Nonostante i proclami in campagna elettorale, la Legge di Bilancio non porta benefici ai lavoratori con Partita Iva a basso reddito

(Stefano Iannaccone – true-news.it) – La Legge di Bilancio del governo vuole estendere l’applicazione della flat tax per i lavoratori autonomi. Ma la misura toccherà solo 300mila contribuenti senza alcun vantaggio per i redditi più bassi a Partita Iva. Che anzi rischiano di essere penalizzati.
Una manovra che non favorisce i lavoratori autonomi con i redditi più bassi. Perché, a conti fatti, l’estensione del campo di applicazione della flat tax non genera alcun beneficio alle Partite Iva che fatturano di meno.
Anzi rischia di allargare il divario con i lavoratori dipendenti, oltre che con chi invece riesce ad avere dei redditi più alti, fino a 85mila euro appunto.
Non è una manovra per Partite Iva
Prima di tutto perché la portata dell’impatto è limitata: permetterà ad appena 100mila su 3,7 milioni di contribuenti di pagare meno tasse, nell’ordine dei 7mila euro annui. Questo, però, senza evitare il cosiddetto “effetto blocco” della crescita: chi supera la soglia limite si ritrova nella tassazione ordinaria, subendo un vero salasso.
Tanto che, in determinati casi, non hanno stimoli per fatturare oltre: il surplus sarebbe nei fatti divorato dall’erario. Insomma, un limite allo sviluppo in assenza di uno scivolo graduale tra le aliquote.
C’è poi un disincentivo dalla creazione di unione professionale: costringerebbe alla costituzione di una società. Così è scattata la protesta contro le misure, contenute nella bozza della Legge di Bilancio. La richiesta sul tavolo è chiara: servono correttivi per fare in modo che la tassa piatta non penalizzi ulteriormente le Partite Iva più povere.
Duecento euro in più di tasse per i calcoli di Acta
I calcoli sono stati fatti da Acta, l’associazione dei freelance: senza flat tax, un autonomo che fattura 12mila euro all’anno potrebbe pagare 1.666 euro di tasse, mentre con questo sistema finisce per versare 1.800 euro. Mentre un dipendente si trova nella no tax area, quindi non deve niente all’erario. «L’incoerenza e l’iniquità di questo diverso approccio al lavoro dipendente e autonomo è difficilmente spiegabile, probabilmente è la conseguenza dell’ansia dei vari partiti al governo di marcare il territorio e di dimostrare che mantengono le promesse elettorali», denuncia l’associazione.
Da qui la battaglia avviata. «La manovra che è stata solo approvata nel consiglio dei ministri, ma può essere migliorata in Parlamento. Ed è questo che chiediamo», spiega a True-news.it Anna Soru, presidente di Acta.
«Serve una misura a sostegno per i redditi più bassi, ma anche una campagna di informazione perché non sempre la flat tax è il sistema più conveniente». Un cortocircuito, insomma, su cui è difficile mettere mano. «Attenzione al nanismo professionale, dobbiamo permettere ai professionisti di arrivare a guadagnare quelle cifre, ad oggi moltissimi sono al di sotto di questa soglia», avverte Emiliana Alessandrucci, interpellata da True-news.it, presidente del Coordinamento libere associazioni professionali (Colap).
Colap: ecco come il governo dovrebbe intervenire
Un problema che riguarda vari settori, fanno notare dal Colap, dal benessere ai beni culturali. Ma che coinvolge pure le nuove professioni del digitale. Per Alessandrucci, quindi, è necessario «un intervento come l’eliminazione o la riduzione dell’acconto che migliaia di professionisti si apprestano a pagare proprio in questi giorni». In sintesi: un altro nodo da sciogliere.
L’elenco di problemi è del resto lungo e si torna al punto di partenza: le Partite Iva non beneficiano della no tax area e perciò la proposta avanzata è quella di un mini forfettario per i freelance e i professionisti che non riescono a superare almeno i 15mila euro.
Soru insiste: «La flat tax dovrebbe essere applicabile solo sopra una certa soglia. Insomma, bisogna predisporre delle misure che possano davvero equiparare gli autonomi ai dipendenti». Le distorsioni della tassa piatta non mancano: l’adesione al meccanismo impedisce l’accesso alla dedizione dei costi che di fatto provoca una limitazione agli investimenti in innovazione come corsi di aggiornamento e l’acquisto di macchinari nuovi, per esempio i computer.
