Non solo loculi che perfino un pigmeo troverebbe claustrofobici proposti in affitto a cifre folli. Per poterseli “permettere”, bisogna superare selezioni con standard tra l’assurdo e l’umiliante che non hanno alcuna attinenza con la realtà fattuale di chi starebbe provando, con fatica, a vivere a Milano. Cronaca di un viaggio nel tragicomico abisso delle “garanzie”, ulteriore piaga di una città che, oramai è chiaro, sta facendo di tutto per mandare letteralmente a quel paese i propri abitanti

(Grazia Sambruna – mowmag.com) – “Milan l’è on gran Milan”, recita una nota canzone d’altri tempi Sì, una gran presa per il cü, viene da rispondere in questi tempi. Tutta Italia sbeffeggia il capoluogo meneghino, il sedicente place to be, per gli inglesismi compulsivi, per la maniacale ossessione verso il fatturato, per la cucina “polentona” e una serie di altri cliché che qualcosa di vero lo nascondono pure. Negli ultimi mesi, oltre a farsi ridere dietro per via dei soliti luoghi comuni, la città è riuscita a balzare ai disonori delle cronache per gli affitti folli, fuori controllo che impone ai propri abitanti. Per meno di mille euro non si concede nemmeno uno sgabuzzino. Letteralmente. Ne ha parlato Luciana Littizzetto a Che Tempo Fa, poi anche Slevaggia Lucarelli da Formigli, quotidianamente circolano meme che sfottono le metrature bonsai dei cosiddetti “monolocali” milanesi paragondonali al sottoscala in cui dormiva Harry Potter pre-Hogwarts. Tutto giusto, tutto dolorosamente vero. A prescindere dalla zona di interesse, 30 mq scarsi vengono in media, come minimo, mille euro al mese. Più spese. E non è detto che siano forniti di bidet. O di finestre, perfino. Ciò di cui ancora non si parla granché, però, sono le garanzie che uno sciagurato aspirante inquilino deve fornire all’agenzia (ma anche ai privati) per potersi accaparrare tali appetibilissimi loculi. Diamo inizio alla tragicommedia.
Prima regola aurea: se sei freelance, non esisti. Nella maggior parte degli annunci, campeggia la gigantesca scritta in caps lock “solo referenziati”. Quando non è riportata, è sottintesa. Scelta oculata, quanti liberi professionisti ci saranno mai a Milano? Praticamente, zebre a pois nella città in cui tocca aprire partita iva già all’asilo. Le agenzie non transigono: “Lei ha busta paga, vero?”, è la prima domanda che gli zelanti addetti al traffico di monolocali pongono per prima allo sciagurato wannabe inquilino. Se la risposta dovesse essere “No”, replicano con un compassionevole: “Comprendo”. E poi fissano l’appuntamento per visitare il loculo in oggetto, sì, ma giusto per far numero agli occhi del proprietario. Un libero professionista, peggio se single e quindi con una sola dichiarazione dei redditi, non potrà mai vincere su una busta paga, seppur inferiore. E allora? Che fare?
Perdere. Ma prima essere umiliati da richieste sul patrimonio dei genitori da poter mettere avanti a titolo di “garanzia”. Non importa che abbiate 20, 30 o 40 anni, se avete scelto o vi è capitato di non avere un posto fisso, l’affitto è comunque considerato dalle logiche di agenzia come qualcosa di cui devono occuparsi “i grandi”, ossia mamma e papà. Non siete solo visti come “poveri”, ma pure falliti. Il tutto, lo ricordiamo, per finire ad abitare in un loculo di 30 mq da 1000-1200 euro al mese. Nel caso in cui possiate vantare una busta paga, comunque, le “garanzie” non sono certo finite qui. Il peggio deve ancora venire.
