Ora che l’ambasciata russa l’ha tradotto in italiano – si trova facilmente online – raccomando di leggere il discorso tenuto da Vladimir Putin venerdì scorso al Cremlino, monumento simbolo della millenaria superpotenza russa che oggi vacilla […]

(DI GAD LERNER – Il Fatto Quotidiano) – Ora che l’ambasciata russa l’ha tradotto in italiano – si trova facilmente online – raccomando di leggere il discorso tenuto da Vladimir Putin venerdì scorso al Cremlino, monumento simbolo della millenaria superpotenza russa che oggi vacilla. Trattasi di un vero e proprio manifesto ideologico del nazionalismo aggressivo in cui ritroviamo, aggiornati, tutti i classici argomenti del fascismo novecentesco: l’identità patriottica di un popolo eroico che si batte contro l’avidità delle élite americane e europee moralmente corrotte; le sacre tradizioni minacciate dai burattinai delle migrazioni; l’ideologia gender che mira a distruggere le famiglie; la Russia baluardo di civiltà contrapposto a un Occidente prossimo alla disgregazione; l’economia finanziaria destinata a soccombere di fronte ai detentori delle materie prime. Cos’è, questo, se non fascismo?
Il discorso di Putin chiarisce inequivocabilmente che per lui l’annessione dei distretti di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson è solo il primo passo verso la riconquista dell’intera Ucraina. Se vale infatti per queste regioni “la forte determinazione a tornare nella loro patria storica” e la volontà dei “nostri fratelli e sorelle in Ucraina, parte costitutiva della nostra nazione unita”, non si capisce perché tale richiamo a una storia millenaria non dovrebbe valere anche per Kiev e Odessa. Se ne deduce che i trattati sottoscritti nel 1994 da Mosca riguardo all’inviolabilità dell’Ucraina indipendente sono da considerarsi carta straccia. Non c’è da stupirsi se neanche Paesi considerati amici da Putin, come la Cina e la Serbia, hanno rifiutato di sottoscrivere questa plateale violazione del diritto internazionale. Avvertono anch’essi che incombe sul mondo una premonizione di catastrofe. Ormai violato anche il tabù della deterrenza nucleare, basta poco perché la situazione sfugga di mano agli strateghi militari. Ora noi possiamo recriminare sugli errori compiuti dai vincitori della guerra fredda, che Putin traduce nella “tragedia del crollo dell’Unione Sovietica”. Possiamo ricordare che anch’essi si sono macchiati di crimini. La stessa ascesa al potere dei nazionalsocialisti in Germania venne denunciata da Keynes come effetto nefasto delle umiliazioni imposte ai tedeschi; ma ciò non toglie che il revanscismo aggressivo, allora come oggi, imponga contromisure. Prima che sia troppo tardi. Da secoli l’Ucraina non ha confini stabili ed è afflitta da conflitti etnici sanguinosi. Difficilissimo è garantirvi al tempo stesso la salvaguardia dei diritti delle minoranze e l’integrità territoriale. Ma oggi è evidente che assecondare le mire espansionistiche di Putin con concessioni territoriali, per di più frutto di referendum-farsa e diktat unilaterali, significherebbe solo irrobustire un progetto imperiale che non solo calpesta la volontà di resistenza chiaramente espressa dal popolo ucraino, ma fomenta reazioni in tutta l’instabile Europa orientale: il virus del nazionalismo è maledettamente contagioso. Non saremmo certo più al sicuro se l’Ucraina si fosse arresa. La sua strenua resistenza ha evidenziato che la superpotenza russa ha i piedi di argilla. Potrebbero avere ragione gli osservatori che segnalano il comportamento contraddittorio di Putin: di recente ha lanciato messaggi di disponibilità ad avviare negoziati e ha rilasciato i prigionieri della Brigata Azov; dopo di che i referendum per l’annessione gli sarebbero stati imposti dai leader separatisti del Donbass per timore di venir sacrificati in una eventuale trattativa. Lo zar rischia di vedersi trasformato in apprendista stregone, circondato da signori della guerra che evocano il ricorso alle armi nucleari, scenario apocalittico al quale di certo nemmeno lui può illudersi di sopravvivere.
Il più lungimirante – in questa folle escalation – si conferma papa Francesco. Di fronte al fatto compiuto imposto con mossa disperata da un leader senza scrupoli che ha sbagliato le mosse precedenti – visto che la sua guerra d’aggressione non ha raggiunto l’obiettivo prefissato – occorrono al tempo stesso fermezza e disponibilità al negoziato. Perché l’Ucraina non può lasciarsi sbranare pezzo a pezzo. Ma il suo destino storico rimane quello di essere una terra di mezzo, una vasta zona cuscinetto neutrale, integrata in Europa ma non certo piattaforma della Nato. Chi crede nei valori della democrazia e della pacifica convivenza non può restare indifferente di fronte alla propagazione velenosa dell’ideologia etno-nazionalista di Putin, che nella “guerra patriottica” porta alle estreme conseguenze il culto dell’uomo forte e la xenofobia tipici di tutti i sovranismi con cui stiamo facendo i conti. Ma proprio per questo dobbiamo sapere che la soluzione non verrà da una guerra che rischia di perpetuarsi senza esito, ma da una richiesta immediata di negoziato.
Mi chiedo come mai Lerner non chieda mai alla Nato di fare un passo per garantire che non piazze MAI in territorio ucraino le sue atomiche puntate su Mosca.
Non sarebbe un bel punto di partenza per mettere alle corde Putin?
Evidentemente Gad preferisce, insieme alle forniture di armi, prodursi in voli pindarici.
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*Piazzerá
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@gsi
Be’, non ha scritto “Ma il suo destino storico rimane quello di essere una terra di mezzo, una vasta zona cuscinetto neutrale, integrata in Europa ma non certo piattaforma della Nato.”
A parte l’abuso dei “ma”, mi sembra che lo dica, no? Mi ha persino sorpreso questa sua affermazione!
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Ok Ras,
Ma per un uomo che si dice essere di sinistra come Lerner manca un pezzo al concetto che ha scritto a proposito della vocazione neutrale nei destini dell’Ucraina.
Manca il coraggio dell’accusa netta agli Stati Uniti di aver lavorato per anni per fare il contrario di quel che auspica Lerner.
Il silenzio di Gad, in merito a questo, rimpicciolisce il resto dei suoi ragionamenti in merito all’ideologia di fondo che permea il discorso di Putin che è certamente opinabile e criticabile, ma è, per quel che ho capito io, di molto secondario rispetto alla denuncia dell’aggressività chiarissima dell’Occidente nei confronti della Russia datata ben prima del 24 febbraio.
Perche non ci fosse l’aggressività sarebbe più credibile la denuncia dell’ideologia che rileva Lerner.
Ma l’aggressività della Nato c’è.
È reale. cCon un falchi amerucani e i Draghi europei che vogliono una sconfitta in battaglia dei russi con tutto quel che ne consegue.
Aggressività che Lerner non denuncia mai. Ad alta voce cime si vorrebbe da uno spirito libero.
Leone con Putin ma così pecora con Biden da rendere ambigui e a credibilità sotto i tacchi, ogni suo alto ragionamento.
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Gad Lerner (nel suo caso nome omen è sbagliato: impara poco) si professa di sinistra… esserlo è un’altra cosa. Un radical-chic, magari?
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I vecchi compagni soffrono di troppi complessi di colpa per aver sempre raccontato balle sul paradiso terrestre esistente al di là del muro di Berlino. Tra il 1945 e il 1989 hanno iniziato una guerra civile, diventata cruenta tra il 1960 e il 1992, quando la sezione italiana del PCUS, il partito comunista italiano, fu sciolto dai compagni che speravano di fare dimenticare la loro attività al servizio dell’URSS.
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Tu, ossessionato dai rossi e dai russi, provare a preoccupati un po’ delle fette di salame che portavi su quanto combinavano i tuoi amici insegnanti di democrazia col marchio di Gladio nel paese in cui vivi, mai?
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Farai parte di quelli che non capiscono quello che leggono e non avendo elementi per confutare scrivono la prima cazzata che gli passa per la mente. Intanto non sono io che sono ossessionato dai russi di oggi, ma, forse, chi ha scritto l’articolo.
