(ilfattoquotidiano.it) – “Maggiore autonomia alle regioni che ne facciano richiesta e maggiore stabilità del governo sono riforme che derivano da esigenze diverse, ma collimanti”. L’insigne studioso Sabino Cassese pronto a presiedere il comitato che definirà la riforma dell’Autonomia differenziata, coglie l’occasione per buttare la palla avanti. Dal momento che è giusto spezzettare l’Italia divaricando la forbice tra regioni ricche e regioni povere, allo stesso tempo è più che giusto accentrare il potere esecutivo con una riforma, udite udite, presidenzialista. “In tutti gli ordinamenti moderni vi è una tensione verso una maggiore concentrazione di poteri al vertice, necessaria per poter dialogare in un mondo sempre più pieno di organizzazioni sovranazionali e globali”. Poi il prof. Cassese aggiunge anche che le “Camere non saranno esautorate, il Parlamento resterà il dominus”. Insomma, una bella Repubblica in parte presidenziale, in parte parlamentare, con tanto di autonomia differenziata e, perché no?, qualche principe e uno o due sovrani (richiamare subito Savoia e Borbone): una monarchia repubblicana federale. Grande idea.