Per candidarsi a essere i fortunati prescelti che andranno a vivere in una “casa” che viola qualsiasi diritto umano per via delle dimensioni ma non solo, è necessario dimostrare di avere uno stipendio “congruo”. “Congruo” significa “di almeno 3-4 volte superiore al canone mensile”. La matematica non sarà mai il nostro mestiere, ma ciò sarebbe a dire che per potersi permettere un tristanzulo mono da 1200 con bagno cieco e finestra rotta, bisogna guadagnare 3600 euro netti al mese. Il triplo di un compenso base. Ne consegue, dunque, che con 3600 euro netti al mese per Milano sei povero. Poverissimo. Tanto da poterti concedere giusto un 30 mq, di cui 25 calpestabili. E ringrazia, anche.
Poi c’è la caparra di tre mensilità da anticipare, la percentuale del 10-15 % da dare all’agente immobiliare che ha reso possibile l’affare e dulcis in fundo, la cauzione che, ad andar bene, non rivedrete mai, nemmeno al momento della riconsegna delle chiavi per trasferirvi in altri, più umani, lidi. Ogni proprietario di casa trova sempre una scusa per prorogare le tempistiche di restituzione, nella vana speranza che vi possiate dimenticare di quei soldi, nell’ordine delle migliaia di euro, che, per legge ha da restituirvi subito, appena varcate la porta per lasciarvi alle spalle quell’inferno.
Oltre ai prezzi di per sè, anche gli standard delle garanzie da fornire per poter ottenere una “casa”, definizione la maggior parte delle volte impropria, sembrano provenire direttamente da Narnia. E sono pervasivi, tentacolari. Fin troppo spesso, non esiste differenza tra le richieste di agenti immobiliari e quelle di privati: obbligo di busta paga, stipendio congruo o auf Wiedersehen.
Tutto ciò senza il minimo scrupolo nei confronti di abitabilità dell’immobile e diritto alla dignità dell’inquilino. Esistono e sono sul mercato, “graziosi” bilocali “da 20 mq su due livelli”, “pratici” mono da 13 mq, appartamenti improvvisati alla bell’e meglio direttamente sotto cantieri a cielo aperto. In cui, comunque, è nei fatti impossibile andare a vivere perché si risulta “troppo poveri” perfino per quelli. Una gran presa per il cü, si diceva all’inizio. E infatti.
Ah Sambruna bentornata!!!
“La matematica non sarà mai il nostro mestiere”…
Dopo la memorabile figura di M. sulla bidella pendolare da 1500 km giornalieri
Riguardo il “mestiere” mi porrei qualche domanda.
“Chi disprezza compra” e il comprare aumenta la domanda e quindi i prezzi.
Disprezzare di meno? Magari i prezzi scendono?
D’altronde qui a Milano,città di Merd@,tutti i residenti che non hanno buste paghe da 10000 euro al mese vivono sotto i ponti.
Siamo tutti c0gli0nx.
Sai quale è il problema?
“Le insegne luminose attirano gli allocchi” cit (canzone qui sotto)…riflettere sul testo della canzone…cara GraziA.
Un consiglio spassionato,cara Grazia?
Più lasagne della mamma
meno sguardi ai post su Instagram della Ferragni sulla sua casa
https://youtu.be/W0PK0IrNklw
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Secondo tentativo
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Se uno a Milano ci vive, tendenzialmente vorrebbe anche trovarci un’abitazione soprattutto se e quando mette su famiglia, giusto? O deve trasferirsi altrove perché “disprezza troppo”? E se non ha 3600 eurini in busta, ma ha un tetto sulla testa e non un ponte, spesso non sarà perché il tetto è della casa di mamma e papà o dei nonni, vivi o de cuius? La casa di abitazione non è un SUV, che se non puoi permettertelo lo lasci dov’è, nella vetrina del concessionario. È un bisogno primario. “È il mercato immobiliare, bellezza!” – sì, lo so, e c’è poco da fare. Ma se c’è qualcuno che ne va anche fiero e sbeffeggia citando le lasagne chi lo denuncia, mi fa pensare che a Milano non siano certamente tutti “c0gli0nx”, ma qualcuno, pochi pochi, forse sì.
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Ma personalmente se disprezzo una cosa ne scelgo un’altra,non perdo altro tempo.
