
(di Luigi Lupo – true-news.it) – Quella dell’utero in affitto è la pratica più chiacchierata degli ultimi giorni. Da quando il governo ha impedito ai genitori arcobaleno di registrare i propri figli all’anagrafe e il sindaco di Milano ha gridato allo scandalo, l’argomento è diventato centrale. Tanto che qui a Milano, sabato scorso, come ha raccontato la nostra Raffaela Mercurio, è andato in scena un corteo di protesta.
Utero in affitto: le opinioni della destra
Con tutte le sigle della comunità Lgbtqi+. Istanze che vedono favorevoli il nuovo PD a trazione Schlein, che ha rimesso sul piatto parlamentare il ddl Zan, le varie sigle arcobaleno mentre, tra i contrari, non ci sono solo esponenti della destra. Come Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura alla Camera, che ha definito “la maternità surrogata” peggiore della pedofilia. E da lì via all’indignazione colorata di bandiere della pace. Ma i sostenitori hanno subito cambiato bersaglio: nel mirino è entrata il ministro il ministro per la Famiglia, Eugenia Roccella, ospite di Lucia Annunziata a ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3. ” La maternità surrogata? Chiamiamola con il suo nome, “utero in affitto”: mette a fuoco il passaggio di denaro, bisogna leggere i contratti di maternità surrogata, si apre un mercato per i bambini per la prima volta nella storia dell’umanità, ci sono fiere nel mondo, ci hanno provato pure a Milano”, ha dichiarato. Dulcis in fundo, nel dibattito si è fiondato Pillon, l’acerrimo nemico della comunità Lgbtqi+. Che non ha usato mezzi termini: “In Italia l’utero in affitto è un delitto, va combattuto come la pedofilia”.
Utero in affitto, l’opinione (non politica) di Paolo Crepet
Sono posizioni estreme e propagandistiche che, però, vanno ascoltate con obiettività. Del resto, con questo pezzo, ho oggi l’occasione per citare la massima di un mio amico: “La destra e la sinistra sono due facce di una medaglia, ognuna delle quali offre una visione parziale della realtà. E’ importante considerare la circonferenza”. Io, dopo questa frase, sono rimasto ammaliato, ho pensato di tatuarmela ma è troppo lunga, ne ho fatto un motto di lavoro. E così, da qualche giorno, mi sono imposto di leggere tutti i giornali: dal Manifesto, che si considera “comunista” a La Verità, che di certo non possiamo piazzare a sinistra. Così come Libero che, oggi, in barba a chi derubrica il giornale come “carta straccia fascista”, ha ospitato un intervento saggio e pacato di Paolo Crepet. Per lo psichiatra e scrittore, di certo non un politico amante della propaganda, “l’utero in affitto fa venire i brividi”.
Così ho deciso di provare ad avere un figlio con la maternità surrogata. Per capirne di più, per dare ai cari lettori di True-News.it una spiegazione di cosa si tratti il più possibile vicina alla realtà. O alla circonferenza.
Il percorso parte da uno dei siti più posizionati
Quando maturo questa idea sono su un bus per raggiungere l’ufficio. Fa caldo a Milano, ho già le ascelle pezzate. Digito “come avere un figlio con maternità surrogata” mentre cerco un posto a sedere sul 56, due ragazzi gettano uno sguardo sul telefono e restano allibiti. Mi sento osservato. Chiudo la scheda del browser e apro Instagram. Dura poco lo scroll perché poi arrivo direttamente su success-maternita-surrogata.it, sito che usa queste parole per avere successo su Google. E, infatti, è uno dei primi che compare nella prima pagina di ricerca.
