A disastro puntualmente avvenuto è necessario, ma non sufficiente, cogliere le responsabilità di chi ha sbagliato tutto nell’ultimo miglio. I numeri dimostrano che la partita era contendibile, e che se Enrico Letta e la dirigenza del Pd non avessero impedito […]

(DI TOMASO MONTANARI – Il Fatto Quotidiano) – A disastro puntualmente avvenuto è necessario, ma non sufficiente, cogliere le responsabilità di chi ha sbagliato tutto nell’ultimo miglio. I numeri dimostrano che la partita era contendibile, e che se Enrico Letta e la dirigenza del Pd non avessero impedito la coalizione ‘di resistenza’ con i 5 Stelle, si sarebbe arrivati a un sostanziale pareggio, e a un Parlamento ben diverso. Invece ora – grazie all’ovvia profferta dei mercenari Renzi e Calenda – la Costituzione è in pericolo: e su questo il Paese dovrà reagire, con pacifica determinazione, nelle scuole, nelle fabbriche, nelle piazze.
Per tutto il resto, non basta una veloce plastica facciale al vertice del Pd: o c’è una comprensione profonda delle cause dell’arrivo al governo della destra di tradizione fascista, o questo governo durerà a lungo.
La prima cosa da capire è che le elezioni non le ha vinte la destra: le hanno perse tutti gli altri. I voti assoluti del blocco di destra non sono aumentati: si sono polarizzati sulla forza più nera, ma sono sempre circa 12 milioni, cioè circa il 26 % degli aventi diritti al voto. In particolare, Fratelli d’Italia è stato votato da circa il 15%: cioè da un italiano e mezzo su 10. Se con questi numeri l’estrema destra si prende l’Italia, è perché l’elettorato di centrosinistra e dei 5stelle si astiene in massa, concorrendo al vero evento di queste elezioni: l’eclissi di un terzo abbondante degli italiani (36,09%). Capire le ragioni, recenti e antiche, dei 18 milioni di non votanti significa capire in quale direzione andare.
Il Pd è stato il pilastro dell’operazione Draghi, il cui messaggio era chiaro: la politica non serve più, il voto è inutile, il Parlamento pericoloso. La soluzione era un governo paternalista calato dall’alto: come si poteva pensare che il risultato non fosse un’astensione maiuscola? Solo il giornalismo servile e cieco del nostro Paese poteva cantare per mesi un consenso che non esisteva, se non in quell’establishment che il governo dei Migliori garantiva. Già, perché la virata oligarchica del governo Draghi non solo commissariava la democrazia, ma lo faceva a favore dello stato delle cose, e cioè dei più ricchi. Se il Movimento 5 Stelle si è, in parte, salvato, è solo perché è sceso giusto in tempo dalla barca Draghi. Ma i suoi sei milioni di voti regalati all’astensione sono il prezzo per l’errore madornale di esserci salito. (Anche la polarizzazione sull’estrema destra, rimasta astutamente fuori dal governo Draghi, è un ovvio frutto della geniale operazione che ha visto l’alta regia di Mattarella).
Ma il governo Draghi è solo l’ultimo sintomo: l’Italia come è oggi, è opera del centrosinistra. È a esso che dobbiamo lo smontaggio sistematico del progetto della Costituzione. Fu un governo di centrosinistra a decidere una guerra illegittima sia per la Carta dell’Onu, sia per la nostra. L’avvio della precarizzazione dei rapporti di lavoro, con la sua scia di vite distrutte e povertà, lo dobbiamo alla riforma Treu, governo Prodi. L’abbandono del ruolo dello Stato nell’economia (e dunque nella vita dei cittadini) è avvenuto con privatizzazioni e liberalizzazioni volute da governi di centrosinistra. La mancanza di una seria legge contro la concentrazione dei mezzi di informazione è frutto della prima legislatura dell’Ulivo. La “federalizzazione” dei diritti, che oggi ne impedisce l’uguale attuazione sul territorio nazionale (pensiamo alla sanità!), inizia con le riforme di Franco Bassanini. L’autonomia differenziata (cioè l’abbandono definitivo del Mezzogiorno) nasce dalla riforma del titolo V del 2001, e oggi è una bandiera di Bonaccini. La linea securitaria Turco-Napolitano-Minniti è la radice dei Decreti sicurezza di Salvini. E non parliamo di Renzi, che di tutto questo tradimento fu il pirotecnico gran finale. È su queste macerie che la destra – rimasta l’unica realtà politica con un progetto – vince.
