Tra i parlamentari del Movimento ha ripreso a circolare la parolina centro che per alcuni deve tornare di moda almeno come tendenza, da mettere accanto al progressismo di Conte

(DI LUCA DE CAROLIS – ilfattoquotidiano.it) – Il ciclone Schlein non se lo aspettava quasi nessuno nel Movimento, a partire da Giuseppe Conte. E ora è già tempo di dibattito sulla rotta. Perché se le primarie del Pd le avesse vinte Stefano Bonaccini, “un neo-liberista” secondo la definizione dell’avvocato, i Cinque Stelle sarebbero tranquillamente rimasti sulla loro linea progressista, coprendo quello spazio a sinistra. Ma ora su totem come reddito di cittadinanza, salario minimo e riduzione dell’orario di lavoro – proposta rilanciata ieri sul Fatto da Roberto Fico – ci sarà la concorrenza naturale della neo-segretaria del Pd, Elly Schlein. Decisa a spostare molto a sinistra l’asse dei dem. Per questo tra i parlamentari del M5S ha ripreso a circolare quella parolina, centro, che per alcuni deve tornare di moda almeno come tendenza, da mettere accanto al progressismo di Conte. “Giuseppe può convincere i moderati che non vogliono andare con Renzi e Calenda” è la tesi di alcuni eletti. E anche un paio di big ricordano che “Conte non ha mai voluto schiacciarsi a sinistra”. Tradotto, l’ex premier che in estate aveva condotto una campagna elettorale in maniche di camicia potrebbe e dovrebbe rimettersi la pochette, per riconquistare voti anche nel ceto medio. Anche se il rischio è quello di incappare nell’accusa di trasformismo, che a Conte hanno gli avversari rivolto sovente, ricordandogli di essere stato prima il premier dei decreti sicurezza di Matteo Salvini e poi quello del governo giallorosa con Pd e Movimento. E comunque c’è anche la spinta di chi non vuole sentir parlare di mutazioni centriste. I fautori di un M5S molto progressista, anzi molto rosso. Non pochi, tra gli 80 parlamentari di un Movimento che si interroga, eccome, sul Pd che verrà. Ieri pomeriggio Schlein salutava con calore alcune deputate grilline. “Elly metterà giovani e donne in segreteria” raccontano dal Movimento. Ma è proprio e innanzitutto contro Schlein che il M5S dovrà giocarsela nelle Europee del prossimo anno, le elezioni che sanciranno chi comanderà nel centrosinistra.