Il tariffario: per un uomo single, come me, o una coppia omosessuale, “sposata o non “, la pratica costa 31.950 euro
Mi colpisce subito un aspetto: il tariffario. Vi riporto qui sotto lo screen della pagina. Sto attraversando via San Gregorio e ho un sussulto mentre vedo che per un uomo single, come me, o una coppia omosessuale, “sposata o non “, la pratica costa 31.950 euro. Comincio a pensare di dover chiedere un prestito per arrivare a coccolare un bambino o una bambina. Circostanza che, in realtà, è solo teorica. Non mi sento ancora in grado di accudire un figlio e, forse, sono un po’ all’antica sul concepimento…
Utero in affitto: i pacchetti vip da 75mila euro
La cifra scende a 13mila per una coppia eterosessuale, tocca la benemerita soglia di 40.300 euro per i pacchetti di donazione completi destinati a uomini e donne single o coppie sposate. 53mila il pacchetto vip: apro la pagina e le cifre crescono ancora di più. C’è l’offerta Vip illimitata a 75mila euro che offre “numero illimitato di fecondazione in vitro e trasferimenti di embrioni sani – la nascita garantita di un bambino sano). Rimborso completo in caso di esito negativo. Garanzia al 100% di partenza a casa con numero illimitato di trasferimenti di embrioni sani nell`utero di una madre surrogata – la nascita garantita di un bambino.
Il programma chiavi in mano viene eseguito dalla Clinica IVF nella Repubblica di Cipro”. Cipro e la Repubblica Ceca sono centrali in questa storia che comincia ad avere dei lati terrificanti. O “creepy”, per scrivere come la Gen Z.
La prima impressione è quella di essere di fronte a un mercato della natalità. Con questi pacchetti che sembrano vacanze esotiche in posti per super ricchi. Ma, invece, si tratta di donne, uteri, sperma e bambini…
Mi presento come un ragazzo single, desideroso di avere un figlio con “maternità surrogata”.
Contatto il servizio clienti su Whatsapp. Mi presento come un ragazzo single, desideroso di avere un figlio con “maternità surrogata”. La risposta è immediata: mi propongono – come vedete dallo screen – “programmi di maternità surrogata a Cipro Nord (dove l’operazione è legale). Il costo del programma per 1-2 protocolli di trasferimento di embrioni da una donatrice di ovuli è di 31.950 euro, per la nascita di un bambino nella Repubblica Ceca, questo programma costa 38.950 euro. O un altro programma di fecondazione in vitro con un numero illimitato di trasferimenti di embrioni dalla stimolazione di una donatrice di ovuli e una madre surrogata e il tuo sperma a Cipro, questo programma costa 34.950 euro, per bambino nella Repubblica Ceca, rispettivamente 41.950 euro”. Cifre importanti, mica pizza e fichi.
Ecco le cinque fasi del preventivo
Mi faccio inviare il programma dettagliato via mail. Arriva dopo pochi secondi. Servizio super efficiente. Ecco il preventivo dettagliato, diviso in 5 fasi. “Fase 1 – Preparazione del documento e preparazione della madre surrogata (dopo aver firmato un contratto per il supporto informativo e giuridico)”. Aggiungono: Il pacchetto è disponibile per coppie sposate e non, genitori single, LGBT (le indicazioni mediche per la maternità surrogata non sono obbligatorie) Ti guideremo attraverso tutte le fasi del programma, dai primi passi fino alla sua implementazione di successo. Prenderci cura di te è la nostra priorità!”. E ci credo: con quei costi! La prima tranche di pagamento è di 9900 euro e comprende: la scelta di una madre surrogata, la visita complete, la visita pre fecondazione in vitro. Alla donna bisogna anche garantire che abbia una residenza in Repubblica di Cipro dove il processo è legale.
La fase 2 comprende il programma IVF: ovvero la stimolazione di ovulazione per prelevare ovociti. Si fa una puntura del follicolo maturato nel ciclo ovulatorio naturale. L’ovocito prelevato viene fecondato in vitro. Nella terza fase, che costa 4500 euro, il programma dispone “un appartamento ammobiliato per la mamma surrogate con bagno privato dall’inizio del programma fino alla partenza per il parto nel proprio paese di residenza”. Dopo questo processo, io dovrei sborsare altri 12.600 euro per portare la donna, durante la 24ma e 26.ma, a casa mia. A spese mie. Le devo pagare anche l’aereo.