Non ero neanche ossessionato dagli aderenti alla sezione italiana del pcus, perché sapevo che avrebbero potuto portarci nell’agognato paradiso terrestre perché l’Italia, occupata tra il 1943 e 1945 dalle truppe anglo-americane, alla fine della guerra era stata assegnata al controllo americano. Forse tu non lo sai, ma Gladio era la sezione italiana della rete paramilitare italiana Stay behind per fronteggiare, in caso di guerra tra i due blocchi, la presa del potere da parte delle quinte colonne dell’URSS esistenti in ogni paese occidentale.
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Caro Strabiliato, è la bamba che parla in te, quella stessa di Zelensky e del Rimbambiden…
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Ma questo qua che parla di fascino della Russia (una contraddizione in termini visti i 30 milioni di morti che il nazifascismo costò alla Russia) nulla dice che l’ideologia che è alla base di chi detiene il potere dell’Ucraina odierna, ideologia quella sì dichiaratamente nazista razzista e antiebraica. Incredibile a che cosa possa arrivare la supinità alle “ragioni” degli Usa e della Nato di certi intellettuali..
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la Russia baluardo di civiltà contrapposto a un Occidente prossimo alla disgregazione; l’economia finanziaria destinata a soccombere di fronte ai detentori delle materie prime. Cos’è, questo, se non fascismo?
VERMER colpisce ancora.
Il confratello Zelensky non si tocca, giusto?
Perché non ci racconta come i suoi correligionari vorrebbero l’Ucraina, ovvero un Israele bis ma più grande dell’originale?
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Incredibile come pervenire ad una soluzione diplomatica e ragionevole in senso pacificante attraverso gli sragionamenti più caratterizzanti e cagionevoli dei guerrafondai anti-russi!
Sembra insomma un discorso di Biden tradotto da Letta, chiosato qui e là da un Erdogan e uno Scholz e portato a compimento da un Macron ed un Trump in perfetto scoordinamento. Risolutivo o letale? Sicuramente origeniale e videonario! Però che stress digerirlo: vado finalmente a farmi un sonnellino in discoteca …
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cagionevole, non ragionevole. Ma può andar bene lo stesso, anzi lo stresso!
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ragionevole e non cagionevole, pardon … Lo stresso ha prevalso e il sonno è sempre più assordante. Maledetto Lerner!
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(ma non era molto più coerente l’intero pippone di Putin, postato da Mr. Gatto?! Attendesi disperatamente un miao di conferma… )
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MIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO…
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Finalmente dici qualcosa di sensato, un bel MIAOOOO
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Se vuoi posso bissare: PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR!
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Qualcuno ricordi a Vermer e ai filoNATO di questo forum questi fatti storici oramai passati di mente.
1-nel 1990 e nel 1991, Slovenia e Croazia hanno tenuto referendum sull’indipendenza dalla Jugoslavia senza il consenso delle sue autorità e sono state riconosciute dai paesi occidentali;
2-nel 1991 si sono svolti referendum sull’indipendenza dall’URSS in Estonia, Ucraina, Georgia, Moldova, Turkmenistan, Armenia e Azerbaigian, contrariamente alla volontà della leadership sovietica
3-quando la Repubblica federale di Germania e la DDR furono unite, nessuno chiese il parere della popolazione locale, cioè l’assorbimento della Germania Ovest da parte della Germania Est passò senza referendum.
4-il Kosovo è diventato indipendente con un referendum NON riconosciuto da Belgrado.
Poi, vogliamo andare indietro nel tempo e vedere come gli USA hanno accresciuto ‘democraticamente’ se stessi?
-genocidio degli indiani (vedi California e l’intera costa orientale) più importazione di milioni di schiavi negri dall’Africa.
-annessione Texas e California strappandoli ai messicani
-conquista Hawaii che erano stato sovrano riconosciuto con monarchia locale
-conquista Filippine, strappate di forza agli spagnoli.
Eccola qua, la ‘democrazia’ ameri-cana che piace tanto ai democratici itagliani.
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”’Ma oggi è evidente che assecondare le mire espansionistiche di Putin con concessioni territoriali, per di più frutto di referendum-farsa e diktat unilaterali, significherebbe solo irrobustire un progetto imperiale che non solo calpesta la volontà di resistenza chiaramente espressa dal popolo ucraino, ma fomenta reazioni in tutta l’instabile Europa orientale: il virus del nazionalismo è maledettamente contagioso. ”’
Quindi, il sionista del FQ intende dire che Putin non può proteggere i russofoni mentre la NATO/USA può separare Slovenia, Croazia e Kosovo (con una guerra inventata di SANA PIANTA su una presunta azione di ‘genocidio’ da parte di Belgrado)?
Donbass NO perché gli USA non sono d’accordo, Kosovo SI’ perché lo vuole Washington? Quella città che per inciso, è stata fondata sui territori strappati appena qualche secolo fa agli indiani dell’East Coast?
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@sm scemo
“Il Sionista del FQ”….
Che pezzo di melma sei. Sempre più Infojato per il tuo truce dittatore.
I referendum di annessione del Donbass sono stati una farsa, perché tenuti sotto minaccia armata e dopo accurata pulizia etnica tramite deportazioni in Russia degli ucraini, evento che nessuno più ricorda.
Aggiungiamoci la diaspora verso l’Europa occidentale della popolazione e lo scenario di vigliaccheria è completo.
Intanto il mexdaviglioso esercito straccione dà il meglio di sé verso i concittadini russi richiamati con la mobilitazione parziale.
Maxi rissa tra reclute e soldati in base vicino Mosca
Una maxi rissa tra nuove reclute e soldati è scoppiata in una base dell’esercito russo vicino Mosca.
Secondo quanto riferito dal portale di notizie Baza, “i nuovi arrivati” non hanno ricevuto un caldo benvenuto, ma al contrario “i soldati che prestavano servizio” nella base gli “hanno ordinato di consegnargli i vestiti ed i telefoni cellulari”.
Le nuove reclute, chiamate alle armi nel quadro della mobilitazione parziale annunciata dal Cremlino per sopperire alle perdite in Ucraina, hanno respinto le richieste e ne sarebbe scaturita una rissa nella quale avrebbero avuto la meglio, tanto che circa 20 soldati si sarebbero rinchiusi in un edificio e avrebbero chiamato la polizia per chiedere aiuto.
La zuffa è andata avanti fino all’arrivo delle forze dell’ordine. Entrambe le parti hanno deciso di non sporgere denuncia.
Cioè hanno le reclute più pericolose, pronte ad attaccare, e addestrate, dei soldati veri. Il problema è che vogliono seccare i soldati russi.🤭🤭🤭😂😂😂
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Quando il gioco si fa duro, Boygeorge (cit.) preferisce il liquame delle FOCI, all’acqua pura delle FONTI…
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Cosa spinge un troll ad agire come tale? Prima di tutto, il trolling potrebbe essere un sintomo particolarmente spettacolare di un atteggiamento più generale, che è quello che i sociologi hanno già individuato ed etichettato come la “sindrome del no”. Oggi, le comunità sono difficili da plasmare attorno a valori positivi e progetti di condivisione e costruzione; le comunità prendono più facilmente forma attorno a progetti negativi di opposizione a ciò che è considerato “il mainstream” o “l’establishment”. Da questo punto di vista, l’attrattiva del trolling potrebbe consistere nella sua capacità di offrire un senso di comunità, appartenenza e legittimità a coloro che s’impegnano sadicamente a smantellare il “mainstream morale”. Dato che questo “mainstream morale” nelle società postmoderne diventa sempre più ristretto, i troll devono ricorrere a comportamenti viepiù scandalosi per definire la loro opposizione, al punto che l’unico modo che a essi rimane per generare una posizione esistenziale e un consenso comunitario è di sostenere apertamente la crudeltà. Come il populismo è la rivolta dell’emarginato sociale contro ciò che egli o ella ritiene l’abuso del sistema di rappresentazione politica, così il trolling è la rivolta dell’emarginato morale contro la comunità della morale tradizionale; è sentendosi moralmente superiore o, semplicemente, indifferente rispetto a essa che il troll trae il proprio godimento esistenziale
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@mangiaratt8
Tu di liquami di fogna te ne intendi, per come ti nutri e perché là sei stato C4G4T0 da una bestia demoniaca perennemente in calore.
Oltre che misogino e omofobo sei pure un satanista convinto, avendolo invocato per maledirmi.
Pillon, il tuo idolo, l’ha presa in saccoccia venendo schifato dagli elettori.
L’altro idolo Dugin ha visto la figlia nazistella essere arrostita davanti ai suoi occhi.
