Si tratta di un genere tra i più apprezzati del momento perché gli vengono associate alcune caratteristiche di minor impatto sul fisico. Il Times spiega che il vino naturale “è nel migliore dei casi il risultato di un insieme di principi” soggettivi e buone intenzioni

(Alberto Ferrigolo – agi.it) – Il vino naturale è davvero migliore? Se lo chiede il New York Times, sottolineando come il genere sia tra i più apprezzati del momento perché gli vengono associate alcune caratteristiche di minor impatto sul fisico, come meno mal di testa, inesistenti postumi da sbornia, nessun problema intestinale, alcuna sensazione di disidratazione.
Che la percezione, però, corrisponda al vero non è assolutamente dimostrabile scientificamente, anche se il fatto di bere una bevanda definita “naturale” può apparire che sia più sana. Ma è davvero così o si tratta solo di marketing?
Per rispondere all’interrogativo, il Times sostiene che prima di tutto bisogna esser d’accordo su ciò di cui si parla: a differenza dei prodotti con l’etichetta biologica certificata, “che devono aderire a una serie chiara e regolamentata di requisiti”, il vino naturale “è nel migliore dei casi il risultato di un insieme di principi” soggettivi e buone intensioni: come utilizzare uve da agricoltura biologica; non aggiungere il lievito né modificare i livelli d’acidità durante la fermentazione, non filtrare il prodotto finale per conservarne sapori e microbi, non aggiungere solfiti.
Secondo Anita Oberholster, esperta del settore dell’uva e del vino a presso l’Università della California a Davis, il termine “naturale” non è regolamentato, perciò quando un’azienda dice che sta vendendo vino naturale, “è impossibile sapere cosa stia effettivamente affermando”. Uno degli argomenti ricorrenti è che i vini convenzionali possono essere carichi di pesticidi tossici, mentre i vini naturali – coltivati utilizzando pratiche di viticoltura biologica – non lo sono, ma secondo Oberholster, tutto il vino venduto negli Usa, convenzionale o meno, può contenere solo quantità infinitesimali di residui di pesticidi, dunque “i livelli sono molto al di sotto di qualsiasi cosa possa avere un impatto sulla salute umana”, pertanto non si hanno prove che esposizioni così piccole ai pesticidi possano influire sulla salute. Come non c’è alcuna prova che la sbornia “naturale” sia meno grave.
Idem per i solfiti: “A meno che non si sia tra quel 2 e il 3% che soffre di intolleranza ai solfiti, l’esposizione a quelli legalmente consentiti non influirà negativamente sulla salute”, sostiene Amarat Simonne, professore di sicurezza alimentare all’Università della Florida che ne ha studiato gli effetti. Come la convinzione che migliorerebbe la salute dell’intestino e che il rosso potrebbe avere benefici effetti digestivi. Nulla di dimostrato o dimostrabile.
Come comportarsi, allora? Scrive il Times: “Indipendentemente da come viene prodotto, il vino – o qualsiasi bevanda alcolica – può causare danni significativi”. E i pochi studi che sostengono che un consumo moderato di vino può dare alcuni benefici, come il miglioramento della salute del cuore o l’abbassamento del colesterolo, non sono approdati a conclusioni certe, ma i rischi per la salute, come cancro, ipertensione, malattie cardiache, ictus, malattie del fegato e demenza, solo per citarne alcuni, “sono numerosi e ben documentati” invece.
In conclusione? “Se piace il sapore del vino naturale o si vuole aderire all’agricoltura sostenibile, allora bevetelo”, scrive il quotidiano newyorkese, “ma potrebbe anche non esser salutare”, avverte.
Fra qualche mese troveremo sugli scaffali dei supermarket delle bottiglie di vino “non naturale” e saremo contenti di acquistarlo perchè non fa male. La pubbllicità si fa anche senza riempire gli spazi appositi previsti dai giornali di carta e da quelli televisivi.
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https://www.corriere.it/salute/nutrizione/22_settembre_04/latte-sinteticoprodotto-senza-mucche-potrebbe-arrivare-presto-supermercato-878d5374-2884-11ed-9e87-0dc36927f0ff.shtml
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Boh, io so solo che i vini con molti soliti aggiunti mi danno mal di testa.
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Io già bevo vino con bassa gradazione, ma è naturale. Non accetterei mai che la bassa gradazione mi venga imposta. Cari amici stiamo a vedere fra un anno- due che cosa ci propineranno. Sentiamoci .
