Gentile Giuseppe Conte, a pochi giorni dalle elezioni per la regione Lazio le giro un’obiezione che mi sento rivolgere spesso – da quegli elettori stufi di assistere ai successi della peggiore destra a causa delle divisioni nel […]

(DI ANTONIO PADELLARO – Il Fatto Quotidiano) – Gentile Giuseppe Conte, a pochi giorni dalle elezioni per la regione Lazio le giro un’obiezione che mi sento rivolgere spesso – da quegli elettori stufi di assistere ai successi della peggiore destra a causa delle divisioni nel centrosinistra e che provo a riassumerle. Poiché i sondaggi dicono che Donatella Bianchi non ha chance per la presidenza, se, per ipotesi, una parte consistente dell’elettorato 5stelle convergesse, attraverso il voto disgiunto, sulla candidatura del Pd, Alessio D’Amato forse si potrebbe evitare la vittoria del turbomeloniano Francesco Rocca, o no? Al che cerco, pazientemente, di spiegare come la soluzione D’Amato sia il frutto di un patto (aggiungo scellerato) tra il Pd e Azione, con la condizione tassativa imposta dalla premiata ditta Calenda&Renzi di escludere dall’alleanza il Movimento da lei guidato. Al che mi viene proposta una subobiezione: e se D’Amato facesse delle aperture gradite agli elettori 5stelle, per esempio su reddito di cittadinanza, sanità pubblica, parità di genere eccetera? Al che rispondo che sarebbero tutte belle parole ma prive di sostanza perché ricordiamo tutti che quando D’Amato azzardò una sia pur timida disponibilità a confrontarsi coi 5stelle sulla costruzione a Roma del termovalorizzatore per lo smaltimento dei rifiuti (da sempre osteggiato dei grillini) fu sufficiente una sgridata di Calenda per chiudere il discorso. Al che (e qui arriviamo al punto) mi viene detto ok tutto vero, tutto giusto ma, alla fine della fiera, non facendo votare D’Amato il Movimento 5 stelle avrà comunque spianato la strada a Rocca. Argomento, mi permetta presidente Conte, che se sul piano politico appare assai discutibile sul piano fattuale è difficile da confutare. Mi rivolgo pertanto a lei perché ci aiuti a risolvere il rebus e adopero non casualmente la forma plurale. Poiché, alla luce del disastro del 25 settembre scorso, anche chi le scrive trova insopportabile che per le divisioni dei leader del centrosinistra l’elettorato di centrosinistra – che, numeri alla mano, è maggioranza nel Lazio, come lo è nel Paese – debba essere costretto ad assistere al trionfo bis e tris (se pure in Lombardia le cose andranno come da sondaggi) della ditta Meloni, Salvini e Berlusconi. Un altro boccone amaro, le assicuro, che questa volta neppure con il Maalox sarà facile digerire. Cordialmente.