Il pagliaccio Kirill comincia a sentire un fiammante e crescente calore all’altezza del deretano ed ha emesso la sua fatwa verso gli ucraini perché Got mit una, ma declinato in russo.
Ora vediamo quanto dura il tuo governo fascio-legaiolo-mafioso.
Ti butta veramente male giustificatore di dittatori.
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@serpe
Hai descritto te stesso.
Perché sei apparso da poco.
Gli utenti storici mi conoscono da anni, sanno che sono conterraneo di pengue e sono una persona in carne rossa.
Voto M5S dal 2013, tranne nelle tornate amministrative.
Ricorderanno i miei strali verso il bibbitaro tetrapoltronaro e bulimico di potere quando non era di moda scriverlo. Semplicemente perché guardo i fatti, la consistenza delle persone e come si traduce in atti e fatti.
Quindi, caro il nostro troll NOVAX e figlio di Pootteen, con me caschi male.
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Ah ah ah!
Heterogonie der Zwecke.
Ah ah ah!
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@jolly ragazzo.
Wer ihn abstreitet, der hat ihn verbreitet.
Grazie anche lei è un caso da studiare nella sociologia applicata.
“ sanno che sono conterraneo…”
Senso di appartenenza che giustifica il suo bisogno di protezione e accettazione.
Tipica emanazione di cultura mafiosa …da figlio di Putin.
Ho fatto la quarta dose e sono conterraneo di ammiocuggino.
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Impagabile! 😂😂😂
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Jollyboy, chiami Referendum farsa perchè tenuti sotto la minaccia armata? il 25 ho votato, come tutti, in un edificio presidiato dalle forze dell’ordinei… eppure non mi sentirei di dire che le elezioni di settembre siano state votazioni farsa. Il problema è che hai il cervello imbonito dalla rai, da Medaset e dai giornaloni Gedi… Ti hanno fatto il lavaggio del cervello e non puoi, quindi capire… ti servirebbe qualche rotolo di carta igienica… ma sono affari tuoi…
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@serpe troll
Senso di appartenenza una fava,visto che mi ha bannato in passato e talvolta mi cancella i commenti.
Tu sei un troll di nuovo conio, motivo per cui ignori chi io sia.
Ora corro a farti le pippe filosofeggiando in compagnia del magnarti. Sai che si eccita quando accenni alla sua coprofagia?
Vi aspetto al varco verso inizio novembre sulla gestione Covid senza mascherine, distanziamento e vaccini, con 38 Milioni di italiani che ancora non si sono infettati e tutti senza la copertura semestrale di una dose di vaccino.
Negli ultimi 7 giorni (27 settembre-3 ottobre) ci sono stati 229.212 casi, in crescita del 58,9%.
Negli ultimi 7 giorni (27 settembre-3 ottobre) il tasso di positività medio è stato del 18%, in crescita del 29,3% rispetto alla settimana precedente (20-26 settembre).
E nello stesso lasso di tempo sono entrate in terapia intensiva covid 123 persone, in crescita del 55,7% rispetto alla settimana precedente (20-26 settembre).
Auguri auguri auguri.
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@jolly ragazzo,
“ motivo per cui ignori chi io sia.”
Scusa chi sei?
Si può tradurre con “ tu non sai chi sono io”
Tipica intercalare discorsivo appartenente alla logica mafiosa … tipica dei figli di Putin.
Ti ripeto che ho fatto la quarta dose … sul serio…se l’argomento ti interessa,(per me l’argomento è da dementi)
Comunque scegli tu … decidi se sono si vax,novax,
Se putiniano,o filoamericano,o filoerdogan.
Quando hai deciso chi sono( scegli tu…ripeto)… a tua scelta.
Posso smontarti tranquillamente nel giro di pochi minuti.
Senza scomodare l’eristica o la scuola eleatica.
Non sono importanti le posizioni intellettuali da difendere,
Ma il cerebrum che si possiede
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Secondo me a questo gli (rafforzativo) levano tutti i crediti fin qui accumulati e lo bocciano all’esame. 😂😂😂
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Jolly boy, cosa scrivi!! 10 gg. Fa tg3 città del donbass rivinta da kiev 30000 abitanti, sono rimasti in 3000, 20000 abitanti dovuti scappare dalle loro case dietro carri armati russi!!!!! Tutti ad intervistare i 3000 abitanti rimasti e dare dell’orco a putin!!!!!
Lo ripeto e lo riscrivo. Quali referendum farsa??? I 20000 costretti a scappare dalle loro case cosa pensi avessero votato?
Che colpa hanno? È una colpa essere nati in donbass con sangue russo? E oltre ad avere sangue russo, parlano russo, è una colpa?
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Ho letto solo il primo paragrafo: facile immaginare il resto. Ho anche letto ( anzi, ascoltato)l discorso di Putin su la7: dal suo punto di vista ineccepibile, come ineccepibili sono le critiche di Lerner ( cioè il punto di vista US) .
Il “nazionalismo” russo versus il globalismo Occidentale. Entrambe le ideologie a fare da schermo a interessi assai prosaici.
Se di “fascismo” occorre parlare ( ricordiamo sempre che il fascismo altro non è che il nome di una delle tante forme del totalitarismo) diciamo che entrambe le ideologie si danno ben da fare per assomigliargli: entrambe escludono ogni altro pensiero. il totalitarismo è appunto tale quando un pensiero unico è in varie forme “prescritto” alla popolazione: con la coercizione, con la censura, col biasimo, col dileggio, con la persecuzione di chi la pensa diversamente: si moltiplicano gli “obblighi” a pensare e poi ad agire in un certo modo.
Perciò:
Il globalismo è incompatibile col nazionalismo ( e viceversa); tante tradizioni nel medesimo luogo = nessuna tradizione (e viceversa); la teoria gender versus la famiglia tradizionale ( e viceversa); L’ Occidente baluardo di civiltà contrapposto alla Russia sull’ orlo della disgregazione ( e viceversa) ; gli interessi della volatile finanza internazionale in cui pochi tengono il mondo al cappio versus chi detiene concretamente le materie prime necessarie ad ogni tipo di sviluppo indistriale ( e viceversa)…
Quindi due totalitarismi ( come piace dire ora, due “fascismi”), contrapposti l’ uno all’ altro ed entrambi utili a perseguire concretissimi interessi.
E’ tutto molto più complicato ( e meno “etico”) di quanto sembri: i “buoni” non esistono: c’è solo chi sta di qua e chi sta di là.
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Gad Lerner non si smentisce mai. Dà del fascista a chi non la pensa come lui dimenticandosi che la storia ha provato inequivocabilmente che
fascismo e comunismo sono due facce equivalenti del totalitarismo. Come disse Ennio Flaiano “I fascisti in Italia si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti.”
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Per far tornare il suo ragionamento cita a sproposito la Cina che non riconosce l’annessione: il Tibet me lo sono annesso io?
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Lerner, che a dire il vero ho sempre disprezzato, ormai cade nel ridicolo pur di fare propaganda bellicista. Chiamare etno-fascismo il progetto putiniano è una tale forzatura alla quale pure un decerebrato potrebbe replicare: scusa Lerner, l’esercito russo che in molte località ucraine è avanzato e ha conquistato, è consapevole che sta lavorando per una logica fascista? No perché non comprendo perché poi, oltre alla bandiera russa, porta come vessillo ( potrete trovare una marea di foto e video) quella rossa, sovietica, con tanto di falce e martello. Me lo spieghi?
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Caro Gar… stai dicendo delle c22ate… io ho letto il discorso… e è la logica di una nazione che difende le proprie identità.
Che gliene fai una colpa?
Meglio essere asserviti agli USA?
Per favore che dici degli ebrei contro i palestinesi da anni? Silenzio vero?
Mi meraviglia che Travagli ti tenga ancora nel FQ!
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Abbas Galljamov ha scritto i discorsi del presidente russo per anni, quando Vladimir Putin era appena arrivato al Cremlino e durante la sua parentesi da premier.
Sull’orazione di venerdì sull’annessione di quattro regioni ucraine è spietato.
“Propaganda al 99 per cento”, dice al telefono con Repubblica da Tel Aviv dove vive in esilio. Oggi consulente politico indipendente, definisce Putin “inadeguato”, “in guerra con la realtà” e “senza strategia”. Così “debole” da poter ricorrere all’arma nucleare come extrema ratio col rischio però di provocare un golpe.