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E come la ottieni la bassa gradazione,
con uva acerba o con il 50% di acqua?
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E mo’ ci sono pure quelli senza soliti, conservati sottovuoto
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Solfiti
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Vabbe’, adesso, non esageriamo…
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E perché non devo esagerare?
I solfiti sono conservanti.
Se il vino viene tenuto in piccole cisterne inox, dalle quali viene tolta l’aria…,
chiaramente dalla parte alta,
lo stesso non potrà trasformarsi in acido
acetico.
Mi sembra abbastanza elementare Watson!
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Da una parte il vino di qualità è il risultato di studi, di tecnologia, di selezione. Il vino del contadino e soprattutto il vino degli antichi romani al giorno d’oggi sarebbe imbevibile. I tini refrigerati hanno fatto fare un salto di qualità incredibile ai vini bianchi impedendo la perdità dei profumi più volatili… la selezione dei lieviti è un’altra causa dei migliramenti degli ultimi decenni.
Dall’altra l’aggettivo naturale è fuorviante e immotivato. Si trattao di una pura operazione di marketing. Cosa c’è di “naturale” in prodotti che sono stati selezionati in millenni di agricoltura, in vitigni che resistono ai parassiti grazie all’innesto su viti americane. Prendetevi il tempo di guardare alcuni video di Bressanini sui “cibi naturali”…
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SCRIVIAMOLO DAPPERTUTTO : ” E’ PUBBLICITA’ INGANNEVOLE”
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SCRIVIAMOLO DAPPERTUTTO : ” E’ PUBBLICITA’ INGANNEVOLE” PER BERE LE BEVANDE CHE QUALCHE LOBBY SPONSORIZZERA A BRUXELLES
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Rassegnato
Alla prossima”fiera” di Vin Natur tasting che si tiene in concomitanza con Vinitaly in Veneto ti invito a partecipare così se vuoi potrai farti un’idea precisa di chi sono i produttori e cos’è il vino naturale.
Sicuramente non scriverai più un commento del genere.
Per tua conoscenza c’è una frase famosa di Pavese: ” il peggior vino del contadino è sempre meglio del vino industriale”!!!
Se ritieni che Pavese ne sapesse di cibo e vino
Un pochino più di te dovresti incominciare a riflettere. Ricordati comunque che la vita è troppo corta per perdere il piacere della buona tavola.
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No, non ritengo che Pavese ne sapesse di vino e di cibo più di me giusto solo perché è morto nel 1950 e da allora la conoscenza di questi argomenti è progredita enormemente.
Non partecipo a Vinitaly per una seie di ragioni, ma ho avuto modo di comparare qualche volta. Solo per fare un esempio, tra i vini naturali che ho avuto il piacere di assaggiare non ho trovato nulla che possa minimamente competere coi bianchi di Maculan, per restare in Veneto. In ogni caso “vino naturale” resta un ossimoro. Il vino è un prodotto dell’uomo e in natura non esiste! 🙂
Concordo in pieno con la tua conclusione: come disse Johann Wolfgang von Goethe “Das Leben ist viel zu kurz, um schlechten Wein zu trinken.”
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Rassegnato insisto😊
Ho scritto Vin Natur in concomitanza con vinitaly ma dell’ultimo sebbene famossimo non mi interessa parlare.
Comunque gusti son gusti.
Poi che il ” glifosato non abbia gusto così come i trattamenti con prodotti” endo” è riconosciuto da tutti. Però se gli usi per salvare i raccolti o per fare meno fatica in vigna ciò non toglie che i residui ci siano.
Sta di fatto che a Breganze (Vi) qualche vignaiolo di troppo è morto per averne fatto uso 🤗
Ora certo la tecnologia ha fatto passi in avanti sta di fatto che i poveri paesani quando é tempo di trattamenti non è che tutti hanno il trattore super accessoriato dove potersi rifugiare🤦♂️
Rassegnato da come scrivi mi sembri una persona per bene.
Se vieni in Veneto fammi sapere ti ospito a casa mia tu porti i tuoi vini io ti faccio assaggiare i miei .
Sarebbe interessante.
Non parlo tedesco 😂
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IO CONTINUO A BERE IL MIO MERLOT (UN BICCHIERE E MEZZO A PRANZO ED ALTRETTANTO A CENA, NON FUORI PASTO) CHE SO DA DOVE VIENE, CHI E COME LO PRODUCE E NON FA PESANTEZZA ALLA TESTA. MA, ANALOGAMENTE , NON E’ VIETATO ASCOLTARE VASCO ROSSI INVECE DI MOZART.
