
(ilfattoquotidiano.it) – “Va bene il Gattopardo ma c’è un limite a tutto”. Scuote la testa Maurizio Miceli, coordinatore provinciale di Fdi, candidato del centrodestra alle prossime comunali di Trapani. Cioè nella città dove gli accordi elettorali rischiano di fare saltare la maggioranza del governo regionale. Perché il capoluogo della provincia in cui per anni si è nascosto Matteo Messina Denaro, città dell’ex senatore di Forza Italia, Antonio D’Alì, adesso in carcere per concorso esterno alla mafia, rischia di diventare un vero e proprio caso politico.
Qui, infatti, si sta consumando l’impensabile: il Partito democratico punta su un candidato appoggiato pure dalla Lega. Elly Schlein e Matteo Salvini alleati per le comunali? “Non c’è nessun simbolo, solo dieci liste civiche”, si smarca subito Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani che si è ricandidato: è lui l’uomo su cui puntano, almeno per il momento, Pd e Lega. In pista per la sesta volta (prima è stato sindaco di Erice e di Valderice), Tranchida ha militato nel Pds, nei Ds e infine è approdato nel Pd. In appoggio alla sua candidatura ci sono le liste formate dai dem (due) e quella formata da Mimmo Turano (Trapani Tua), assessore regionale della Lega.
Non ci sono simboli, dunque, ma la strana accoppiata tra Pd e Lega è siglata dal patto Tranchida -Turano. E non a caso provoca rivolte e ammutinamenti, a destra come a sinistra. Ma tutto potrebbe ancora mutare. L’appoggio di Turano al sindaco del Pd non è, infatti, andato giù agli alleati del centrodestra che hanno chiesto subito le sue dimissioni, aprendo il caso Trapani. Da allora lo stesso presidente della Regione, Renato Schifani, starebbe facendo un pressing serratissimo su Turano – dicono tra le file del centrodestra siciliano – perché sostenga apertamente in campagna elettorale Miceli, nonostante il leghista abbia già pronta la lista in sostegno di Tranchida, perfino già inserita nei manifesti elettorali. “Non possiamo permetterci di andare con una coalizione spaccata”, sottolinea d’altronde Miceli.
Mentre nel centrodestra si prova ad evitare le dèbacle, nel centrosinistra si è già consumato l’ammutinamento: Francesco Brillante, ex segretario cittadino del Pd, è il candidato di una parte dei ribelli dem, del M5s e – rullo di tamburi – di Sud chiama Nord, il movimento dell’istrionico ex sindaco di Messina, Cateno De Luca.
Già successo in passato.
Per qualche strano e recondito motivo la Sicilia si presta a diventare “laboratorio”. O a confermarsi tale?
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Comunque stanno arrivando i primi verdetti certificati dal
👉Sito di Rep 👈
👉Sondaggi politici: con Elly Schlein il Pd recupera 1 milione e 800 mila voti👈
È evidente che i titoli di Rep sono commisurati al grado di ricezione della platea utenti: le intenzioni di voto sono immediatamente tradotte in schede contate nelle urne, perché si tratta del pd.
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Ammesso e non concesso che abbiano una qualche attendibilità. Il pensiero che mi viene in mente é che gli elettori PD si accontentano di poco se basta sostituire un segretario maschio con un segretario femmina.
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Una cosa simile è avvenuta alle amministrative di Taranto. Alcuni si dimisero: voto anticipato
Si ripresenta il sindaco con i suoi fedeli. Dall’altra parte un’accozzaglia stile gov Draghi
Pd, lega, dx di cito, gli ex della giunta dimissionaria, in più fd’i per far eleggere chi? Un ex del pd
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