Che cosa pensa delle invettive di Putin contro Usa e Occidente?
“Il 99 per cento di quello che ha detto era solo propaganda. Emozione. Quasi nulla che avesse conseguenze reali.
L’unica cosa degna di nota è stata la sua dichiarazione di essere pronto ad andare al tavolo delle trattative, ma allo stesso tempo di non voler discutere del futuro dei territori annessi. Tutto il resto era pura ideologia.
E in questa ideologia non c’era nulla di inedito. Quasi tutto quello che ha detto venerdì lo avevamo già sentito prima. La retorica anti-colonialista è stata però molto prepotente. In passato ne aveva usato soltanto frammenti. Stavolta sembrava di ascoltare non tanto il presidente della Russia, ma il leader di un Paese africano del Terzo Mondo del secolo scorso che aveva appena ottenuto l’indipendenza”.
Il discorso com’è stato recepito dal pubblico russo?
“Non ha causato che delusione. Sia l’élite che la popolazione hanno capito che Putin non ha più nulla di nuovo da dire.
Il che significa anche che le cose continueranno ad andare allo stesso modo.
Putin non ha mostrato di avere nessun asso nella manica per invertire la tendenza. E la tendenza è negativa. Gli ucraini stanno vincendo sul campo, l’economia russa sta morendo e il malcontento popolare sta crescendo. Avrebbe dovuto presentare un nuovo approccio. E invece niente”.
Putin ha cercato di proiettare un’immagine di forza nel suo momento di massima debolezza. È slegato dalla realtà?
“Proprio così. Putin non è in guerra con l’Ucraina, né con la Nato. È in guerra con la realtà.
Dice di voler negoziare e allo stesso tempo di non voler discutere il nodo principale.
Puoi mettere condizioni se stai vincendo, ma non ora che gli ucraini avanzano. Hanno conquistato Lyman. È solo questione di tempo prima che rioccupino tutti i territori annessi.
Come puoi aspettarti di negoziare e non essere pronto a discutere lo status di questi territori mentre li stai perdendo militarmente? È il comportamento di una persona inadeguata”.
Annettendo nuovi territori e rifiutandosi di negoziare su di essi, Putin non si è lasciato molte vie d’uscita. Quali opzioni gli restano?
“Putin non ha nessuna strategia. Non è lui il leader. Non è lui a guidare, viene guidato. È in balia degli eventi e delle persone. Non ha più il controllo.
Ognuno agisce autonomamente perseguendo i propri obiettivi. È quello che succede quando sei debole e stai perdendo.
Putin non voleva annettere nuovi territori in questo momento. Due settimane fa il Cremlino aveva detto che la questione dei referendum e dell’annessione era sospesa, che prima bisognava vincere sul piano militare e poi si poteva passare alla fase politica.
Dopo pochi giorni le Camere pubbliche delle regioni ucraine separatiste hanno detto di voler entrare immediatamente a far parte della Russia. Questo perché i leader separatisti hanno agito in maniera autonoma.
Dopo il ritiro delle truppe russe da Kharkiv hanno capito di non poter più contare sul Cremlino e di doversi salvare da soli.
Hanno forzato la mano e Putin non si è potuto tirare indietro. Non poteva dire di “no” a quello che dice essere il suo stesso popolo che soffre sotto il regime nazista ucraino.
Ma in realtà non voleva l’annessione adesso. Aveva bisogno di mani libere per negoziare. Ecco perché, all’indomani dell’annuncio dei referendum, ha rilasciato i prigionieri di Azov. Voleva rendere questa pillola amara un po’ più dolce. Mostrare a Kiev un segno di buona volontà.
Putin vuole negoziare. Con ieri lo ha detto già tre volte nelle ultime settimane”.
Lei ha sostenuto che la forza è l’unica fonte di legittimazione per Putin. Ha perso entrambe?
“Decisamente. Sta perdendo forza e legittimazione. Gli umori di protesta crescono. I consensi calano. È una tendenza che probabilmente non riuscirà a fermare. L’unica questione è quanto velocemente si svilupperà”.
Il sistema politico su cui Puin si è retto per 20 anni non è più solido?
“Ci sono profonde crepe. I leader separatisti, ad esempio, hanno forzato i referendum di concerto con Andrej Turchak, segretario del Consiglio generale del partito Russia Unita, agendo contro Sergej Kirienko incaricato di controllare i territori annessi.
Dipenderà tutto da che cosa succederà sul campo di battaglia. Se continueranno le sconfitte, il sistema diventerà sempre più debole e Putin perderà il controllo del Paese finché il regime non crollerà.
Ma se riuscirà a stabilizzare il fronte, o ad avanzare, il regime in una certa misura si consoliderà. Non tornerà mai più a essere forte come era prima del conflitto, ma guadagnerà stabilità. Dipende tutto dall’esercito ucraino”.
Putin ha detto di essere pronto a difendere i nuovi territori “con ogni mezzo possibile”. Quant’è realistica la minaccia nucleare?
“Finora, ogni volta che si è sentito minacciato politicamente, Putin ha scelto l’escalation.
Se perdesse l’offensiva in Ucraina, perderebbe anche il potere. E per lui vorrebbe dire il carcere. Se non gli restasse altra via d’uscita, non è escluso perciò che Putin possa decidere di sferrare un attacco nucleare contro l’Ucraina. Certo, non lo vuole.
Si tratterebbe dell’extrema ratio. Ma la domanda è se l’esercito gli obbedirà.
Perché, se mai Putin decidesse di sferrare un attacco nucleare, vorrebbe dire che è stato totalmente sconfitto sul piano delle armi convenzionali e che ha perso ogni legittimazione agli occhi degli ufficiali dell’esercito. Che a questo punto potrebbero rifiutarsi di eseguire i suoi comandi. E il rifiuto sarebbe un golpe”.
Riassumendo, il folle dittatore ha bisogno che il suo mexdaviglioso esercito vinca le battaglie sul campo, sperando in una piega favorevole degli eventi attraverso il sacrificio della carne da cannone dei riservisti parziali.
Ma l’esercito ucraino sta continuamente a ricevere armamenti occidentali sempre più sofisticati e letali
Forza figli di Pootteen, alzatevi dal divano e correte a combattere nel Donbass.
P.S.
Ma la copertura aerea che avete perorato e vagheggiato quando entrerà in azione? Non avranno certamente paura dei sistemi missilistici NATO-ucraini schierati ad attenderli.
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Lerner farebbe miglior figura a stare scritto ed evitare di scrivere articoli del genere. che buttano nel cesso anni di onorata carriera giornalistica.
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A mio modesto parere lerner e quelli come lui possono andare a cacare. Concordo anche con Carolina.
ma porca miseria, se mi va di essere patriottico sono fascista?
Se mi stanno sulle palle i francesi sono fascista? Decide lerner chi mi deve stare sulle palle?
Se mi sta sulle palle amazon perchè fa chiudere il negozietto cui sono affezionato sono fascista? decide lerner come deve essere gestita l’economia?
Se odio i burattinai perchè pretendono di decidere su tutto e tutti sono fascista? decide lerner chi deve decidere?
Se mi sono diventati simpatici i russi perchè sono gli unici che hanno le palle per menare i bulletti amerikani sono fascista?
Se vedo un travestito vestito da pappagallo e mi fa schifo non va bene? decide lerner cosa mi deve fare schifo?
lerner fascista di m… io voglio essere libero di pensare quel che voglio
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Abbada che a parlare cosi’ ti prendono per una Bolgan, o Cunial, o Barillari, o Mazzucco, o Montanari-Gatti, o Toscano, o Paragone, o … [continua]
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Gad l’amerikano ascoltando il discorso di Putin che somigliava a quelli di Mao e Ho Chi Minh ,ha scambiato lucciole per lanterne . Il paese più reazionario,bellicoso ed imperialista del mondo sono gli Usa e se ne vantano pure, ma il nostro Lerner da quell’orecchio non ci sente
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DISCORSO FOLLE: “ERA PROPAGANDA AL 99%. LUI ORMAI È IN GUERRA CON LA REALTÀ, NON HA NESSUNA STRATEGIA. COME PUOI ASPETTARTI DI NEGOZIARE E NON ESSERE PRONTO A DISCUTERE LO STATUS DI QUESTI TERRITORI MENTRE LI STAI PERDENDO MILITARMENTE? È IL COMPORTAMENTO DI UNA PERSONA INADEGUATA E…”
Abbas Galljamov ha scritto i discorsi del presidente russo per anni, quando Vladimir Putin era appena arrivato al Cremlino e durante la sua parentesi da premier. Sull’orazione di venerdì sull’annessione di quattro regioni ucraine è spietato. “Propaganda al 99 per cento”, dice al telefono con Repubblica da Tel Aviv dove vive in esilio. Oggi consulente politico indipendente, definisce Putin “inadeguato”, “in guerra con la realtà” e “senza strategia”. Così “debole” da poter ricorrere all’arma nucleare come extrema ratio col rischio però di provocare un golpe.