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Chiunque, negli USA, scriva cose del genere è, come minimo, cieco. Quel Paese ha una piaga che si chiama OBESITÀ MOSTRUOSA, non la si vuole vedere e ci vengono ad ammorbare con queste storie ?
Medico, cura te stesso.
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Io produco vino naturale, ma per scelta etica non appongo nessuna informazione al riguardo in etichetta. La prima motivazione sta nell’ecosistema che circonda le mie vigne: tendiamo a dimenticare che un campo non è un organismo a sé stante, ma condivide aria, acqua e suolo con un sistema molto più ampio. Se questo sistema è corrotto dall’uso di pesticidi che rendono silenti i campi, eliminando ogni tipologia di insetto, dall’uso di diserbanti che tolgono ogni varietà autoctona generando una monocoltura a vite, e inquinato da farmaci sempre più pesanti a livello di smaltimento del suolo e della falda… Bhe trovo che sia normale dire che anche le mie vigne, pur senza nessuno di questi tragici ingredienti, portate ad un regime di autoregolamentazione dopo anni di cure, non potranno MAI definirsi realmente naturali. Detto ciò non è una scelta di marketing, in quanto non ne sfrutto nessun beneficio pubblicitario, è una scelta di buon senso, è una etica personale. So che se tutti facessimo così sui nostri alimenti avremmo risolto una larga fetta del danno che ogni giorno apportiamo all’ambiente e a noi.
PS: Se volete bere vino convenzionale accomodatevi, ma prima informatevi su come e quanto trattano, su quali molecole vede oltre all’uva quella bottiglia e cercate di essere sinceri col mondo e col vostro corpo, perché un’alternativa esiste e l’abbiamo sempre avuta tra le mani, ma essendo uomini, abbiamo dovuto condirla con il nostro artificio.
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cha tipo di vino produci? dove ?
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Produco vino per conto di una piccola cantina nel pavese. Le principali varietà autoctone resistenti della zona: Barbera e Croatina. Anche se il mio primo studio sui vini naturali l’ho portato avanti in Valtellina con alcune pertiche di Nebbiolo Chiavennasca. Pure in questo secondo caso circondato dal diserbo e dai pesticidi tanto da bruciare l’erba dei campi e renderla di un sano colore arancione.
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Io produco vino a 980 m di altitudine sull’Appennino Modenese e nessuno nelle vicinanze utilizza diserbanti ma pecore al pascolo .venite ad assaggiare..Merlot cabernet SAVIGNON…
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se vengo da quelle parti, preparami un bicchiere,non sono gran bevitore ma vengo dal Friuli e me ne intendo
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Gli str.nzi ameri cani che producono e bevono il peggior vino in assoluto vogliono attraverso i new yorker avere voce in capitolo.
Andassero a ca.are sulle ortiche che crescono rigogliose in Ukraina.
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Bravo Sergio.
Davide ma hai riletto prima di postare “produco vino per una piccola cantina del pavese”
Mi torna strano.
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Sono dipendente di una piccola azienda pavese, perciò non mi sento la responsabilità di definire mio quel vino, mi sento in dovere di dire che assieme al proprietario lo produco, aiuto nel processo produttivo.
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Solo stupidate per vendere domani agli idioti di turno polverine da mischiare con l’acqua e fare il vino puro ,prodotti sicuro da chi l’uva non la può coltivare e con questa gente si sta creando una guerra alla dieta mediterranea ,l’olio d’oliva ,il formaggio , la pasta di grano duro , ecc.ecc..meglio le polveri di latte per il formaggio che il latte puro
È chiaro che un mondo di commercianti pazzi,vorrebbero che mangiassimo vermi e grilli invece di bistecche , perché le mucche inquinano figuratevi i dinosauri ,per quello si sono istinti scoreggiavano pesante
Pensate se non è guerra commerciale aziende italiane ,grandi nomi da quando.ero piccolo ,e sono del 58 già erano lì ,1 Ferrero per la prima.in Belgio kinder sorpresa ,ritirato in belgio ,2 Buitoni pizza ritirata in Francia ,3 pasta de Cecco ritirata in Italia , 4 vurstel Aia come sarà che sono solo le aziende Italiane a dimenticavo l’oglio d’oliva meglio il greco che l’italiano ma da quando la Von den leyer farebbe meglio a licenziarsi per incompetenza e ignoranza e chi gli da a mente booooh meditate gente meditate
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