Putin incontra Xi Jinping. La mia tesi è che la Cina abbia iniziato a concepire la guerra in Ucraina come la prima fase della guerra per Taiwan. Per comprendere la prospettiva del presidente cinese occorre leggere le parole […]

(di Alessandro Orsini – Il Fatto Quotidiano) – Putin incontra Xi Jinping. La mia tesi è che la Cina abbia iniziato a concepire la guerra in Ucraina come la prima fase della guerra per Taiwan. Per comprendere la prospettiva del presidente cinese occorre leggere le parole pronunciate il 10 giugno 2022 dal premier giapponese, Fumio Kishida, e capovolgerle completamente. Secondo Kishida: “L’Ucraina oggi potrebbe essere l’Asia dell’Est di domani”. Kishida intendeva dire che, se la Russia vincesse oggi in Ucraina, la Cina avrebbe maggiori probabilità di vincere domani a Taiwan. Questo è esattamente ciò che pensano i cinesi in modo speculare: “Se gli Stati Uniti vincono oggi in Ucraina sulla Russia, è più probabile che vincano domani a Taiwan sulla Cina”. Non occorre scomodare Max Weber per rendersi conto che ogni popolo interpreta la politica internazionale in base al proprio punto di vista che è largamente influenzato dalla situazione in cui si trova. Le parole di Kishida dovrebbero far riflettere. In Italia sfugge a molti, ma la saldatura geopolitica tra Ucraina e Taiwan prende corpo ogni ora speditamente. Questo è il primo punto che vorrei fermare: stiamo attenti, è un fatto grave, molto sottovalutato.

La Cina entrerà in guerra al fianco della Russia? Dipende dallo scenario che prenderà corpo nel prossimo futuro. Se la Russia cadesse in ginocchio, Putin valuterebbe di usare le armi nucleari tattiche. Questo esito catastrofico potrebbe essere evitato se la Cina decidesse di dare tante armi ai russi. Il che avrebbe un vantaggio e uno svantaggio: il vantaggio di allontanare la minaccia nucleare nell’immediato e lo svantaggio di avvicinarla nel futuro. L’ingresso in guerra della Cina, infatti, renderebbe più probabile la terza guerra mondiale. Sto cercando di dire che la guerra deve essere fermata subito. Andando avanti, le cose potranno soltanto peggiorare.

Il mondo sta assumendo sempre più l’aspetto di un campo di battaglia solcato da due grandi blocchi: quello della Nato e quello sino-russo. La prosecuzione del conflitto aggraverà questa polarizzazione. Il fatto che l’Unione europea abbia deciso di super-produrre munizioni per l’Ucraina, dopo che Biden ha fatto sapere di volere sconfiggere la Russia sul campo, rifornendo gli ucraini di una quantità impressionante di mezzi militari, conferma che la Commissione europea è completamente “corrotta”, nel senso inteso da Vilfredo Pareto nella sua teoria della circolazione e decadenza delle élite. Secondo Pareto, una classe dirigente è “corrotta” quando smarrisce la propria capacità di guida. È esattamente ciò che abbiamo davanti agli occhi: Ursula von der Leyen è incapace di guidare; non riesce a fare altro che parlare di armi e invocare munizioni. Nessuno le ha mai sentito pronunciare un ragionamento strategico in questi 13 mesi di guerra ininterrotta. Dalla sua bocca escono soltanto slogan e frasi fatte.

Non meno impressionante è la corruzione della classe dirigente italiana, che opera unicamente come megafono della propaganda della Casa Bianca. La situazione si è addirittura aggravata nelle ultime settimane. I gruppi italiani favorevoli alla guerra, sentendosi sempre più isolati e disprezzati dalla società civile, hanno accresciuto la propaganda rendendo la loro “corruzione” ancora più solare. Più i politici pronunciano slogan come: “Nessuna pace senza libertà”, più rendono evidente di essere corrotti. Pareto prevedeva una sola fine per le classi dirigenti decadenti: una fine molto tragica. Non auspichiamo, ammoniamo. Una classe dirigente morta trascina la società nel baratro: “La storia è un cimitero di aristocrazie”.