Che cosa pensa delle invettive di Putin contro Usa e Occidente?
“Il 99 per cento di quello che ha detto era solo propaganda. Emozione. Quasi nulla che avesse conseguenze reali. L’unica cosa degna di nota è stata la sua dichiarazione di essere pronto ad andare al tavolo delle trattative, ma allo stesso tempo di non voler discutere del futuro dei territori annessi. Tutto il resto era pura ideologia. E in questa ideologia non c’era nulla di inedito. Quasi tutto quello che ha detto venerdì lo avevamo già sentito prima. La retorica anti-colonialista è stata però molto prepotente. In passato ne aveva usato soltanto frammenti. Stavolta sembrava di ascoltare non tanto il presidente della Russia, ma il leader di un Paese africano del Terzo Mondo del secolo scorso che aveva appena ottenuto l’indipendenza”.
Il discorso com’è stato recepito dal pubblico russo?
“Non ha causato che delusione. Sia l’élite che la popolazione hanno capito che Putin non ha più nulla di nuovo da dire. Il che significa anche che le cose continueranno ad andare allo stesso modo. Putin non ha mostrato di avere nessun asso nella manica per invertire la tendenza. E la tendenza è negativa. Gli ucraini stanno vincendo sul campo, l’economia russa sta morendo e il malcontento popolare sta crescendo. Avrebbe dovuto presentare un nuovo approccio. E invece niente”.
Putin ha cercato di proiettare un’immagine di forza nel suo momento di massima debolezza. È slegato dalla realtà?
“Proprio così. Putin non è in guerra con l’Ucraina, né con la Nato. È in guerra con la realtà. Dice di voler negoziare e allo stesso tempo di non voler discutere il nodo principale. Puoi mettere condizioni se stai vincendo, ma non ora che gli ucraini avanzano. Hanno conquistato Lyman. È solo questione di tempo prima che rioccupino tutti i territori annessi. Come puoi aspettarti di negoziare e non essere pronto a discutere lo status di questi territori mentre li stai perdendo militarmente? È il comportamento di una persona inadeguata”.
Annettendo nuovi territori e rifiutandosi di negoziare su di essi, Putin non si è lasciato molte vie d’uscita. Quali opzioni gli restano?
“Putin non ha nessuna strategia. Non è lui il leader. Non è lui a guidare, viene guidato. È in balia degli eventi e delle persone. Non ha più il controllo. Ognuno agisce autonomamente perseguendo i propri obiettivi. È quello che succede quando sei debole e stai perdendo. Putin non voleva annettere nuovi territori in questo momento. Due settimane fa il Cremlino aveva detto che la questione dei referendum e dell’annessione era sospesa, che prima bisognava vincere sul piano militare e poi si poteva passare alla fase politica. Dopo pochi giorni le Camere pubbliche delle regioni ucraine separatiste hanno detto di voler entrare immediatamente a far parte della Russia. Questo perché i leader separatisti hanno agito in maniera autonoma.
Dopo il ritiro delle truppe russe da Kharkiv hanno capito di non poter più contare sul Cremlino e di doversi salvare da soli. Hanno forzato la mano e Putin non si è potuto tirare indietro. Non poteva dire di “no” a quello che dice essere il suo stesso popolo che soffre sotto il regime nazista ucraino. Ma in realtà non voleva l’annessione adesso. Aveva bisogno di mani libere per negoziare. Ecco perché, all’indomani dell’annuncio dei referendum, ha rilasciato i prigionieri di Azov. Voleva rendere questa pillola amara un po’ più dolce. Mostrare a Kiev un segno di buona volontà. Putin vuole negoziare. Con ieri lo ha detto già tre volte nelle ultime settimane”.
Lei ha sostenuto che la forza è l’unica fonte di legittimazione per Putin. Ha perso entrambe?
“Decisamente. Sta perdendo forza e legittimazione. Gli umori di protesta crescono. I consensi calano. È una tendenza che probabilmente non riuscirà a fermare. L’unica questione è quanto velocemente si svilupperà”.
Il sistema politico su cui Puin si è retto per 20 anni non è più solido?
“Ci sono profonde crepe. I leader separatisti, ad esempio, hanno forzato i referendum di concerto con Andrej Turchak, segretario del Consiglio generale del partito Russia Unita, agendo contro Sergej Kirienko incaricato di controllare i territori annessi. Dipenderà tutto da che cosa succederà sul campo di battaglia. Se continueranno le sconfitte, il sistema diventerà sempre più debole e Putin perderà il controllo del Paese finché il regime non crollerà. Ma se riuscirà a stabilizzare il fronte, o ad avanzare, il regime in una certa misura si consoliderà. Non tornerà mai più a essere forte come era prima del conflitto, ma guadagnerà stabilità. Dipende tutto dall’esercito ucraino”.
Putin ha detto di essere pronto a difendere i nuovi territori “con ogni mezzo possibile”. Quant’è realistica la minaccia nucleare?
“Finora, ogni volta che si è sentito minacciato politicamente, Putin ha scelto l’escalation. Se perdesse l’offensiva in Ucraina, perderebbe anche il potere. E per lui vorrebbe dire il carcere. Se non gli restasse altra via d’uscita, non è escluso perciò che Putin possa decidere di sferrare un attacco nucleare contro l’Ucraina. Certo, non lo vuole. Si tratterebbe dell’extrema ratio. Ma la domanda è se l’esercito gli obbedirà. Perché, se mai Putin decidesse di sferrare un attacco nucleare, vorrebbe dire che è stato totalmente sconfitto sul piano delle armi convenzionali e che ha perso ogni legittimazione agli occhi degli ufficiali dell’esercito. Che a questo punto potrebbero rifiutarsi di eseguire i suoi comandi. E il rifiuto sarebbe un golpe”.
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Discorso condivibile quello di Lerner, la sinistra che fiancheggia Putin è merda allo stato puro.
Mi fanno schifo quanto o forse anche più dei fascisti.
La loro putinisno è stato uno dei motivi che mi ha indotto a disertare le urne, per me questa sinistra non è più votabile.
Sento la puzza di merda pur turandomi il naso.
Mi risparmierò i vostri deliri pseudopacifisti.
Anche sul SuperBonus vete dimostrato che siete solo dei tifosi, per metà idioti, per l’altra interessata difendere a prescindere il partito.
Non siete stati in grado di fare una obiezione, DICO UNA CHE SIA UNA, alle criticità che io ed altri (che operiamo nel settore) abbiamo tentato di farvi capire. Basta leggere i commenti ad un articolo più in basso.
Parlate solo per slogan, voi siete dei “MENOMALE CHE SILVIO C’È”.
Vi basta sostituire “Silvio” con il vostro beniamino protempore, l’altro ieri Vendola, Bertinotti e Boldrini, ieri Di Maio e Grillo, oggi Conte, domani chissà.
Siete dei forzaitalioti di sinistra.
I metodi sono gli stessi, cambiano gli slogan: MENO MALE CHE CONTE C’È.
Avete sempre bisogno di un culo politico da leccare, è più forte di voi.
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Eccolo là, sempre in moderazione.
Il mio linguaggio è più pacato di quello di Travaglio e molto più educato di quello di molti propagandisti che vengono qui a lavorare, a presidiare il blog.
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Bravo Andrea hai sconfitto il senior ingeniere.
È scappato a gambe levate👏
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😉
È sparito, eppure avrei trovato interessante un confronto, ma quando non si hanno argomenti e si parla con slogan o con i “drag&drop”…
😀
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Scusa SM (quello intelligente) ma come hai fatto a replicare al mio commento delle 11:36? Lo trovo ancora in moderazione, quindi suppongo non sia leggibile per nessuno.
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Ops…quasi nessuno 😉
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Guarda che Tufillaro non ne ha sbagliata una, fin’ammo’.
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Ma figurarsi se ho tempo per confutare un IMB3CILLE come te, AndreaEX.