La flat tax non beneficia le Partite Iva
Una situazione senz’altro paradossale, considerando che storicamente gli autonomi sono una roccaforte elettorale del centrodestra, come testimoniato anche dall’ultima campagna elettorale, in cui da Forza Italia a Fratelli d’Italia è stata tesa la mano ai professionisti. E, sebbene si tratti solo dei primi passi sulle politiche economiche, l’aspettativa dei lavoratori sul governo di Giorgia Meloni era molto più alta rispetto all’ampliamento da 65mila a 85mila euro dei beneficiari della flat tax. Perché il timore è che con il nuovo anno molte Partite Iva siano costrette a chiudere.
“… senza evitare il cosiddetto “effetto blocco” della crescita: chi supera la soglia limite si ritrova nella tassazione ordinaria, subendo un vero salasso.
Tanto che, in determinati casi, non hanno stimoli per fatturare oltre: il surplus sarebbe nei fatti divorato dall’erario. Insomma, un limite allo sviluppo in assenza di uno scivolo graduale tra le aliquote.”
Quello che Bersani ha definito: “effetto distorsivo”. 👍🏻
"Mi piace""Mi piace"
Ormai è conclamata la cosa con un cud inferiore ai 12000 euri glie’ vai sulle balle al governo dei troglos guidato da vilma dammi la clava.
"Mi piace""Mi piace"
Per non far scattare la tagliola del combinato disposto abbandono flat tax/Ritorno ad aliquote piene verrà incoraggiato il nero, l’evasione fiscale.
In questa direzione vanno sia l’innalzamento del tetto al contante che l’abolizione dell’obbligo di accettare pagamenti elettronici con POS.
Una categoria particolarmente privilegiata saranno i tassisti, ¢a va sans dire.
"Mi piace""Mi piace"
Le p. Iva sono coloro che chiedono ai dipendenti di fare sempre di più a retribuzioni sempre inferiori.
"Mi piace""Mi piace"
Aggiungiamoci la reintroduzione dei vaucher come sistema per precarizzare ancor più il lavoro e sfuggire alle sue tutele.
I vaucher furono introdotti dal 2008 al 2017 ed erano come piccoli assegni da convertire in denaro in tabaccheria per piccoli lavori saltuari, con un tetto di 5.000 euro, ma degenerarono subito e furono usati per ogni tipo di lavoro tanto che in pochi mesi ne furono venduti 433 milioni. Introdotti da Maroni n
el Governo Berlusconi nel 2003, furono cancellati nel 2017 dal Governo Gentiloni dopo un dibattito politico tempestoso. I datori di lavoro ne approfittarono subito perché erano esentasse e aumentavano una forma di precariato povero ed estremo, cioè un modo per non pagare le tasse e non mettere in regola i dipendenti. Ora la Meloni li reintroduce alzando il tetto a 10.000 euro. Anche i vaucher favoriscono uno sfruttamento illegale del lavoro, aiutano evasori e ricchi e a sfavoriscono lavoratori e poveri. Possono andar bene per piccoli lavori come baby sitter, lezioni private, piccoli lavoro di giardinaggio, dogsitter…, ma devono avere dei limiti per impedire forme di sfruttamento illecite, se diventano sostitutivi di lavori più importanti e continuativi perché ledono i diritti dei lavoratori. Si voleva far emergere il lavoro nero ma ne è stato fatto un abuso. Furono abrogati perché ritenuti incostituzionali. Per il lavoro occasionale vennero poi introdotti il libretto famiglia e il contratto di lavoro occasionale. Il 1° può essere utilizzato solo da utilizzatori privati, che non hanno un’azienda e non sono liberi professionisti. Al Cpo, invece, possono accedere professionisti, lavoratori autonomi, imprese, associazioni ed enti privati, e le pubbliche amministrazioni. Il 1° è per lavori domestici e lezioni private. Il 2° per piccoli lavori occasionali o saltuari. Chi lavora deve ricevere una retribuzione giornaliera non inferiore a 36 Euro (4 ore lavorative giornaliere). La paga oraria non deve essere più bassa di 9 Euro l’ora. Ci sono regole precise. Per es. non possono usarlo aziende grandi. L’uso dei vaucher fece insorgere lavoratori e sindacati perché se fu fatto un abuso, aumentando il precariato e calpestando le tutele del lavoro. Oggi la Meloni li reintroduce alzando il tetto a 10.000 euro. Il Governo Conte aveva cercato di limitare l’abuso dei vaucher che diventavano sostitutivi di assunzioni in regola, col decreto Dignità, che non ne permetteva l’uso oltre un anno (n casi eccezionali: due). I vaucher sono un tipo di pagamenti che può facilmente cadere in abusi e precarizzare ancora di più il lavoro, tutelando meno i lavoratori.
"Mi piace""Mi piace"