Io provo a immaginare la reazione del mio coinquilino all’arrivo in casa – siamo due a dividere un costosissimo appartamento in affitto – di una donna incinta. Credo ci caccerebbe all’istante. Per la fase 5 non vengono definiti i costi: “Organizzi e paghi in modo indipendente l’assicurazione sanitaria per la madre surrogata, che copre il monitoraggio della gravidanza da 24-26 settimane prima del parto; tu indipendentemente o con l’aiuto del nostro avvocato iscrivi tuo figlio dopo la sua nascita”.
Il mortificante business delle nascite: le cifre folli per una donatrice europea
A questo punto, voglio capirci di più e prenoto una telefonata di supporto con un referente italiano della società.
Un vero e proprio business delle nascite. Donatrici giovani, scelte e pagate, in base alla bellezza, gestanti che si assicurano vitto e alloggio a casa di chi sceglie di avere un figlio con l’utero in affitto, un’azienda che, per farti avere un figlio con la maternità surrogata, intasca cifre che vanno dai 31mila ai 71mila euro. Un macchina di denaro che si gioca sulla pelle di giovani e bambini.
Prosegue il racconto del nostro tentativo di avere un figlio attraverso la pratica di cui si discute in questo periodo tra polemiche, appelli e riflessioni bioetiche.
Il mortificante business delle nascite: la scelta delle ragazze
Dopo aver letto il preventivo per avere un figlio con la maternità surrogata tramite uno dei servizi trovati su Google, ho preso appuntamento con un referente della società Fullsuccess Medical Consulting LTD. Mi contatta tramite Whatsapp. Nella foto profilo, si vede una ragazza dai lineamenti dell’est. Bionda, sorridente. Appena mi telefona, è evidente l’accento tendente al russo. Le chiedo dettagli su come avere un figlio con la maternità surrogata. Mi presento così come avevo fatto online: un ragazzo di 30 anni, single, lavoratore.
“Per prima cosa – mi spiega la consulente – devi andare a Cipro, nella parte turca, per scegliere la ragazza disposta a donare l’organo”. In pratica, mi viene prospettato una sorta di casting o catalogo, quasi come fossero le vetrine a luci rosse di Amsterdam: “Le ragazze hanno massimo 25 anni e sono molto belle. Ma costano in base al loro aspetto estetico”. Una modalità a tratti agghiacciante, simile alla prostituzione. Mi dice che “per la più bella posso spendere fino ai 450 euro”.
Il mortificante business delle nascite: i due pacchetti a prezzi stellari
Nella stessa clinica, che ha sede a Larnaca, sono tenuto a effettuare analisi mediche per evitare che sia portatore di malattie sessualmente trasmissibili. Poi mi tocca lo spermiogramma. Successivamente lo sperma viene prelevato e custodito. Per poi essere usato per la fecondazione surrogata. La consulente mi propone due pacchetti: “Il primo, che costa 31 950 euro, mi offre solo una chance”. In pratica, se la gravidanza va in porto, ho un figlio, altrimenti devo rassegnarmi e versare lacrime sulla cifra spesa. “Il secondo pacchetto, di cui non ti posso dire il prezzo, ti permette opzioni infinite”. Insomma, si paga una somma ignota che garantisce al cento per cento di avere un figlio.
Il mortificante business delle nascite: la gestante a casa del cliente
Ma procediamo con il programma. Dopo aver scelto la donatrice dell’embrione “in base alla bellezza”, e aver consegnato lo sperma, posso tornarmene in Italia. L’azienda si occupa di trovare una gestante. Che non è la stessa persona donatrice. Aggiunge la consulente: “Le gestanti sono perlopiù ragazze provenienti da Kazakistan e Kirgistan: loro non trasmettono il patrimonio genetico. Quindi il figlio o la figlia avranno l’aspetto di una ragazza di Cipro”. Tutto ciò per evitare che i neonati abbiano lineamenti asiatici. Mi incuriosisce questo aspetto, le chiedo un profilo di una possibile donatrice. “Sono tutte ragazze che studiano a Cipro”. Ma non vuole aggiungere altro.