Ma attenzione: anche questa destra di matrice fascista governerà attuando l’agenda Draghi (che è poi il pilota automatico degli ultimi decenni), fondata su politica economica neoliberale e atlantismo prono e armatissimo – mettendoci di suo ‘solo’ l’attacco ai diritti civili, e un ancor più forte securitarismo razzista.
Per la sinistra, fare davvero opposizione, dunque, significa cambiare tutto, rimettere in discussione tutto. E costruire politiche diverse, che si porteranno dietro persone diverse. Per il Movimento 5 Stelle significa accelerare senza tradimenti nella direzione indicata da Giuseppe Conte negli ultimi mesi, liberandosi da zavorre e contraddizioni.
Quale forza, o quale alleanza, riesce oggi in Italia a tradurre in progetto politico le cose che – sui tre cardini: giustizia sociale, ambiente e pace – dice il leader più radicale del mondo, papa Francesco? La risposta è: nessuna. Quando ci sarà una proposta del genere, il consenso della destra avrà i minuti contati.
mi sono fatto questa idea che la “sinistra” ha volutamente lasciato vincere
la destra perchè per la situazione attuale è decisamente meglio così….
putin/berlusconi
salvini/russia
bla bla/bla bla
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Caro Montanari, sarai bravissimo in storia dell’arte, ma, probabilmente, capisci poco di dati elettorali. Ovviamente potresti anche capire molto, ma potresti manipolarli per portare acqua al mulino antidemocratico dei sinistri, i quali hanno un concetto strano della democrazia. Per i sinistri, se vincono loro con il 25% dei voti espressi ha vinto la democrazia e possono modificare la costituzione a loro piacimento come successe nel 2013. Se vincono gli altri, anche con 51% dei voti validi non hanno il diritto di governare attuando il loro programma elettorale perché sarebbero minoranza rispetto agli aventi diritto al voto, perché chi si astiene farebbe parte di chi perde le elezioni.
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Ottimo e abbondante, caro Strabiliato.
D’altronde da uno che scrive “La prima cosa da capire è che le elezioni non le ha vinte la destra: le hanno perse tutti gli altri.” cosa aspettarsi?
E’ quest’acqua quaquaraquà:
“Ci sono Comuni come Parma e Comacchio dove noi abbiamo NON VINTO perché vorrei ricordare che Parma e Comacchio erano governati dal centro-destra.
Pier Luigi Bersani”
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troll
s.m. inv.
1 MITOL Folletto dispettoso e maligno della mitologia scandinava, che abita le foreste, le caverne, i luoghi solitari
2 INFORM gerg. Utente di internet che, protetto dall’anonimato, sabota in vario modo il corretto andamento di una discussione tra membri di una comunità virtuale
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Mi sembra che dentro al PD siano stati e siano tutt’ora maledettamente distratti.
Un Letta che raccatta rimasugli da B. e dentro al PD silenzio!
Mi ricorda tanto quando la Lince di Rignano andò di nascosto ad Arcore da papi,
Anche quando si seppe, il giorno dopo,… da sinistra un silenzio assordante !
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“Per la sinistra, fare davvero opposizione, dunque, significa cambiare tutto, rimettere in discussione tutto. ”
Stavolta lo fanno sul serio, sì sì. E infatti chi si è candidata alla segreteria?
Paola De Micheli.
Stiamo in una botte de feRo.
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Applausi convinti a Tomaso Montanari, ma ora…bisogna non perdere la speranza.
Abbandonarsi alla rassegnazione sarebbe la colpa più grande. Una colpa contro il dovere della speranza…
E’ contro la speranza limitarsi a sostituire un simulacro con un altro simulacro…
E’ contro la speranza essere assetati di cielo, e poi accontentarsi di qualche sorsata di terra…
E’ contro la speranza avere lo sguardo rivolto indietro per cercare di ricreare giorni uguali ad altri giorni, errori fotocopia di altri errori.
E’ contro la speranza lodare il tempo che fu, senza credere nel bel tempo possibile, dopo il lungo inverno che si annuncia.
E’ contro la speranza non cogliere i segni di nuovi germogli, non saper vedere le cose che nascono e che crescono.
Soprattutto è contro la speranza continuare a stare in un campo, come direbbe un grande sardo, irrimediabilmente infestato dalle stesse ortiche che volevamo estirpare dall’orto del vicino..