Quando tu e Jolly Gayboy andate in Ucraina a dare manforte, mandate un selfie. Sempre speranzoso che una granata russa vi trasformi in Eroi dell’Ucronazia il prima possibile.
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No coglionr, sei tu che hai voglia di sterminare un popolo di civili inermi.
Visto che si è messa male l’operazione Speciale vai a rinforzare come riservista il mexdaviglioso esercito.
Dai corri, forza.
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Giusto. Sempre più convincenti. Per capire Putin, la Russia di oggi e quindi il clima del Paese bisogna pendere dalle labbra di Galljamov, e perché non da Khodorowsky ( l’oligarca russo, ladro e corrotto, ora a Londra) o da altri suoi simili sparsi in Occidente? Sì è vero, il Mainstream lo fa. E quindi tutto torna. Però seguendovi nella logica di cui siete portatori quando si parla di Movimento 5stelle penderò dalle labbra di Favia e ora di Luigi Di Maio. Ma mi sta benissimo. Però nessuno che mi dice come ne usciamo. Anche solo il suo auspicio, fattibile ovviamente. Chi replica? Andreaex, dai in fondo sei il più coraggioso, da te la risposta me l’attendo. Ammetto, ho perso, non credo apprezzeresti che rinnegassi le ragioni che mi rendevano filoputiniano. Però ho perso e mi ritiro in buon ordine. La mia sconfitta ( che è solo sulle ragioni di un conflitto, non sono russo, non ho parenti russi, non amo nessuna concezione imperialista, non sono fascista né comunista) potrebbe rendere il mondo migliore. Mi evochi uno scenario possibile e auspicabile per il futuro geopolitico della Russia dell’Europa ( Ucraina compresa) e dell’Occidente? Grazie.
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La realtà è che non lo sanno nemmeno loro. Non hanno la minima consapevolezza di essere strumenti di una propaganda guerrafondaia che ha, come fine ultimo, scopi che non possono arrivare a comprendere, perché accecati.
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La notizia sui gasdotti sabotati è già passata in seconda linea, sarà un caso? Per molti è meglio distogliere l’ attenzione dall’ autore del gesto…….
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Dagospia
SONO PIÙ FILO-PUTINIANI I TALK SHOW ITALIANI DI QUELLI RUSSI – SABLIN, IL VICEPRESIDENTE DEL COMITATO DI DIFESA RUSSO, IN DIRETTA TV HA ANNUNCIATO LA DISFATTA RUSSA IN UCRAINA: “SIAMO OBBLIGATI A FERMARCI E RIORGANIZZARCI PER ESERCITRE LE NUOVE REGOLE” – PURE IL DURO E PURO SOLOVYOV, CHE POCO TEMPO FA PROPONEVA A PUTIN DI BOMBARDARE LE CAPITALI EUROPEE, HA DOVUTO AMMETTERE IN TV CHE “LE COSE NON SARANNO FACILI” PER L’ARMATA LESSA
1 – DEPUTATO A TV RUSSA, DOBBIAMO FERMARCI E RIORGANIZZARCI
(ANSA) – “Siamo obbligati a fermarci e a riorganizzarci per creare nuove attrezzature e per esercitare le nuove reclute. E questo richiederà del tempo”. Lo ha detto Dmitry Sablin, vicepresidente del Comitato di difesa, parlando al primo canale della tv russa in merito alla guerra in Ucraina. “Sono convinto che anche nel territorio dell’Ucraina le persone saranno dalla nostra parte”, ha concluso.
«Certo che mi piacerebbe attaccare Kiev stanotte stessa. Ma non siamo in una fiction. Non è che si può accelerare con il telecomando per vedere come va a finire. Bisogna capire che per un certo periodo di tempo, le cose non saranno facili per noi. E non dovremo aspettarci buone notizie. Ci vorranno molta forza di volontà e una grande pazienza strategica».
A momenti c’era da darsi un pizzicotto per capire se l’uomo che con postura più curva del solito stava predicando calma ammettendo anche in modo brusco che l’Operazione militare speciale non va come sperato, era davvero quel Vladimir Solovyov che fino a pochi giorni fa annuiva soddisfatto quando i suoi esagitati ospiti facevano a gara nel proporre il bombardamento delle capitali europee, da Parigi fino a Londra e Berlino, meglio se tutte insieme.
Allora se lo dice lui, conduttore più zelante e famoso di Russia, prediletto di Vladimir Putin, significa che davvero la realtà sta facendo capolino oltre il muro della propaganda eretto dai media di Stato. Anche il suo eterno rivale Dmitry Kiseliov, meno conosciuto da noi ma altrettanto popolare in madre patria, ha effettuato una improvvisa sterzata passando dai consueti toni da marcia trionfale all’ammissione che nel Donbass «la situazione sta diventando molto difficile», mentre il suo inviato al fronte ha osato aggiungere che occorre impedire a Kiev di «costruire sui successi raggiunti finora». Gelo in studio.
Le verità sgradite devono essere fatte filtrare in dosi omeopatiche. Chi ha tentato la terapia d’urto, come fece la giornalista Marina Ovsyannikova quando lo scorso marzo interruppe il telegiornale della sera per mostrare un cartello con sopra la scritta «No alla guerra, non credete alla propaganda», se la passa male. Dopo alterne vicende, comprensive di malevoli sospetti da parte ucraina di essere una doppiogiochista al soldo di Putin, la donna era stata messa agli arresti domiciliari. Da ieri, è una latitante, ricercata dal ministero dell’Interno. Sarebbe scappata all’estero il primo ottobre, portandosi dietro il suo secondo figlio, che ha undici anni. A denunciare la fuga è stato l’ex marito, suo collega.
Tutto procede secondo i piani. Pure ieri Dmitry Peskov ha concluso il suo punto giornaliero con la formula che ripete ormai dal sempre più lontano 24 febbraio. Ma sembra che il Cremlino si stia muovendo in terra incognita. Il portavoce del presidente è dovuto dapprima intervenire per rimettere al suo posto Ramzan Kadyrov, che sente sempre più stretti i panni del leader regionale. Ogni giorno, una trovata. Ieri ha detto di voler mandare al fronte i suoi tre figli di 16, 15 e 14 anni, con annesso video dei loro addestramenti. «È arrivato per loro il momento di cimentarsi in una vera battaglia».
Dopo aver riconosciuto il contributo «importantissimo» che sta dando la Repubblica cecena, Peskov ha rintuzzato l’invito del focoso alleato ad usare armi nucleari a corto raggio in Ucraina. «Nei momenti difficili», ha detto, e anche questo può sembrare una implicita ammissione, «le emozioni dovrebbero essere comunque escluse dal processo decisionale, per il quale preferiamo comunque attenerci a valutazioni molto equilibrate e oggettive». L’uso di queste armi è regolato dalla dottrina militare russa, ha tagliato corto. «E non possono esserci altre considerazioni».
Intanto la Duma ha approvato la legge costituzionale sull’annessione delle quattro regioni ucraine soggette ai referendum che si sono conclusi una settimana fa. A causa di un guasto tecnico, questa la spiegazione ufficiale, il tabellone luminoso ha sancito il voto favorevole di 413 parlamentari, quando i deputati iscritti alla seduta erano invece 408. Nei prossimi giorni ci sarà la scontata ratifica del Consiglio della Federazione, ovvero il Senato. Nel testo non è però specificato quali saranno i confini di quei territori, in questo momento alquanto variabili per via dell’avanzata dell’esercito di Kiev. E sul punto esistono diverse interpretazioni. Peskov ha riconosciuto di non essere in grado di stabilirlo ora.
«Non è chiaro», ha detto, rimandando la questione a non ben definite consultazioni con la popolazione di quei luoghi. All’uscita dalla Duma, Dmitrij Vyatkin, vicecapogruppo di Russia Unita, ha invece dichiarato che le regioni annesse vengono assimilate nei loro precedenti confini amministrativi, anche se alcune zone non sono sotto il controllo dell’Armata russa. Ma è proprio il problema, che assilla gli opinionisti dei talk show, e non solo loro: quelle linee da tracciare su una nuova mappa geografica non sembrano più dipendere dall’esclusiva volontà del Cremlino. Ridicoli come le scimmiette ammaestrate che sbavano e saltano al grido di viva lo zar🐒🐒🐒🐒
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Stanovaya continua: «Fino a poco tempo fa, sembrava che malgrado aspettative fosche e mugugni le élite e i tecnocrati non avrebbe abbandonato il presidente, qualsiasi fosse il costo della vittoria. Ma ora lo scenario è cambiato», aggiunge «fino a settembre la classe dirigente aveva scelto pragmaticamente di sostenere Putin come garante contro la sconfitta. Ma le cose ora si sono sviluppate in modo che ora chi ha posizioni di responsabilità deve scegliere fra diversi scenari di sconfitta. E questo rende Putin più vulnerabile», sottolinea.