Alla sesta settimana di gravidanza, la gestante dovrebbe arrivare a casa mia. E, a mie spese, dovrei garantirle vitto, alloggio e visite mediche, generali e specialistiche, fino al parto. “Una volta partorito il bambino o la bambina, dovete andare al Comune e registrarvi come padre e madre del neonato”. “La gestante scrive una procura generale in cui dichiara ufficialmente di essere madre del piccolo”. Lei torna nel suo paese d’origine. Pronta a riprendere il tracciato di questo orrendo mercato della natalità.
L’utero in affitto è la ennesima degenerazione del capitalismo che è senza regole.
Con la carta oro puoi comprare tutto.
Schifo senza limiti.
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E ovviamente appoggiatissimo dal PiDDI CON LA SCHWA IN PRIMA LINEA.
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FERMATE Il MONDO, voglio scendere.
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Premetto che l’argomento non mi appassiona granché, perché non ho mai avuto grandi bramosie di paternità.
Visto che non si parla (quasi) d’altro, però, qualche idea, come sempre molto laica, me la sono comunque fatta.
In questo pezzo si parla per oltre tre quarti delle “donatrici”, e solo alla fine delle “gestanti” (titolari dell’utero in affitto).
Mi limito quindi (per ora) alle prime; ci si scandalizza enormemente perché delle ragazze donano (vendono) un ovulo, che viene poi scelto in base a giovinezza, bellezza, fisicità (e magari anche altre doti più nascoste, chissà).
Ma già quando ero bambino si parlava di banche del seme, dove uomini, si suppone giovani, sani, prestanti (e possibilmente con altre doti più nascoste), donavano semi “efficienti” a chi non ne aveva di propri; e queste/i ultime/i, almeno così si narrava, potevano – più o meno – scegliere il donatore in base alle caratteristiche più gradite.
Dove sta la grande differenza?
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L’utilizzo di un corpo umano in cambio di soldi, ecco la differenza.
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E la prostituzione, allora?
Per motivi ben più squallidi, tra l’altro, e senza alcuna “scusante”, tipo rimborso spese (visite mediche, tempo occupato, rischi vari).
Mi sembra che voi maschi siate particolarmente accaniti contro questa pratica.
E magari avete figli propri, avuti con grande facilità, per vie normali, per cui non avete mai avuto motivo per CAPIRE chi non ha avuto la vostra fortuna…e non siete nemmeno donne.
Neanche la fatica di farli, fate.
“Perché non adottarlo?” mi dicevano tutte quelle con figli naturali, che la consideravano condizione uguale, ma molto più onorevole, del figlio proprio, purché ad adottare fossero LE ALTRE, mica loro.
Ma si PAGA profumatamente anche per quello. ECCOME.
E bisogna avere un lavoro indipendente, che ti consenta di star fuori per MESI, perché in Italia non esistono neonati adottabili e comunque c’è la differenza d’età di cui tener conto, come se una si mettesse ad adottare a 20 anni, senza aver provato tutto il legale possibile per almeno altri 20, sempre che una non si sposi già “attempata”.
Io non ho figli.
Non avrei fatto altro che l’inseminazione artificiale omologa, che ho fatto, ma dai 41 in poi, quindi nisba, che poi gli rovinavo le statistiche, a insistere…
Non avrei mai fatto quella eterologa, né avrei mai pensato all'”utero in affitto”, neanche se fosse stata una sorella ad offrirmelo (perché anche questo caso, che ignorate, rientra nei casi, anche senza i soldi di mezzo).
Ciò nondimeno non mi permetto di giudicare una situazione che pure CONOSCO e che quindi posso almeno immaginare.
Perché poi, comunque, i bambini ESISTONO e STOP.
Esistono per i genitori e per tutti noi, esistono soprattutto per SÉ STESSI e hanno gli stessi diritti di quelli nati con una facile, gratuita scopata.
