La svolta pro Meloni si è consumata in 48 ore con la regia di Marta Fascina. L’ala Ronzulli ora medita la scissione

(di Emanuele Lauria – repubblica.it) – ROMA – Forza Italia si consegna a Giorgia Meloni, al termine di due giornate da film. E con l’ira dei “ronzulliani” che, messi ai margini, non escludono l’addio a quel che resta dell’ex corazzata azzurra.
È una storia che si dipana silenziosa: quel che emerge, in chiaro, sono solo i complimenti a Berlusconi da parte dei beneficiati da un’ampia tornata di nomine. Ma non c’è il Cavaliere al centro della scena, stavolta, perché protagonista assoluta è Marta Fascina, che da timida e silenziosa compagna del Capo è diventata il nuovo centro politico del partito, con l’appoggio della famiglia. Ed è lei anche il simbolo del cambiamento della linea forzista. Solo un paio di mesi fa, raccontano, Berlusconi arringava i suoi citando i Manneskin per definire l’ostilità di Meloni: “Ci vuole zitti e buoni”. E invece oggi avalla un ribaltone interno che ridimensiona la presidente dei senatori Licia Ronzulli (privata del coordinamento della Lombardia e sostanzialmente del ruolo di ufficiale di collegamento fra il presidente e il mondo esterno) e silura il capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo. L’operazione che affonda i due, ritenuti interpreti dell’anti-melonismo, avviene su pressione di Fascina, che con la premier ha ormai un contatto diretto: si sentono, si scrivono spesso via chat. Sullo sfondo la famiglia Berlusconi – con Marina e Piersilvio poco inclini per ragioni aziendali a farsi nemico l’esecutivo – e naturalmente Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicario di Meloni nel governo. Che ha ottenuto la nomina, al posto di Cattaneo, del fido Paolo Barelli.
Tutto comincia mercoledì sera, con una cena ad Arcore fra Berlusconi, Fascina e Tajani. È in quell’occasione che viene messa a punto l’ultima, mesta, rivoluzione di un Berlusconi in realtà sempre più defilato. Definito quasi inconsapevole da chi è stato silurato. I due deputati più vicini a Fascina, Alessandro Sorte (che prenderà il ruolo di Ronzulli al timone del partito in Lombardia) e Stefano Benigni, hanno già lanciato una informale raccolta di adesioni per la sostituzione di Cattaneo: ci sono dei fogli che girano con l’invito a comportarsi da “berlusconiani veri” e Fascina ci mette tutto il peso di Arcore, chiamando direttamente qualche parlamentare per invitarlo a sottoscrivere l’appello. Nessuno sa esattamente in quanti alla fine diranno sì: si parla del 70% dei componenti del gruppo. Nel frattempo – siamo a giovedì – Cattaneo capisce l’aria che tira e chiede un appuntamento a Berlusconi. Che prima lo concede per le 18, poi fa sapere di avere un impegno. L’ex sindaco di Pavia si sposta ugualmente da Roma a Milano, Berlusconi lo chiama per dirgli che, in presenza di una raccolta di firme, è meglio che lasci l’incarico proponendogli il ruolo di vicecoordinatore: è la promozione-rimozione che alla fine arriverà. Cattaneo prova a opporsi, dice al presidente che intende parlargli di persona; il Cavaliere lo invita a raggiungerlo dopo cena. Ma da quel momento scompare.
A tarda ora, all’ennesima telefonata, al posto di Berlusconi risponde la moglie: “Il presidente è andato a riposare”. E per l’intera giornata di venerdì nessuno riuscirà più a contattarlo: ad Arcore ci sono soltanto Fascina, Sorte e Benigni. Prova a chiamare, invano, pure Matteo Salvini. In questo clima c’è persino un medico che si attiva per far sapere che è meglio evitare cause di stress a Berlusconi. In serata arriva la nota che annuncia tutte le novità in casa azzurra. I “ronzulliani” – tutti, da Cattaneo a Giorgio Mulé – incassano il colpo senza parlare. “È tutto finito”, il commento più frequente. Con l’esplicita apertura alla possibilità di migrare verso altri lidi. Ma Tajani minimizza: “Queste nomine rendono più efficiente la macchina in vista delle elezioni europee”. Il progetto è quello di un asse fra Ppe e conservatori, la formazione di Meloni in Europa. Traguardo possibile? Si capirà nei prossimi mesi. Intanto la premier ha “riconquistato” Forza Italia.
Emanuele Lauria
ovvero: come non fare il giornalista ma il pettegolino
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Il Delinquente Naturale: Non sono ricattabile, qui comando io, faccio quello che ritengo più conveniente.
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Chi vive secondo i proverbi è un saggio tira più un pelo di fi¢a che un carro di buoi Berlusconi docet.
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Qui nell’alto vicentino il proverbio fa così:
Tira di piu un pelo di fica che tutta la banda!
La banda ha diversi significati 😂
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Cronache dal Truogolo. O: sic transit gloria purcis. A scelta.
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Che verminaio
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Gli ingredienti sono i soliti: il medico che dice di non importunarlo, la badante di turno che dà le carte, e il vecchio che disse che i soldi del pnrr li aveva presi lui che ora non capisce una cippa .
E Caronte si avvicina……
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