Nonostante non tutta l’oligarchia russa fosse favorevole a quella che il Cremlino aveva definito “operazione speciale” in Ucraina, era comunque prevalso il senso di “lealta” nei confronti dello zar. Adesso però la minaccia dell’uso di armi nucleari, una strada senza ritorno, comincia a insinuare nell’élite russa un senso di profonda paura per il proprio futuro. «Se non ci sarà più la vittoria, ci sono solo due opzioni: la sconfitta, che significa il collasso del regime di Putin, con tutti i rischi associati per le élite, o l’opzione nucleare, che significherebbe una minaccia universale alla sopravvivenza fisica» conclude Stanovaya.
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Putin, l’analista Tatyana Stanovaya: «Lo Zar vacilla, l’élite russa teme la sconfitta e vuole abbandonarlo»
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Quel che non capisce la gente idiota come te, è che se cade Putin arriverà uno PEGGIO di lui.
Non c’é soluzione, la Russia NON deve essere destabilizzata o sennò le cose andranno PEGGIO, e non meglio come i torsi come te, AndreaEX e JollyGayBoy sognano.
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Quindi ora non è più come allora, quando sostenevate – alla Orsini (quello che alla fine si è capito che non riesce a gestisce nemmeno l’ovvietà, figuriamoci la complessità) – che tanto valeva che gli ucraini si arrendessero al dittatore Putin perché la Potenza dell’esercito Russo era inarrestabile.
Ora bisogna arrendersi altrimenti arriva uno peggio di putin.
Ma fatti un bel dildo a forna di sarmat con l’effige di Putin e scriviti sul culo Kiev, vedrai come ti diverti.
Qualsiasi opzione è rischiosa, furbone.
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X AndreaEX:
hanno liberato un pò di lettori di Kant dell’Azov.
Approfittane.
Altro che dildo. Te lo fanno sentire loro, il cameratismo.
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1) Slovenia e Croazia: il Vaticano si impose per dare Shengen agli sloveni, e poi se permetti ci fu una guerricciola tra Serbia e Croazia, sai com’e’…
2) il solito Stefano Mencarelli: URSS era una dittatura e quando i baltici e gli stepposi se ne andarono lo fecero con la benedizione di Mosca che aveva le pezze al Berlusconi e le tasche vuote con il rischio di insurrezioni
3) nessuno chiese il parere poiche’ era inutile: lo volevano tutti e parlavano la stessa lingua ed erano la stessa nazione da sempre (e perche’ non citi lo Schleswig-Holstein del 1852, 1864 e 1920?)
4) in Kosovo la maggioranza era albanese e aveva le scatole rottissime dei serbi, e poi si trattava di Jugoslavia. Ancora: sai com’e’
E la Sardegna ai Savoia? E le foibe? E le foibe!?!?!?
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Eccolo, il CLOWN olandese. Non bisognerebbe nemmeno rispondere a quest’imbecill3, ma facciamolo per il gusto di farlo.
1- ‘ci fu una guerricicola tra Serbia e Croazia’.
Che durò pochi mesi. Fomentata dai nazionalisti croati e contro la minoranza serba. Il 19 maggio 1991 tennero un referendum e il 25 giugno dichiararono l’indipendenza dalla Serbia. I serbi croati si unirono all’esercito serbo e scoppiò la guerra d’indipendenza croata che durò fino al 1992.
In Donbass dura da 8 anni, sai com’é. Forse la gente si è stufata di essere TORTURATA, AMMAZZATA e DISCRIMINATA solo perché russofoni.
Ma non pretendo che un idiota come te lo capisca.
2- i paesi baltici se ne andarono di FORZA, esattamente come fanno i movimenti secessionisti di ogni paese del mondo quando si staccano dalla capitale.
3- resta il fatto che non eseguirono nessun referendum e che ‘tutti lo volevano’ lo dici tu, el pueblo non ha potuto esprimersi. Hanno fatto l’accordo e chi si è visto si è visto.
4- sì, com’é che nella tua testa piena di droga tagliata male, il Kosovo ha la popolazione che si AUTODETERMINA, perché ‘è in maggioranza albanese’, mentre in Donbass la maggioranza Russofona NON può farlo?
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Stefano Mencarelli, continui a suicidarti in diretta trafiggendoti con esempi sbagliati. A ritroso: in Kosovo non c’era l’esercito albanese a fomentare morti e torture di dissidenti. Velo di pietoso silenzio sul caso Riunificazione. I paesi baltici avevano una storia centenaria di vessazioni da parte dei russi, imperiali o anti-imperialisti. La tua ignoranza sulla storia dei Balcani e’ seconda solo alla tua impotena euristica.
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L’unico velo pietoso è sul tuo stato mentale, mentecatto drogato da 4 soldi.
Senti quel che hai avuto il coraggio di scrivere:
”in Kosovo non c’era l’esercito albanese a fomentare morti e torture di dissidenti. ”
NO INFATTI, c’era l’UCK da una parte e l’esercito serbo dall’altra.
E infatti, la NATO è intervenuta per salvare dal ‘genocidio’ i poveri albanesi del Kosovo.
Esattamente quel che ha fatto la Russia di Putin, con la sola differenza che in Kosovo le stragi non c’erano, mentre in Donbass le facevano da 8 anni almno.
Sei un CIALTRONE della peggio specie. Come al tuo solito.
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Lerner è un altro che non sta benissimo ultimamente.
Se è fascista chiunque si batte “contro l’avidità delle élite americane e europee moralmente corrotte” allora erano fascisti pure Che Guevara, Simon Bolivar, Garibaldi, e persino le colonie americane che si ribellarono agli inglesi. Ma pure gli indiani che si batterono contro i coloni americani. Tutti fascisti! Anzi etno-fascisti.
“Putin non ha nessuna strategia. Non è lui il leader. Non è lui a guidare, viene guidato.”
Questa poi.
Ma se sono mesi che la Russia è una dittatura assoluta e Putin un dittatore assoluto! (In realtà io lo sospettavo già dai tempi di House of cards). E invece non è nemmeno un dittatore relativo, è solo un povero coglione telecomandato.
E da chi?
Da Kirill mentre prende il sole nudo sul suo yacht nel mar Nero?
Il tizio ce lo dirà nella prossima intervista?
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DI ANTONELLO TOMANELLI
Non appena avrete mezz’ora di tempo, guardatevi su youtube il documentario dal titolo «Per i bambini del Donbass». Più che altro un’opera d’arte. Venne trasmesso su Raitre nel 2016. Cioè un secolo fa, quando la tv italiana non esitava a denunciare le nefandezze di quella democrazia che oggi noi tutti chiamiamo Ucraina.
Parla della popolazione russofona, che il narratore e regista Mauro Belardi considera la vera ricchezza di quella terra. «L’oro di Donetsk» è secondo lui il titolo che il grande Vittorio De Sica avrebbe scelto per un film.
Un ambiente che gli pare straordinariamente familiare, perché come diceva Montanelli «i Russi sono la versione tragica degli Italiani, e gli Italiani la versione comica dei Russi».
Nel rappresentare la tragedia di quella popolazione (la guerra era in corso da ormai due anni) Belardi parte dalla giovane Kristina, uccisa il 27 luglio 2014 insieme alla figlia Kira di dieci mesi da una granata ucraina, mentre le insegnava a camminare in un parco. Diventerà un’icona Kristina, e da tutti verrà ricordata come la madonna di Gorlovka.
Quando è stato girato il documentario, nel Donbass erano 268 le vittime dei bombardamenti di Kiev tra i bambini.
Nel documentario il nemico, anche se non si vede mai, ti tiene per le calcagna. Non c’è abitante del Donbass che non abbia perso un familiare o un parente per mano dell’esercito ucraino.
In genere si viene uccisi a tradimento nel Donbass, non in combattimento. Si muore saltando su una mina mentre si raccolgono funghi, o mentre si cammina per recarsi al lavoro, perché così i cecchini si allenano. Si muore anche durante i funerali, come è accaduto a una madre, colpita dalla distanza mentre piangeva sulla bara del proprio figlio, un ragazzino ucciso il giorno prima da un cecchino mentre andava a comprare il pane.