Un campo densamente nidificato di egoismi e velleità personali, devastato da solchi profondi seminati di fallimenti, d’inganni, di rimpianti e di tradimenti.
La Sinistra è altrove, ed è ovunque ci siano da difendere e da conquistare diritti di libertà e di giustizia.
C’è sempre un altro campo da coltivare, un altro villaggio dove andare, un altro quartiere da visitare, altre persone da incontrare.
Ci sono altri cuori capaci di dare nuova spinta alle nostre esistenze appesantite, un nuovo varco ai nostri orizzonti ristretti, un vento nuovo sulle nostre vele stanche…
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Le elezioni sono finite. Io ho votato ( 5stelle). Forse maggiore onestà intellettuale e correttezza è alla portata di tutti. Anche di Montanari, che è uomo colto ed intelligente, ma spesso approccia alla politica come un residuato bellico del ’70. Continuare a descrivere la Meloni come leader di un’onda nera e fascista è una str…zata sesquipedale. La Meloni è una furba opportunista, brava a rappresentare la rabbia di questi ultimi anni, ma che ha in serbo le solite ricette neoliberiste ( tutt’altro che fasciste), la solita piaggeria atlantista ( tutt’altro che neofascista), con l’aggravante di portarsi appresso una classe politica cialtronesca, più propensa a farsi i porci comodi che a distribuire manganellate e olio di ricino. Quando Montanari e altri la smetteranno con questa retorica del ka..zo, che non paga nemmeno elettoralmente, faremo già un passo avanti. Poi nello specifico, lui, Padellaro e altri ( tra poco si aggiungeranno pure quelli che avevano caldeggiato felici la rottura tra PD e 5s) che continuano a sottolineare il karakiri piddino perché non ha fatto le alleanze e bla bla bla, veramente sono così stupidi da non capire che l’alleanza tra questo PD e i 5stelle è incompatibile perché il PD non ha nulla a che fare con un’agenda sociale, diciamo progressista e di sinistra, come quella pentastellata? Sono anni, lo abbiamo detto in tanti, che il PD ha sposato le stesse ricette del centrodestra ( che ora sia a guida Meloni non cambierà nulla), non se ne fotte dei poveri ( paradossalmente se ne fotte più la Lega e addirittura FdI), non se ne fotte della dignità del lavoro, non se ne fotte della giustizia Sociale ( salvo rivendicare la progressività della fiscalità in funzione dei redditi, cosa giusta, ma mai andando ad intaccare i grandi patrimoni, perché sanno che chi li vota è proprio lui, il ricco patrimonialista). Riesce solo a propagandare, come fossero una priorità, i temi sui cosiddetti “diritti” che però sono argomenti che stanno a cuore ad una minoranza di persone, e pur legittimi diventano una retorica insopportabile. Pertanto prima il PD ridefinisce una sua Identità poi si vede cosa e con chi vuole fare le cose che quell’identità prevede. Allo stato attuale il PD va bene con Calenda e Renzi, non con i 5stelle. Nè con Fratoianni che pure è stato ridicolo ad allearsi con la forza più rappresentante il Padronato. Ora o si parla un linguaggio di verità o non c’è alcuna base per costruire un progetto largo che contenda il Potere a questa destra o centrodestra che sia. I 5stelle proseguano la loro strada da soli, battendosi davvero per gli ultimi, i diseredati, i tanti poveri. Poi se ci saranno compagni di viaggio lo si verificherà al momento giusto. Ora non ci sono. E insisto, e lo dico a Montanari, Meloni, questo PD, Draghi, pari sono. Nessuno di loro abolisce la democrazia. Ma nessuno di loro se ne fotte dei poveri.
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Fino a quando continuerà il refrain sulle colpe di Letta e sul povero Conte (quello progressista) preso a schiaffoni da Occhi di Tigre? I voti raccolti dal M5S sarebbero stati gli stessi se si fosse alleato col PD? Molto prima che si decidesse di andare a elezioni il fior fiore dei simpatizzanti alla Montanari consigliavano al M5S di sganciarsi dal PD, per questioni di mera sopravvivenza.
Come mi piacerebbe avere più tempo per archiviare articoli e interviste per poterli adesso sbattere in faccia a chi continua a pontificare sul bene, sul male, e sulla Costituzione, dall’alto di non si sa che!
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Sottoscrivo in pieno. articolo lucido ed essenziale
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