La prima notizia è che, ieri, a Un giorno da Pecora (RadioUno), la sottosegretaria all’Interno, Wanda Ferro, non ha esitato a dissentire (molto garbatamente) dal frasario dei Mollicone e Rampelli. Uno che ha definito la maternità […]

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – La prima notizia è che, ieri, a Un giorno da Pecora (RadioUno), la sottosegretaria all’Interno, Wanda Ferro, non ha esitato a dissentire (molto garbatamente) dal frasario dei Mollicone e Rampelli. Uno che ha definito la maternità surrogata “peggio della pedofilia” e l’altro scandalizzato dalle “coppie gay che chiedono il riconoscimento di bimbi che spacciano per loro” (come se fossero carichi di droga). L’onorevole Ferro è stata eletta nelle liste di Fratelli d’Italia, come i raffinati pensatori di cui sopra, ma ciò non le impedisce di esprimere i propri convincimenti senza per questo chiedere l’autorizzazione del partito. Insieme all’augurio che l’apprezzamento nostro (e di tutte le persone libere) non le nuoccia preannunciamo altre prese di distanza dalle deplorevoli pratiche di appartenenza e di lottizzazione, in arrivo dalla Rai.

Da giorni, infatti, le cronache politiche dei quotidiani riportano i fitti elenchi dei candidati per le direzioni dei tg oltre che per la conduzione di popolari trasmissioni di approfondimento. Accanto a ciascun nome viene apposta una sigla corrispondente al partito lottizzante o al dante causa che ne caldeggia la nomina. È tutto un fiorire di “lo vuole la Meloni”, “reclamato da Antonio Tajani”, “sarà arruolato un uomo della Lega”, tanto che siamo in grado di anticipare (ed è la seconda notizia) la bozza delle lettera circolare che sarà recapitata a diverse testate. “Gentile Direttore, apprendo dal suo autorevole giornale di essere stato candidato (reclamato, arruolato, imposto) dal partito… alla direzione del tg… o alla conduzione del programma… Si tratta di informazioni gravemente diffamatorie poiché nel mio lavoro ho fatto esclusivo affidamento sulle mie qualità professionali e sulla mia riconosciuta indipendenza. Sarà perciò mia cura diffidare qualsivoglia conventicola politica dal proporre il mio nome per qualsivoglia incarico. Distinti saluti”. Seguono svariate firme. Abbiamo infine appreso (ed è la terza notizia) che in segno di solidarietà a Lucia Annunziata i conduttori del servizio pubblico radiotelevisivo pronunceranno la parola cazzo durante i loro interventi. (Ps: una soltanto di queste tre notizie è vera, indovinate quale).