“Magistrati eversivi, anarchici o cialtroni per l’invio al Copasir di atti dissequestrati a Carrai” . E il ministro promette: “Assoluta priorità al caso”. Alla fine Matteo Renzi ha ottenuto grazie al Question Time in Senato quel che voleva: il ministro Carlo Nordio ha garantito che […]

(DI MARCO LILLO E VALERIA PACELLI – Il Fatto Quotidiano) – Alla fine Matteo Renzi ha ottenuto grazie al Question Time in Senato quel che voleva: il ministro Carlo Nordio ha garantito che si muoverà l’Ispettorato del Ministero per accertare cosa hanno combinato i pm di Firenze trasmettendo al Copasir le carte dell’inchiesta Open e in particolare quelle sequestrate all’amico di Renzi, Marco Carrai. Di più. Sarà data “assoluta priorità” al caso, sollevato peraltro nell’interesse dei cittadini tutti, come ha sottolineato più volte il leader Iv. E d’altronde chi mai potrebbe pensare che si muova nell’interesse suo o del suo amico Carrai?

Non solo. Il Ministro in persona davanti all’intero Senato ha scandito la promessa di un “immediato e rigoroso accertamento” cui seguirà “approfondita valutazione”, frasi ribadite due volte perché a tutti arrivasse chiaro il messaggio. E poi? Seguiranno “necessarie iniziative” con “conseguenziale rapidità”.

Ma cosa ha chiesto Renzi a Nordio? “Noi non vogliamo parlare dell’inchiesta Open anzi i processi si fanno nelle aule giudiziarie”, è stata la premessa incoraggiante. Il senatore-imputato vola alto: “L’interrogazione è su un punto specifico che non riguarda Open, non riguarda noi, non riguarda i parlamentari, ma riguarda chi ci segue da casa”. Poi Renzi va avanti e non parla di bollette: “Perchè qui c’è un fatto, signor ministro. C’è stata un’ordinanza della Cassazione che ha annullato (…) un sequestro fatto nei confronti di uno degli indagati che si chiama Marco Carrai. Potrebbe chiamarsi Marco Rossi, Andrea Bianchi (forse Alberto Bianchi era più calzante, Ndr) non importa”.

La Cassazione, ripete Renzi “ha scritto al pm e al tribunale: ‘Si restituisca il materiale sequestrato senza trattenimento (…) di copia degli atti’. Come dire, prendilo, ridaglielo e butta via tutto (…) Ebbene cosa è accaduto? Che il pm (…) ha scelto di prendere il materiale e di mandarlo al Copasir. La domanda è: indipendentemente dal caso di specie, intanto se lei sia a conoscenza di questo fatto e che provvedimenti intenda prendere nel caso lo ritenga un atto sbagliato. Per noi o è eversivo, perchè i magistrati devono rispettare le sentenze (…) o è anarchico nel senso che a Firenze c’è un giudice che fa come gli pare, oppure è un atto di cialtronaggine da parte del pm. Delle tre quest’ultima la escludo, sulle altre due ascolto la sua risposta”. Nordio asseconda e sa di cosa si sta parlando. Il 5 aprile 2022, intervistato da ‘Radio Leopolda’, l’ex pm proprio sulla sentenza Carrai infatti scandiva: “Mi domando come e perché si continui a insistere quando ci sono 5 pronunce conformi della Cassazione. La stessa possibilità di devolvere alla magistratura il giudizio su cosa sia un partito e cosa no confligge con il principio della separazione dei poteri. Quello nei confronti di Renzi è il primo processo politico al quale assistiamo”.

Ieri, sulla questione Copasir-Carrai, Nordio è stato più sobrio. I fatti dell’interrogazione, ha detto, “saranno oggetto di immediato e rigoroso, sottolineo rigoroso, accertamento conoscitivo attraverso l’ispettorato generale. Successivamente questo dicastero procederà a un’approfondita, e sottolineo approfondita, valutazione di tutti gli elementi acquisiti al fine di assumere le necessarie iniziative. L’indagine conoscitiva avrà assoluta priorità nell’attività ispettiva e le determinazioni che ne deriveranno saranno adottate con la consequenziale rapidità”.

Renzi ha incassato con un sorriso: “Sono molto soddisfatto della risposta del signor ministro (…) di un governo che non appoggiamo” ma “di riconosciuta autorevolezza e serietà”.

In diritto la questione non è semplice: la Cassazione ha effettivamente annullato il 18 febbraio il sequestro a Carrai disponendo la restituzione del materiale sequestrato (comprese la mail e le chat del telefonino, anche con Renzi) senza trattenerne copia. Ed è vero che il pm Luca Turco l’8 marzo del 2022 ha inviato comunque il materiale al Copasir. Sui giornali erano uscite alcune notizie sui rapporti economici leciti con enti arabi di Renzi e di altri soggetti non indagati e probabilmente il Copasir era interessato a capirne di più.

Quel che Renzi ieri non ha spiegato in Senato è che Turco non ha fatto un atto anarchico-eversivo-cialtrone. Il pm ha scelto di inviare anche il materiale già dissequestrato, nonostante la sentenza della Cassazione, perché ha ritenuto che la richiesta provenisse da un organo dello Stato legittimato ad avere quella documentazione. Turco ha scritto chiaramente al Copasir che c’era stata la sentenza della Cassazione su quel materiale e lo ha affidato a un Comitato che ha un alto compito: il controllo parlamentare dei servizi segreti in una logica di tutela della sicurezza nazionale, nell’interesse dei cittadini tutti. E che, proprio per questo, sconta un alto livello di segretezza. Evidentemente il pm ha ritenuto che il valore più alto da tutelare fosse quello pubblico rivestito dal Copasir della sicurezza nazionale rispetto a quello privato, valorizzato dalla Cassazione, della riservatezza del cittadino Carrai.

Nella nota di trasmissione al Copasir il pm Turco scrive: “Rappresento che l’annotazione Gdf 17/2/22 prot. 54737 contiene, tra l’altro, l’esito delle analisi dei reperti informatici sequestrati all’imputato Carrai Marco. Senonché, in data 18/2/22, la Suprema Corte ha annullato tale sequestro, con la conseguenza che le informazioni contenute in tale annotazione sono processualmente inutilizzabili. A fronte di tale annullamento, considerate le finalità istituzionali del Comitato, non condizionato da regole processuali, ritengo comunque doveroso trasmettere anche le sopra indicate annotazioni unitamente alla copia forense del materiale sequestrato al predetto Carrai”. La legge istitutiva del Copasir del 2007 concede al Comitato poteri molto ampi di acquisizione di carte giudiziarie, anche segrete. Davanti al Copasir non vale il segreto istruttorio. Di contro i parlamentari e i funzionari che rivelano notizie sono puniti per rivelazione di segreto con l’aumento di un terzo della pena.