Il nemico è invisibile anche per i bambini. In una scuola elementare, ad una giornalista viene mostrato un anfratto sotterraneo, che una scolaretta di sette anni chiama «il nostro bunker», spiegando che «qui ci nascondiamo dalla morte». Nel Donbass la morte spia anche i bambini.
Il documentario si chiude su Vladimir, un anziano e testardo contadino che vive a due passi dal fronte, che da anni difende la propria casa dalle pallottole vaganti ucraine, allevando piccioni. Come fosse la rappresentazione della speranza per i più piccoli. Ogni volta gliela danneggiano la casa, e ogni volta lui la ripara.
Quando l’autore gli chiede perché non parte, Vladimir gli risponde con orgoglio che quella è casa sua, e che l’ha tirata su con le proprie mani. Conclude così il narratore: «E se il nemico dovesse sfondare il fronte, non potrà conquistare questa casa, dovrà girarci intorno».
Buona Visione.
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Grazie Tracia.
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Putin ha fissato gli obiettivi della SMO. La smilitarizzazione di un enorme esercito, rifornito per otto anni e rifornito febbrilmente dalle basi e dai magazzini di 30 paesi della NATO, sta andando molto bene. Gli Ukies avevano 750.000 uomini in trincee e posizioni fortificate e incorporati nelle grandi città, protetti da civili ovunque, da Kiev al più piccolo insediamento nel Donbass. L’Ucraina aveva un’importante forza aerea e robuste difese aeree con BUK e S-300 in gran numero.
I russi hanno ridotto notevolmente questo ordine di battaglia. La marina ucraina è sparita. Non ha basi navali funzionanti. Le difese aeree dell’Ukie sono state ridotte a radar mobili e ad alcuni S-300 esistenti. La difesa aerea più efficace che hanno è la tattica di ammassare MANPADS e ricevere avvisi in tempo reale dalla NATO di jet ed elicotteri russi in arrivo. Ciò non ha fermato le forze aerospaziali russe, sebbene sia una difesa di ostacolo che deve essere riconosciuta come una minaccia. L’aviazione ucraina è sparita al 95%, rifornita dalla NATO solo con aerei che rimangono in battaglia per minuti prima di essere ridotti alle perdite.
Oltre 500.000 Ukies sono scomparsi, morti e per sempre fuori dal campo di battaglia. Migliaia di mercenari sono stati uccisi o cacciati fuori dal campo di battaglia.
L’intero scaglione degli ufficiali minori dell’Ucraina è sparito. Gli ufficiali degli Stati Uniti e della NATO sono i comandanti tattici, come le comunicazioni nel documento sul campo di battaglia. Voci americane e britanniche danno i comandi. I video sono disponibili come prova.
Ogni offensiva strategica lanciata da Kiev (e dal comando NATO che gestisce le sue forze armate) è stata distrutta. L’unico terreno che hanno guadagnato è quello ceduto per portare gli Ukies allo scoperto o per riposizionare le forze russe su migliori linee di difesa.
Gli Ukies hanno perso per sempre Mariupol, Kherson, Melitopol, tutta Lugansk, il 65% di Donetsk, il loro accesso al mare (tranne con il permesso russo a Odessa), lo spazio aereo su gran parte dell’Ucraina e il controllo sovrano sui loro servizi pubblici e trasporti sistemi che esistono solo finché i russi lo consentono. L’Ucraina è alla sua quarta mobilitazione totale. Entro la fine dell’inverno avrà perso altri 100.000 della sua carne da cannone. Probabilmente avranno anche perso ciò che detengono nell’oblast di Donetsk.
I russi lo hanno fatto esponendo solo il 15% dei loro militari. Dai segnali in Cecenia è chiaro che Kadyrov potrebbe radunare 100.000 uomini in più che vogliono unirsi alle forze cecene dal Caucaso e da altre terre musulmane fraterne.
Ci sono anche ampi segnali che i siriani e alcuni combattenti africani vogliono unirsi alla Russia nella battaglia contro l’Egemone. Altri 100.000 stranieri potrebbero essere facilmente portati in Ucraina, se necessario.
Quindi, la Russia ha un’enorme quantità di riserve oltre il proprio potenziale di manodopera.
Ciò che i generali hanno fatto è stato inviare acciaio ed esplosivi per smilitarizzare l’Ucraina, non manodopera. Artiglieria, bombe, razzi e missili stanno combattendo la guerra, salvando la manodopera russa e decimando la struttura delle forze armate ucraine.
Dal mio punto di vista, la guerra sta andando molto bene per la missione che Putin ha stabilito.
secondo me è ottimale? Se prendi la SMO come una piccola parte di una guerra più ampia (che in effetti è), questa piccola guerra sta andando molto bene. L’Ucraina sarà distrutta e la NATO non avrà delega. La NATO dovrà inviare la propria forza lavoro. Quella fase della guerra spezzerà l’Alleanza. Gli Stati Uniti dovranno costringere una nuova forza per procura per combattere la Russia nei settori aperti dell’Ucraina. Non saranno in posizioni fortificate. E non avranno civili come scudi.
Se gli Stati Uniti riusciranno a diffondere la guerra in Polonia, Bielorussia e Moldova, alcuni missili ipersonici dalla Russia spegneranno l’entusiasmo di quei paesi della NATO e la Russia si unirà alla Bielorussia in una schiacciante punizione di polacchi e baltici. Se Kaliningrad viene toccato, gli attaccanti perderanno le loro capitali e HQ.
Ciò che l’esercito russo non ha fatto non indica ciò che non può fare. Il GS ha un mezzo per raggiungere l’obiettivo della smilitarizzazione e lo stanno impiegando. Strategicamente, la SMO ha molto successo. Tirare fuori Izyum e Lyman sono punti deboli che non tengono nemmeno conto dello schema militare delle cose. Pedine sul tabellone.
Come previsto, oggi, una volta che i fatti hanno cominciato a fluire, è diventata chiara l’entità del fallimento di tutte quelle “offensive” della VSU. Ci sono ragioni puramente militari per questo e l’isterismo di Petraeus e la quantità di troll Ukie in ogni piattaforma sono i migliori indicatori
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“Siamo circondati e controllati”. Il collasso dell’armata di Putin nell’oblast di Kherson, il racconto dei canali Telegram pro Cremlino
La ritirata russa a Sud. Girkin, l’uomo dell’oligarca Malofeev che fu il comandante dei paramilitari in Donbass nel 2014: «Hanno ripreso in un giorno Davydiv Brid, nel nord di Kherson, che avevamo conquistato in due mesi di corpo a corpo». Un altro blogger: gli ucraini hanno marchiato i loro mezzi con Z e V, significa che dispongono di un sistema di gestione della battaglia in cui tutte le unità sono collegate in rete
Ti bevi proprio tutto zucca marcia
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“Siamo circondati e controllati”. Il collasso dell’armata di Putin nell’oblast di Kherson, il racconto dei canali Telegram pro Cremlino
La ritirata russa a Sud. Girkin, l’uomo dell’oligarca Malofeev che fu il comandante dei paramilitari in Donbass nel 2014: «Hanno ripreso in un giorno Davydiv Brid, nel nord di Kherson, che avevamo conquistato in due mesi di corpo a corpo». Un altro blogger: gli ucraini hanno marchiato i loro mezzi con Z e V, significa che dispongono di un sistema di gestione della battaglia in cui tutte le unità sono collegate in rete
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Ti bevi proprio tutto zucca marcia
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Il bello è che gente come te, che non capisce un ca22o, esulta per la vittoria degli ucronazi, in nome della democrazia.
Che altro dire a parte che ti voglio fortemente a combattere in Donbass, così ti diverti anche tu?
Magari fai la fine che meritano i fan di Zelensky e di Biden.
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Oltre alle solite ca22te sa il tuo mezzo neurone esprimere altro? qualcosa che abbia un senso per esempio. No niente encefalogramma piatto.
Io non sono fan di nessuno, contrariamente a quelli come te che sbavano come lumache invertebrate al cospetto dello zar
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TU che non fai altro che stare dalla parte di Zelensky/Biden/NATO. Ah.
Un tifoso da 4 soldi, alla pari di Loguasto e JollyGayBoy.
Grazie per la lumaca invertebrata. Da te sono medaglie.
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