Con tutta la simpatia, ma Carlo Calenda che organizza a Milano una contro-manifestazione per la pace ricorda le spassose vignette del “Gagà che aveva detto agli amici”, disegnate da Attalo e che nel dopoguerra facevano sorridere gli italiani con le fanfaronate […]

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Momenti epici: “In piazza a Milano la stretta di mano tra Moratti e Cottarelli”.
Dai giornali

Con tutta la simpatia, ma Carlo Calenda che organizza a Milano una contro-manifestazione per la pace ricorda le spassose vignette del “Gagà che aveva detto agli amici”, disegnate da Attalo e che nel dopoguerra facevano sorridere gli italiani con le fanfaronate del buffo personaggio.

Ieri pomeriggio, mentre a Roma il serpentone del corteo già sfilava da ore, le immagini di Parco Sempione mostravano un gruppo di “pacifisti” che, a confronto e senza offesa, sembravano sostare lì per organizzare l’apericena. Per carità, se l’obiettivo è quello giusto, anche se un filo contraddittorio, di invocare la pace continuando ad armare Kiev contro l’aggressore Putin, va benone anche riunirsi in una cabina telefonica. Il fatto è che ai Gagà dei nostri tempi i numeri interessano poco ma ogni scusa è buona per strappare qualche titolo sui giornali, convocare qualche telecamera e fare un po’ di casino sui social. Infatti, l’iniziativa di Calenda, e del sodale Matteo Renzi (la cui presenza ci è sembrata un tantino laterale, forse per naturale timidezza) aveva altre due finalità, e molto meno edificanti. Primo: con la scusa della pace, continuare a insultare Giuseppe Conte ed Enrico Letta. Secondo: la presenza di Letizia Moratti, “che assume un significato politico particolare, e che viene vista come la ‘prova del dialogo’ tra l’ex vicepresidente della Regione Lombardia e Terzo Polo, in vista delle Regionali del 2023” (“Repubblica”). Non è straordinario? Si convoca una piazza di brave persone animate da sinceri sentimenti di vicinanza al popolo ucraino, oltre alla presenza di cittadini di quella terra martoriata che soffrono sulla loro pelle e su quella dei loro cari le conseguenze di una guerra bestiale. Mentre, dietro le quinte, si cerca di concordare un’operazione di chiaro stampo elettorale. Al vice di Renzi, Ettore Rosato – il quale ha detto, rivolto a Conte, che “solo gli amici di Putin, i codardi e gli opportunisti si voltano dall’altra parte” –, si potrebbe facilmente rispondere che nella gara del più becero cinismo c’è un nuovo record: usare Zelensky per arruolare la Moratti.