Joe Biden sostiene che i referendum di annessione russa nel Donbass sono una farsa. Ma dimentica centinaia di operazioni militari Usa che hanno calpestato il diritto internazionale. Il coro intonato dal presidente Biden unisce tutti gli alleati, o quasi, e si amplifica mediante la solita propaganda […]

(DI FABIO MINI – Il Fatto Quotidiano) – Il coro intonato dal presidente Biden unisce tutti gli alleati, o quasi, e si amplifica mediante la solita propaganda: il referendum russo nei territori occupati in Ucraina è una farsa, l’annessione è illegale e viola il diritto internazionale.
Gli Stati Uniti non ne riconosceranno la validità e perciò nessun paese alleato o amico può obiettare, altrimenti guai. Con l’annessione, Putin ha sancito l’esclusione di qualsiasi negoziato futuro. Quindi la guerra continua.
Sommessamente: ma sanno di cosa stanno parlando? Certo e anche bene. Noi cosiddetti “occidentali” siamo i paladini del diritto internazionale, che non definisce farsa nessuno strumento di consultazione popolare e noi italiani siamo specialisti di referendum anche se poi se ne ignorano i risultati. L’annessione russa non è uscita dal cilindro del mago: è il primo risultato di un processo bellico che tende a sottrarre tutto o parte del territorio alla sovranità di uno stato avversario. Quando poi, come nel caso del Donbass, si tratta di territori sottratti a uno Stato che perseguita e massacra una minoranza localizzata, si può perfino parlare di “liberazione” e invocare la “responsabilità di proteggere”.
In merito alla sottrazione di sovranità ai danni di un paese membro delle Nazioni Unite, possiamo tranquillamente dare lezioni al mondo intero: abbiamo sottratto alla sovranità della Serbia una parte di proprio territorio creando un danno enorme a parte della sua popolazione. Con le armi abbiamo sottratto sovranità all’Iraq, all’Afghanistan, alla Libia, alla Siria, al Libano ecc. Le guerre o le “operazioni militari” tipo quelle dell’Onu e della Nato nei Balcani e in Asia Centrale, quelle delle varie “coalizioni di “volenterosi” o di “recalcitranti” in Medioriente e Africa, quelle unilaterali come l’Arabia Saudita nello Yemen, la Francia in Chad, Israele in Libano, Siria e Iraq o gli Stati Uniti in tutto il mondo, da sempre.
Quando nel 1963 Dean Rusk, segretario di stato di J.F. Kennedy, si presentò al Congresso per perorare l’autorizzazione all’intervento militare e della Cia a Cuba, un membro si azzardò ad affermare che gli Stati Uniti “non fanno queste cose”. Rusk allora tirò fuori dal suo carteggio l’elenco di 168 operazioni militari all’estero svolte dagli Stati Uniti dal 1780 al 1945 con e senza l’autorizzazione del Congresso.
Questo dato sorprendente relativo a un secolo e mezzo di storia americana, quando gli Usa non erano ancora una superpotenza, impallidisce di fronte a quello dei periodi successivi. Dai rapporti del Congressional Research Service aggiornati nel 2009 e nel 2021 risultano effettuate altre 100 operazioni militari dal 1945 al 1999 (54 anni) e ben 184 dal 1999 al 2021 (22 anni). E questo senza contare le centinaia di operazioni coperte effettuate dalla Cia con personale e fondi non militari. Rusk concluse la sua esposizione dichiarando che “l’intervento militare all’estero è una costante geopolitica degli Stati Uniti”, ma non convinse il Congresso.
Dopo di lui la costante si è trasformata in esigenza e la politica militare statunitense non è la stampella della politica estera ma la sua guida. La costante è anche diventata il motivo di orgoglio nazionalistico che ha giustificato e consentito l’enorme spesa militare e l’ingerenza in tutti gli affari del pianeta. Per questo la presidenza degli Stati Uniti ha ottenuto l’appoggio bipartisan o quello maggioritario per ogni tipo di intervento militare.
Se da un lato sappiamo bene come sottrarre sovranità, dall’altro disconosciamo il fatto che tale sottrazione manu militari segue sempre la minaccia e/o l’occupazione. Quest’ultima è uno degli istituti più antichi del Diritto internazionale bellico (così si chiamava giustamente fino a quando non fu ipocritamente cambiato in Diritto internazionale umanitario).
Il termine “occupazione” non è una esagerazione, una interpretazione ideologica o un crimine. I Regolamenti dell’Aja del 1907 (inclusi nelle Convenzioni di Ginevra) definiscono l’occupazione militare come la situazione “de facto” (ovvero che prescinde da qualsiasi dichiarazione formale) nella quale forze militari di qualsiasi natura ed entità di un paese esercitano in un altro paese o parte di esso le funzioni di sicurezza. La potenza occupante ha degli ovvi diritti, ma ancor più stringenti doveri di protezione e sussistenza nei confronti della popolazione civile occupata. L’occupazione de facto attuata durante tutte le operazioni citate raramente ha tenuto conto di questa responsabilità. Anzi proprio per evitarla si è sempre cercato di “restituire” alle forze armate del paese occupato il compito della sicurezza anche se in condizioni di dipendenza e incapacità.
