Grillo oggi in senato assemblea col garante e gli eletti. Giuseppe Conte parla a Giorgia Meloni, perché Enrico Letta e il Pd tutto intendano. Nel suo primo intervento da deputato alla Camera – “mi ritrovo dall’altra parte” – rinfaccia alla neo-presidente la continuità […]

(DI LUCA DE CAROLIS – Il Fatto Quotidiano) – Giuseppe Conte parla a Giorgia Meloni, perché Enrico Letta e il Pd tutto intendano. Nel suo primo intervento da deputato alla Camera – “mi ritrovo dall’altra parte” – rinfaccia alla neo-presidente la continuità con Draghi: “L’agenda dell’ex premier la vuole scrivere lei?”. La rimprovera per “non aver neanche accennato alla parola pace”, per poi ribadire il no dei 5Stelle a un nuovo invio di armi all’Ucraina. Prevede facilmente che subito dopo Letta difenderà il premier uscente – “il governo Draghi ha fatto bene” – e che sempre lui, il segretario dem, prometterà sostegno alla linea atlantista di Meloni sulla guerra. Alle sei della sera, dentro la Camera, l’ex premier gioca una partita dentro e fuori il fu campo largo. Rovescia obiezioni sulla leader di Fratelli d’Italia con un discorso contro la guerra e sui diritti, con chiosa sugli studenti manganellati all’università La Sapienza di Roma. Un intervento “per prendere lo spazio di una vera opposizione progressista”, rivendicano i suoi. Fatto per presentarsi come il principale oppositore, in un Parlamento dove il Terzo Polo già ammicca alla maggioranza e Letta ad oggi non ha la forza politica e neppure certe opinioni per recuperare a sinistra. “Serve il salario minimo” prova a metterci una pezza il dem nel suo discorso, consapevole che il primo avversario di questi tempi da marcare è l’ex alleato Conte, a cui prova a sottrarre un totem. Però l’avvocato non deve pensare a congressi o a tonfi elettorali. Ha le mani molto più libere di Letta, anche nel martedì in cui il Garante Beppe Grillo riappare a Roma per poi cenare in serata con l’ex premier.

Stamattina, in un’assemblea congiunta in Senato, Grillo incontrerà vecchi e nuovi parlamentari, riunione che i contiani non avevano certo sollecitato e che ieri non faceva fremere nessuno nel corpaccione del M5S. La milionesima conferma che questo è il Movimento di Conte. È lui a dare subito ai 5Stelle la linea: “Contestate a Meloni di non aver dato soluzioni ai problemi, innanzitutto sul caro-bollette: non ha detto un parola sulla tassazione degli extra-profitti”. Così i vari oratori del Movimento, dal capogruppo Francesco Silvestri alla vicepresidente Alessandra Todde, battono quel tasto: “Da lei presidente solo retorica e nessuna proposta”. Certo, c’è pure il vicepresidente Riccardo Ricciardi che le contesta di “non aver citato i giovani della resistenza”. Mentre la vicepresidente dei deputati, Vittoria Baldino, morde: “La criminalità organizzata si combatte innanzitutto tenendo lontani dalle istituzioni soggetti coinvolti in affari criminali, come mi pare che lei non abbia sempre fatto”. Oggi dovrebbe essere il senatore ed ex procuratore Roberto Scarpinato a insistere sul tema mafie a Palazzo Madama. Nell’attesa, a Montecitorio i 5Stelle soppesano le parole di Meloni. “Ha fatto un discorso da destra sociale” riflette Paola Taverna, mentre Conte si tiene lontano dai cronisti. Con i suoi deputati che giurano: “Il discorso di sinistra lo farà lui…”.

Non tira proprio aria di opposizione unita, quella invocata da Letta. Draghi e le armi restano un fossato tra gli ex giallorosa, e Conte non ha voglia di ridurlo. Piuttosto, cerca il duello con Meloni: “L’ho vista molto volitiva e sicura di sé, le consiglierei prudenza perché la maggioranza dei cittadini non vi ha dato il mandato di promuovere un piano di restaurazione identitaria”. Accusa: “Avete fatto un’opposizione morbida, compiacente a Draghi”. Il messaggio è quello, Meloni è draghiana e finto-nuova: “Ben 11 membri di questo esecutivo, a partire da lei, hanno fatto parte dell’ultimo governo Berlusconi”. E poi, ovviamente, le armi: “La scelta di affidare il ministero della Difesa a chi rappresentava gli interessi delle industrie del settore (Guido Crosetto, ndr) conferma una sicura corsa al riarmo che lei fa in continuità con il governo uscente”. Così sostiene il Conte ostentatamente progressista, che nota: “Lei non ha citato sanità e ricerca”. Sfora il tempo a disposizione, ma prima di chiudere promette “un’opposizione implacabile”. Letta, assicurano i contiani, va a fargli i complimenti per il discorso. Da pontiere, ostinato. Grillo invece è in albergo, dove mette un cartello alla finestra: “Interviste solo in abbonamento”. Per ricordare che c’è.