del Pd, Paolo Martinelli, contro Michele Monti, primo sindaco di centrodestra della città, e Rita Mariotti del Terzo polo, o di quel che ne rimane. A Teramo, ad esempio, il divorzio centrista ha avuto luogo ben prima che si decretasse la spaccatura al livello nazionale. Qui Azione e Italia Viva appoggiano due candidati diversi: i primi sono schierati con Carlo Antonetti, mentre i renziani sosterranno Maria Cristina Marroni. La sfida, dunque, sarà tra il sindaco uscente Gianguido D’Alberto, forte dell’appoggio di dem e 5s, e Carlo Antonetti del centrodestra. Anche a Brindisi regge l’asse Pd-M5s: il candidato è l’avvocato Roberto Fusco che dovrà vedersela con l’offensiva lanciata da sinistra del sindaco uscente Riccardo Rossi, appoggiato da Europa Verde e Sinistra italiana. Il centrodestra, come al solito, viaggia compatto. Le turbolenze non sono mancate, ma alla fine Lega, FdI e Forza Italia hanno deciso di convergere sul nome di Pino Marchionna. Curioso è il caso Latina: città commissariata per effetto delle dimissioni del sindaco di centrosinistra Damiano Coletta. Un passo indietro arrivato per effetto delle dimissioni in blocco dei consiglieri di centrodestra (il primo cittadino era appoggiato anche da Forza Italia). Ora Coletta punta a porre fine alla lunga odissea elettorale, cominciata con la sentenza del Tar che aveva annullato in parte il risultato delle scorse amministrative. Forte dell’appoggio di Pd e del M5s, ora dovrà vedersela con la candidata del centrodestra Matilde Celentano.
Insieme in Sicilia
Dem e pentastellati viaggeranno insieme anche in Sicilia, dove le elezioni amministrative si svolgeranno il 28 e il 29 maggio. A Catania – altra città commissariata – dopo il forfait di Emiliano Abramo, Pd e M5s hanno deciso di convergere sul prof universitario Maurizio Caserta. Anche qua Italia Viva e Azione andranno per conto loro, mentre il centrodestra appoggerà Enrico Trantino. A Siracusa il sindaco uscente Francesco Italia correrà con Azione, ma senza l’appoggio di Italia Viva. Il renziano Giancarlo Garozzo potrebbe ottenere il sostegno di un pezzo di Forza Italia, schierata ufficialmente con il candidato di coalizione Ferdinando Messina. Pd e M5s, invece, correranno compatti al fianco di Renata Giunta.
Dem e centristi
Dem e centristi corrono insieme solo in due Comuni: Brescia e Ancona. Nel primo caso, nonostante lo scetticismo di Italia Viva, il Terzo polo alla fine appoggerà la candidata del Pd Laura Castelletti. Il Movimento, invece, ha deciso di sfilarsi e di convergere sul candidato, appoggiato anche da Unione popolare, Alessandro Lucà. Compatto il centrodestra con il leghista Fabio Rolfi. Stesso copione ad Ancona. Anche qua il M5S andrà per fatti propri, mentre Pd e Terzo polo appoggeranno Ida Simonella.
Questo più quella meno quelli.
Questo meno quella piu quelli.
Questo meno quella meno quelli.
L’affluenza s’impenna.
Birretta.
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“nemmeno la vittoria di Elly Schlein è riuscita a dare impulso al dialogo tra Pd e M5S”
Te credo: si batte come una forsennata per i diritti di pochi, mentre per i molti, lei e il pd, hanno poche idee e scopiazzate.
La schlein ha rimescolato un po’ la scenografia ma lo spettacolo rimane sempre lo stesso.
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i 5 stelle continuano ad appoggiare i candidati del PD,mai il contraio,sono stupidi o cosa’altro ?
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Lo sono lo sono, come un amante respinto che non vuol accettare la realtà si ostinano a bussare alla porta del PD che manco li caga di striscio.
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Quello che voi chiamate “effetto Schlein”, io a Udine lo chiamo “chiacchiere” della signorina “Bollicine”. E
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