Referendum e annessione non saranno riconosciuti e quindi non validi. Sbagliato: i referendum (e quindi i risultati) sono automaticamente riconosciuti quando sono monitorati da organi internazionali. In ogni caso tale riconoscimento non è necessario ai fini della validità. Ogni paese può dire e condannare quello che vuole, ma è il paese che ha indetto il referendum ad assumersene la responsabilità. Il parere degli altri è prettamente politico e non giuridico.
Dell’occupazione e annessione russa in Georgia, Crimea e Donbass possiamo deprecare i metodi solo dimenticando le nostre “occupazioni”, ma esse sono tra i rarissimi esempi in cui l’occupante, tramite l’annessione, previo o senza referendum, si accolla la piena responsabilità della sicurezza militare, la protezione dei civili e il sostentamento della popolazione. Anzi, cambiando lo status dei territori da “occupati” a “propri”, la Russia ha assunto responsabilità e impegni ancora più forti. Obblighi che la stessa Ucraina ha violato per otto anni di seguito trattando i “propri” cittadini del Donbass come canaglie.
Con l’arrivo dell’inverno, della vendetta ucraina e delle armi occidentali la popolazione delle province annesse non avrebbe avuto scampo. Che poi la Russia rispetti gli obblighi sarà da vedere ma anche in questo non possiamo dare lezioni.
Con l’annessione, Putin si è posto in una situazione irreversibile: è vero, ma non significa che si siano esaurite le possibilità di negoziato e sorprende che proprio i responsabili della diplomazia internazionale continuino a dire che non ci sono alternative. Con l’annessione si è tuttavia ribadito che il negoziato deve partire da basi nuove. Ora sta alla politica occidentale e alla diplomazia trovare delle basi comuni. Rinunciare a questo modesto sforzo conduce soltanto alla guerra mondiale. Forse l’ultima.
Generale Mini è sempre un piacere
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Interessante soprattutto nella parte riguardante il numero di interventi durante gli ultimi 20 anni…
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168 operazioni militari all’estero svolte dagli Stati Uniti dal 1780 al 1945.
100 operazioni militari dal 1945 al 1999 (54 anni) e ben 184 dal 1999 al 2021 (22 anni).
Centinaia di operazioni coperte effettuate dalla Cia con personale e fondi non militari.
Un bignami da far leggere alla 🍈
i referendum (e quindi i risultati) sono automaticamente riconosciuti quando sono monitorati da organi internazionali. In ogni caso tale riconoscimento non è necessario ai fini della validità.da “occupati” a “propri”, la Russia ha assunto responsabilità e impegni ancora più forti. Obblighi che la stessa Ucraina ha violato per otto anni di seguito trattando i “propri” cittadini del Donbass come canaglie
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Qualcuno ha visto questa notizia nei nostri antifascisti pro nazisti di casa nostra?
https://www.lantidiplomatico.it/results-Negozio%20ebrei/
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😱🤬
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Non ho trovato nessuna menzione di questo fatto in testate online di cultura ebrea, europee ed estraeuropee. Nonostante i rischi e la legge marziale migliaia di ebrei ortodossi si sono resi nella citta’ di Uman per il Rosh Hashanah, che comincia stasera.
Se non lo denunciano loro, in quale contesto sono state prese quelle immagini? E in quale citta’? E sicuri si tratti di questo fine settimana?
Tutte/i intelligenti qui?
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Mini è un generale dello stato italiano che ha avuto incarichi importantissimi nella Nato. Gomez legge mai i suoi articoli scritti sul suo stesso giornale ? Si direbbe di no .
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Ottimo post..si è dimenticato di menzionare chi per primo ha fatto esplodere due bombe nucleari!
Gli esportatori di democrazia!
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Nessuno e tutti io concordo pienamente sul ruolo fuorilegge degli USA nel gestire i propri interessi all’estero (l’espansione della NATO, guidata dagli USA è la causa primcipale del colpo di testa di Putin in Ucraina prima che diventasse NATO). Ed aggiungo che questa tattica di fare accordi e rimangiarseli è nel profondo del DNA degli americani, l’unico popolo ad aver commesso un vero genocidio: quello degli indiani nord americani (i coloni entravano in terre indiane, questi li attaccavano, arrivava la cavalleria, massacrava gli indiani, negoziato, nuova linea del confine “firmata”…e nuove carovane di coloni che superavano il confine…e cosí via).