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X Anail:
questo sarebbe giusto, ma prostituzione o no, questo discorso della GPA è diventato già da anni un businnes e a differenza della prostituzione, ha come obiettivo qualcosa di più che un semplice passatempo.
Poi ci sono quesiti legali ancora irrisolti:
1- cosa succede se il bambino non viene accettato dai destinatari per qualsiasi ragione
2-cosa succede se la gravidanza non va a buon fine
3-cosa succede se la madre non vuole separarsi dal figlio.
Mentre la prostituzione, ripugnante o meno che sia, non ha come obiettivo la creazione di una vita umana. Non è esattamente la stessa cosa e può essere (ed è) regolata proprio perché si parla di persone che si spera, siano entrambe adulte e sperabilmente libere.
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Stiamo sempre parlando strettamente delle donatrici, vero? Perché io di quelle parlavo, molto esplicitamente.
Quindi il grande scandalo è rappresentato dal prezzo? Perché anche i donatori di sperma ricevono un compenso. Me ne parlava il collega universitario che donava al tempo (e cercava inutilmente di convincermi a fare altrettanto), e con una breve ricerca ho trovato che oggi tale compenso vale circa 50€.
Chiaro che, oltre a una questione di domanda/offerta, la donazione per gli uomini è molto più semplice e meno invasiva che per le donne, quindi la differenza di prezzo ci sta tutta.
Stiamo parlando di una “donazione” (a questo punto tra virgolette) senza conseguenze; non si tratta di un rene o un polmone, ma di un seme o di un ovulo che, se non donati, andrebbero semplicemente “buttati”, diciamo così.
Quindi no, mi spiace, non mi hai convinto per niente.
Più delicato è il caso delle “gestanti”, che come ho detto richiede approfondimenti (e argomentazioni) più complesse.
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@Anail
Ti sei mai chiesta come potranno sentirsi, nel tempo, quelle donne (perlomeno alcune di loro) che hanno concluso il “contratto”?
E lascio perdere ogni discussione sui variegati e possibili “committenti”.
Per quanto mi riguarda trovo tale pratica assolutamente inaccettabile. Mi fermo qui.
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Il mortificante business delle nascite: la gestante a casa del cliente
A questo punto tanto vale che sia il cliente a provare l’inseminazione diretta, no?
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Guarda che NON funziona così, nei luoghi DECENTI in cui questa pratica è regolamentata.
La “portatrice” NON è la donatrice dell’ovulo, anzi non ha proprio alcun legame genetico col nascituro, tant’è che è stabilito fin dall’inizio che NON possano avere alcun diritto sul bambino, non essendoci neanche il minimo legame biologico, che invece è presente col padre, donatore del seme.
È una scelta della donna, che dev’essere GIÀ madre, e seguire percorsi psicologici, anche con i futuri genitori, anche di un anno o più, prima di procedere.
Gli emolumenti sono semplici rimborsi spese, spese che certo sono superiori a quelle richieste e GIUSTIFICATE da una semplice (si fa per dire!!) adozione che non capisco, a questo punto, perché non si consideri una COMPRAVENDITA del bambino.
Anzi, lo so…
Perché non è il denaro che vi turba, ma probabilmente l’autonomia riproduttiva della donna.
Infatti: “A questo punto tanto vale che sia il cliente a provare l’inseminazione diretta, no?”
E così andrebbe bene, eh?
Così, i soldi non sono più un problema, scommetto…
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X Anail,
ma scusa tanto, l’autonomia riproduttiva della donna la si esercita sopratutto in paesi poveri come l’Ucraina.
Guarda i tre punti che ho elencato sopra: non sono i miei, li ha elencati nel 2016 un avvocato (tra l’altro, parte di un’associazione femminista) e secondo lui non solo non erano, ma non lo sarebbero mai stati, risolti.
E come puoi risolverli?
Tra qualche anno faranno un bell’utero artificiale, così tutti i problemi etici saranno risolti.
