Via la parola “congrua” per le offerte di lavoro. A Noi Moderati, quarta gamba della coalizione di governo, evidentemente non sono bastati i drastici tagli al Reddito di cittadinanza già contenuti nella legge di Bilancio. Il partito di Maurizio Lupi, infatti, ha presentato […]

(DI ROBERTO ROTUNNO – Il Fatto Quotidiano) – A Noi Moderati, quarta gamba della coalizione di governo, evidentemente non sono bastati i drastici tagli al Reddito di cittadinanza già contenuti nella legge di Bilancio. Il partito di Maurizio Lupi, infatti, ha presentato un emendamento che rende ancora più stringente la sforbiciata contro i poveri. La richiesta, in sostanza, è questa: riconoscere il sussidio ai beneficiari ritenuti “occupabili” per soli 6 mesi e non per gli 8 attualmente previsti dal testo della manovra. Inoltre, nella parte che riguarda le offerte di lavoro, togliere la parola “congrua”. Insomma, per far scattare l’obbligo di accettare una proposta di impiego, questa non dovrà più avere un minimo di requisiti – durata, retribuzione ecc… – ma bisognerà dire di sì a qualunque condizione. Così facendo i Moderati contano di aumentare i risparmi dai 743 milioni attualmente previsti a poco più di 1,1 miliardi. E a chi destinare queste nuove risorse che si libererebbero? Naturalmente, alle imprese, sotto forma di incentivi per chi dovesse assumere appunto persone che prendono il Reddito di cittadinanza.

La norma contenuta nel testo approvato dal Consiglio dei ministri, va ricordato, porterà circa 400 mila famiglie a perdere il Reddito di cittadinanza a partire dal primo settembre. Inoltre, in questi otto mesi saranno comunque obbligati ad accettare la prima offerta di lavoro “congrua”, pena la decadenza. Approvando l’emendamento Lupo, invece, la revoca scatterebbe anche se per proposte indecenti – non che l’offerta congrua richiedesse grandi condizioni – e in ogni caso l’aiuto statale scadrebbe il primo luglio. Già le novità introdotte nella manovra sono state criticate dagli esperti che le hanno definite “inutilmente punitive”. Contro l’ulteriore tentativo di stretta si è espresso il Movimento 5 Stelle, forza politica che rivendica la paternità della misura: “Se l’intenzione della maggioranza è di portare avanti tale proposta, il M5S alzerà subito le barricate. Non permetteremo che, in un momento simile, si continui a giocare in questo modo meschino sulla pelle dei cittadini”, hanno detto i capigruppo nelle commissioni Bilancio e Lavoro della Camera, Daniela Torto e Davide Aiello.