Però le atomiche in Giappone avevano (per assurdo) un senso. Innanzi tutto i Giapponesi sono un popolo tostissimo, (ne italiani ne tedeschi hanno mai pensato di schiantarsi con gli aerei sulle navi americane…e poi mi chiamo Onoda!:). Nel conquistare Okinawa (400.000 abitanti) gli americani persero 25.000 uomini (70.000 i militari giapponesi di cui migliaia suicidi e 150.000 i civili!) in 4 mesi di battaglie, bombe, napalm e kamikaze.
La conquista dell’intero Giappone a queste condizioni non era fattibile: chiamati a difendere la patria in una guerra normale i giapponesi si sarebbero immolati tutti.
Le atomiche di Hiroshima e Nagasaki chiusero la guerra in un mese.
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I Onoda il mio com voleva essere un puro riferimento a chi accusa la Russia,per altri motivi,di essere l’unico pericolo nucleare di quest’era,pur sapendo i motivi,non giustificabili per me,degli USA..
Ancora oggi e chissà per quanti anni ancora , i giapponesi stanno subendo dal punto di vista dei contagi e delle condizioni economiche.
Danni generazionali che non possono essere quantificati…cosa che rispecchia la loro politica verso gli allora nativi e verso i popoli del mondo!
Ora se Putin dovesse lanciare delle bombe nucleari…Putin è un assassino..loro invece lo hanno fatto per risparmiare vite umane?
In Vietnam le bombe al fosforo,le bombe a grappolo,le bombe intelligenti …insomma non sono certo dei pacifisti e qui mi apre una porta già aperta da tempo…ora si presenta il dominio dell’Artico…faranno di tutto per crearsi una nuova via e nuove risorse,ma non hanno la loro presenza.
Faranno di tutto per avere ciò che non hanno,,,hanno cominciato con gli attentati al Gas nel Mar Baltico… attendiamo ulteriori sviluppi.
A risentirLa con piacere.
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Mi associo al coro di chi si complimenta col Generale Mini per l’articolo. Anche io mi chiedo se Gomez legga quel che Mini scrive… Boh? A giudicare dalle dirette del FQ su Facebook che giornalmente si susseguono, effettivamente parrebbe che Gomez non sappia cosa scrivano i suoi “ospiti” sul “suo” giornale, considerando anche il suo gusto insostenibile per parlare praticamente solo lui, spesso sopra agli altri, i cosiddetti ‘suoi collaboratori’ (che a volte sembran più schiavi, ma vabbè). Peraltro facendo passare per realtà tutte le sue innumerevoli congetture. Con tutto il rispetto per Peter Gomez, che è persona (lui sì, mica Letta, come lui stesso si ostina a dire da sempre) perbene, sia chiaro.
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Bella la definizione del “Noi cosiddetti “occidentali” che si attaglia perfettamente a questo generale Mini che da pensionato ha dichiarato guerra all’Occidente, alla NATO e agli USA in particolare, colpevoli di ogni nefandezza e illegittimità, snocciolando con estrema superficialità un elenco di nomi di luoghi in cui sarebbero state compiute queste illegalità . Luoghi teatro di conflitti decennali e di ripetute stragi locali , frutto delle responsabilità di tanti protagonisti locali e interventi internazionali non certo privi di giustificazioni, che richiederebbero decine di pagine per spiegarli; e quando afferma categoricamente e semplicisticamente “Con le armi abbiamo sottratto sovranità all’Iraq, all’Afghanistan, alla Libia, alla Siria, al Libano ecc. “, dimentica di dire che poi di fatto, dopo anni di conflitti e bombardamenti, quei paesi sono tuttora (e ahimè) sovrani e più o meno nello stesso caos in cui si trovavano prima. E dove Nato e Usa sono temporaneamente entrati, poi sono anche usciti, e senza risolvere nulla. Curioso poi il riferimento del gen. Mini al Kosovo quando afferma “abbiamo sottratto alla sovranità della Serbia una parte di proprio territorio creando grave danno. …” Evidentemente deve essere in grave crisi di coscienza e pentimento visto che in Kosovo si è guadagnato il titolo di Commendatore dell’ordine militare d’Italia e pure una Croce d’argento al merito dell’Esercito – nastrino per uniforme ordinaria , in quanto ” Generale di corpo d’armata, è stato capo di Stato maggiore del Comando NATO per il Sud Europa e a partire dal gennaio 2001 ha guidato il Comando Interforze delle Operazioni nei Balcani. Dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003 è stato comandante delle operazioni di pace a guida NATO, nello scenario di Guerra in Kosovo nell’ambito della missione KFOR (Kosovo Force)”. Visto questo suo pentimento per aver dedicato anni della sua vita ad una organizzazione criminale come la Nato, sarebbe coerente che restituisse le croci così indegnamente conquistate.
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Mi chiedevo dove fosti finita, nazinonna. Quasi mi preoccupavo di saperti in pezzettini sparsa sul terreno ucronazi del Donbass.
Peccato che non sia così. Ma puoi sempre rimediare, nessuno ti rimpiangerà.
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