Sarà come in Dottor Creator con Peter O’Toole, chissà.
Ma certamente non è l’autonomia riproduttiva della donna che ‘ci turba’.
E’ il mercato che ci magna di brutto con almeno TRE tariffe a seconda delle opzioni esercitate.
Dove la vedi l’autonomia riproduttiva in donne povere ucraine o dell’Asia?
Regolarlo dici? A me sembra che anche così i tre punti di cui sopra non possano essere MAI risolti.
E la prostituzione qui non c’entra niente, parliamo della creazione di una vita terza, non di mezz’ora di ‘affitto’ a scopo ‘ludico’ (per così dire).
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Stai riferendosi a situazioni che sono stata la prima a denunciare per ben 2 VOLTE nei giorni scorsi, anche se in riferimento alle adozioni.
Un Paese che anche per quanto riguarda le adozioni è uno SQUALLIDO MERCATO che esempio vuoi che rappresenti nel caso della gestazione per altri?
È come paragonare il trapianto d’organi dei paesi civili con la vendita degli organi che purtroppo si verifica nei paesi poveri.
Zero paragoni.
Stai usando esempi che non stanno né in cielo né in terra.
È quello che sta facendo questa triste maggioranza, non fatevi trascinare tutti quanti, altrimenti non c’è proprio storia.
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Adesso che Anail ti ha spiegato ben bene, ti senti peggio o meglio, SM?
“Perché non è il denaro che vi turba, ma probabilmente l’autonomia riproduttiva della donna.”: ahahah, se non ci fosse sarebbe meglio non inventarla! Adesso vengono definite così le INCUBATRICI che dovrebbero turbare il sonno di noi maschietti (quei pochi ancora degni di questo nome almeno, che non sono certo quelli a cui pensa la pura)?
Questa è la mostruosità inconsapevole delle “omnia munda mundis”!
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Mi mettono spesso in moderazione i commenti. Probabilmente sono considerato potenzialmente pericoloso ..
🤟😎
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Però assicuro che voglio bene a tutti. Mi farei una birretta perfino con Sambuca.
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Il sogno di Mengele diventato “diritto”…
Se lo avesse saputo che bastava diventare… “sinistro”… E lo avrebbero pure pagato…
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Mo’ che cz c’entra essere “sinistro”?
Infatti gli USA pullulano, notoriamente, di comunisti.
Quanta ignoranza…
Non è mica necessario esprimersi, se non si conosce un argomento.
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Non mi pare che a ” destra” siano molto ansiosi di sdoganare quel mercato.
Inutile nascondersi dietro un dito.
Del resto scegliersi il figlio o la figlia alto, bello e biondo ( la ” qualità” dipende, come per tutte le merci, dai soldi che si spendono) è il sogno di tutti. Sogno ovviamente di quelli che non hanno altro a cui pensare: col Reddito non ci si arriva.
Inutile , Anali, per me è una assoluta vergogna che cerco, come posso, di combattere da anni. A lei invece va bene.
Non siamo tutti uguali, se ne faccia finalmente una ragione.
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La tua è una concezione basata su dati inventati o riferiti a ciò che ti propina la destra, che, nel migliore dei casi, ignora, nel peggiore e più realistico, USA scientemente per i propri fini reazionari.
Tipo la scelta del figlio alto, biondo etc…che utilizzavano anche per contrapporsi all’inseminazione, omologa o eterologa che fosse.
Si chiama uso di argomenti fantoccio per deviare una discussione.
Fatti tu una ragione che tra conoscenza e ignoranza non c’è possibilità di dialogo, specie se dietro, come nel tuo caso, occhieggia la solita ideologia.
Pensa che avrei persino Premesso che non ho mai avuto alcuna intenzione di utilizzare nessuno di questi metodi, pur essendo nella situazione, ma, ovviamente “a me va bene”, eh?
A me va bene SEMPLICEMENTE non combattere contro i mulini a vento e non parlare A VANVERA, senza conoscere la realtà.
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De gustibus…
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