La Russia e il blocco occidentale guidato da Biden, perlomeno in questa fase, hanno più interessi a proseguire la guerra che a fermarla. Vediamo le ragioni di ognuno in favore del conflitto. In primo luogo, non bisogna prestare fede alle dichiarazioni di Biden […]

(di Alessandro Orsini – Il Fatto Quotidiano) – La Russia e il blocco occidentale guidato da Biden, perlomeno in questa fase, hanno più interessi a proseguire la guerra che a fermarla. Vediamo le ragioni di ognuno in favore del conflitto. In primo luogo, non bisogna prestare fede alle dichiarazioni di Biden in favore della pace giacché la Casa Bianca non cambia le proprie strategie di lungo periodo per una guerra di soli nove mesi. Gli Stati Uniti hanno combattuto la guerra in Afghanistan per vent’anni e non avrebbero alcun problema ad alimentare la guerra in Ucraina per quarant’anni, tanto più che non procura vittime americane ed è vantaggiosa perché causa la separazione tra la Russia e l’Europa. Più la guerra si protrae, maggiore è la cesura. Il progetto di lungo periodo di Biden è il dissanguamento della Russia, una strategia geopolitica che richiede decenni, mica nove mesi. Il fatto che Biden menta quando afferma di volere la pace può essere dimostrato agevolmente in molti modi e con numerosi documenti.

Ne scelgo due per motivi di sintesi. In primo luogo, Biden chiede che Putin si ritiri da tutti i territori come precondizione per il dialogo. Non potendo dire che preferisce la guerra alla pace, fa una proposta irrealistica affinché venga respinta dalla Russia. Lo studio delle guerre dimostra che la tipica dinamica che conduce al cessate il fuoco è opposta a quella indicata da Biden. Ecco come funziona: i contendenti si siedono intorno a un tavolo mentre i combattimenti infuriano. Se le parti trovano un compromesso, il cessate il fuoco entra in vigore. Non accade che le parti concordino il cessate il fuoco dopo avere cessato il fuoco: l’assurdo logico della proposta di Biden è autoevidente giacché antepone l’effetto (il cessate il fuoco) alla causa (l’accordo). Il cessate il fuoco non precede il dialogo diplomatico giacché il primo è una conseguenza del secondo. Non a caso, mentre parla di pace, Biden si accinge a trasferire i sistemi antiaerei Nasams dal Medio Oriente all’Ucraina. Altro che volontà di pace: alla fine del 2022, gli Stati Uniti avranno speso circa 100 miliardi di dollari per la guerra in Ucraina.

Chiarita la radice logica della menzogna di Biden, passo a occuparmi della Russia. L’idea dominante nella propaganda all’italiana, secondo cui il cessate il fuoco conviene soltanto a Putin, è palesemente sbagliata. La Russia non trova conveniente il cessate il fuoco per molte ragioni. Ne indico tre. La prima ha a che vedere con i trecentomila uomini gettati nella mischia. Prima di impegnarsi in favore del cessate il fuoco, Putin vuole saggiare gli effetti della mobilitazione parziale da cui pensa di ricavare importanti risultati. La seconda ragione riguarda il bombardamento dell’infrastruttura energetica ucraina. Putin non trova conveniente un cessate il fuoco adesso perché pensa che l’Ucraina potrebbe implodere per mancanza di energia nei prossimi mesi. Una volta privata di acqua, luce e gas, l’Ucraina potrebbe essere presa per sfinimento con grande risparmio di soldati russi. La terza ragione riguarda i soldati russi morti in questi nove mesi. Per mantenere il consenso popolare e dare un senso a quel massacro, Putin deve acquisire almeno il Donbass dove si continua a combattere. La battaglia per il Donbass non può essere arrestata proprio ora che gli ucraini sono in difficoltà a Bakhmut. In conclusione, l’idea secondo cui Putin troverebbe vantaggioso il cessate il fuoco perché il suo esercito è allo sbando, mentre quello ucraino è fortissimo, non ha un fondamento nella realtà.