C’è chi la “lasagna con il tetto dalla mamma” non l’ha ereditata ne gliela-hanno-comprata.Viveva in affitto nel hinterland milanese e campava a pane e cipolle con una laurea e un lavoro in regola fino a quando si è potuto permettersi un mutuo per un bilocale fuori dalla cerchia dei Navigli di Milano e continuando a mangiare per un po’ pane e cipolle.Il tutto senza piagnucolare o dare la colpa ai soliti cattivoni,lo stato cattivo o i merd@vigliosi neoliberisti.Si chiama fare sacrifici,se si vogliono fare bene ,altrimenti si fa il pendolare vivendo fuori città,come fa un’infinità di gente(con stipendi ben superiori al sottoscritto)e come facevo anche io anni fa.
Probabilmente lei pretende un attico in piazzale Cadorna a 500euro.Buon per lei vedrà che il suo favorito esponente politico realizzerà il suo sogno agrattis.
Ma non credo glielo abbia detto il dottore di prendersi casa in centro a Milano
Qui a Milano si dice avere la moglie ubriaca e la botte piena
Il problema esiste e non si risolve gridando “piove governo ladro”solo per
accaparrarsi un paio di click in più.
Se il problema caro affitti è un leone,non si sconfigge urlando e blaterando e tirandogli un sasso sulla coda.Così facendo il problema si acuisce.Prima si analizza il problema e poi si mira alla testa.
Le confermo che i coglions sono tanti non pochi (che scrivono e non solo)e ne arrivano sempre di più a Milano, e si permettono anche di blaterare senza vivere il problema in prima persona.mentre c’è chi sta a Milano solo per essere vicino ai genitori anziani e poi al momento scappare il più lontano possibile.
Ps: nella realtà nessuno leone è stato vittima di violenza,sono amante degli animali.
Ps2: avrei voluto vivere e comprare casa a Londra,ma non me la sarei potuta permettere(prezzi 5 volte superiori) e ho rinunciato senza piagnucolare
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Prendo atto che denunciare speculazioni sul bisogno primario dell’abitazione è blaterare, e che è giusto con una laurea mangiare pane e cipolle. Ci siamo abituati, -governo ladro!- non è che sia giusto. La prossima volta, prima di ribadire i medesimi concetti di oggi, provvederò ad aver abitato a Milano almeno tre anni mangiando pane e cipolle, così almeno mi riconoscerà il diritto di esprimere la mia opinione.
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Può benissimo esprimere la sua opinione,senza venire a ironizzare sulla mia,così che io non debba fare la stessa cosa con lei.
Sono sicuro che si sentirà meglio denunciando il problema al mercato della frutta,tra i peperoni e patate,e sempre con grazia le speculazioni spariranno d’incanto. È un dato di fatto che problemi decennali sono sempre stati risolti in questo modo,infatti viviamo nel paradiso terrestre
Auguri e buona Domenica
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Guardi, sono d’accordo. Se è contento lei… Le lascio volentieri Milano, che da questo punto di vista è fra le peggiori, ma non certo l’unica. E anche, di cuore, la sua domenica e il mercato ortofrutticolo.
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“Sono contento perché mi accontento” cit.del mio povero nonno Pietro.
È a corto di argomenti,non mi rubi le parole… che Milano è una merd@ l’ho detto prima io.
Sono sicuro che la sua città (che non è dato a sapersi)sia la migliore di Italia,non così sicuro invece,da quello che scrive e dal modo in cui scrive,sulla qualità e la spensieratezza delle sue giornate comprese la Domenica.
Nel caso,ribadisco,FELICE domenica e tutti gli altri giorni della settimana
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Mai sentito parlare di Issy les Moulineaux?
Nemmeno io, fino a un momento fa. È un Comune oltre il Boulevard Periferique di Parigi, quello che a Roma si definirebbe ” lo sprofondo”. Un “studio” di 41 m2 va a 1390€ al mese. Già da DECENNI chi lavora a Parigi arriva da 60/120km di distanza con il RER ( treni espressi locali che portano fiumi di pendolari fino al centrocittà). Basta fare una ricerca su internet e si vedono i costi degli affitti delle principali città europee. Milano non fa eccezione. Quanto alle garanzie: troppe fregature subite.
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