L’ex sindaca di Torino: «Una follia pensare di abolire il reddito di cittadinanza proprio ora. Il Pd ci incolpa di ogni male, ma spero che in Aula si potrà fare un’opposizione comune»

(ANDREA ROSSI – lastampa.it) – «In un Paese civile si dovrebbe pensare a come progredire. Temo che in questa legislatura la sfida sarà evitare in ogni modo che il Paese scivoli all’indietro. Costituzione, lavoro, diritti, ambiente: i fronti minacciati sono molti, a giudicare anche dai primi segnali che arrivano dal centrodestra. Noi saremo intransigenti, ci batteremo, fuori e dentro il Parlamento, con chi vorrà essere al nostro fianco».
Chiara Appendino, l’ex sindaca eletta deputata per il Movimento 5 Stelle, è in piazza Castello, a Torino, alla manifestazione indetta da «Non una di meno» in difesa del diritto all’aborto. E da lì lascia intendere quel che sarà questa legislatura dal suo punto di vista: battaglie in aula e nella piazze.
Il primo segnale lanciato da Fratelli d’Italia è il voto in Liguria sull’aborto. Che segnale è?
«La conferma di quel che si sapeva. Per tutta la campagna elettorale hanno giocato sulle parole, confondendo nell’immaginario dei cittadini la legge 194 con il diritto a non abortire. Che c’è, a differenza di quello ad abortire che in molte Regioni non è garantito. La verità è che il loro obiettivo è promuovere un sistema nel quale si provi a convincere chi ha già deciso di abortire a cambiare idea. Ed è un segnale molto pericoloso contro cui sono sicura molti cittadini si mobiliteranno».
L’altro segnale forte che arriva dalla destra riguarda il reddito di cittadinanza: da abolire.
«Viviamo un momento di crisi, i prossimi mesi saranno anche peggiori e andranno a colpire un Paese che non si era ancora rialzato dalla pandemia. I numeri dell’Inps segnalano che aumentano gli italiani che ricevono il reddito di cittadinanza perché non hanno un lavoro o il loro stipendio è troppo basso. È inaccettabile e indegno che, in un contesto simile, qualcuno abbia in testa di fare la guerra ai poveri smantellando le forme di protezione. Qui è in gioco la tenuta sociale del Paese».
È preoccupata di quel che potrebbe accadere se il reddito venisse abolito?
«Certo che lo sono. Chi governa il Paese in questo momento dovrebbe porsi il problema di come rafforzare le tutele verso i più deboli anziché progettare di eliminarle. La pandemia avrebbe dovuto insegnare quanto in un momento d’emergenza sia decisivo attivare reti di protezione in grado di salvare migliaia di famiglie dalla povertà assoluta. Quel modello è stato virtuoso».
Fratelli d’Italia propone di mantenere i sussidi solo per chi è inabile al lavoro.
«E chi ha uno stipendio troppo basso, chi è sottopagato? Lo lasciamo finire in mezzo a una strada? E chi si occuperà poi di queste persone? I Comuni saranno lasciati a mani nude a gestire una situazione esplosiva. Su questo daremo battaglia in tutte le sedi».
Anche fuori dal Parlamento?
«Io auspico e credo che – se i principi cardine di questo Paese, dalla Costituzione ai diritti alla tutela dei più deboli, dovessero finire sotto attacco – nella società si scatenerà una reazione, una battaglia popolare e culturale».
E in Parlamento?
«Spero lo stesso: una reazione trasversale».
Ritiene quindi possibile un’opposizione comune al centrodestra?
«Se dovessi rispondere in base alla reazione di Enrico Letta alla sconfitta direi di no: continua a evocare l’agenda Draghi e incolpare noi di ogni male. Con questo gruppo dirigente del Pd non vedo i presupposti per un percorso insieme. Ma se in Parlamento ci troveremo sulla stessa linea nell’opporci a determinati provvedimenti sarà naturale fare una battaglia comune».
C’è chi ritiene che il vostro vero obiettivo sia continuare a erodere consensi al Pd da sinistra più che combattere la destra.
«Noi seguiremo con coerenze e intransigenza la nostra agenda: salari, diritti, lotta al precariato, giovani, ambiente. Se queste battaglie saranno condivise da altre forze le faremo insieme. Ma una strada comune si imbocca con le azioni, non a parole. E nei fatti è il Pd ad aver rinnegato la rotta tracciata con il governo Conte 2. E se ora, dopo il voto, c’è chi propone di ricucire con Calenda, mi sembra evidente che margini non ce ne sono. Non perché Calenda sia antipatico, ma perché le sue posizioni sono incompatibili con un’agenda progressista come la nostra».
PIERPAOLO MANDETTA.
Vorrei dare la mia personalissima chiave di lettura sul risultato delle elezioni, perché non c’è niente da festeggiare, è vero, ma io ci vedo anche tanti ottimi punti da cui ripartire.
1. La destra non ha vinto. Ha solo perso la sinistra. Leggo di ritorno di fascismo, eclissi democratica, diritti che verranno cancellati. Ma ragazzi, se la campagna comunicativa della Meloni fosse stata vincente e avesse convertito gli italiani in mostri efferati, non ci sarebbe stato un calo dei votanti al 60%. I voti tiepidi che ha la destra di oggi sono esattamente quelli che aveva la destra trent’anni fa. Anzi, meno. Non si sono mai mossi di lì, stanno solo saltando da un esponente all’altro, come mangiamorte alla ricerca del vero erede Serpeverde. Se la Meloni avesse realizzato una maggioranza schiacciante, una destra al 70%, vi capirei. Ma il 25% che cazzo è? Niente. Solo l’insieme di persone deluse dall’intero sistema, avvelenate con i benestanti e con chi non parla più la loro lingua, e che stanno provando a dare fiducia all’ennesimo baraccone che promette di risolvere tutti i nostri problemi semplicemente urlando. Con tutto il rispetto, permettetemi di dire che un pescivendolo del mercato difficilmente voterebbe un professore universitario, e il professore universitario difficilmente si ricorderà che i pescivendoli esistono. Quindi questa è un’ovvietà del mondo politico;
2. La Lega è precipitata. Questo non è solo motivo di esultanza emotiva perché ci fa schifo, ma deve farci riflettere su un dato interessante e positivo: gli elettori non sono più segugi fedeli. Ti votano, sperano, e se fai stronzate ti buttano nel cesso dopo un anno. Non esiste più la lunga attesa. Salvini, per esempio, aveva strizzato l’occhio ai no-vax, durante la pandemia. Eppure ha votato tutti i provvedimenti voluti dal governo, deludendo le aspettative e incattivendo chi credeva nelle sue promesse. La povertà, la pandemia, le bollette, sono tutte situazioni tragiche che hanno accorciato la pazienza. Se hai un popolo incarognito e senza più speranze a cui prometti le stelle, quello dopo due mesi pretende risultati. Con gli ignoranti si fa la campagna elettorale, ma non si sopravvive oltre. Perché gli educati fanno i post amareggiati sui social, ma sono proprio gli ignoranti a bloccarti le autostrade se li deludi. Tutto questo che vuol dire? Che ora sulla Meloni ci sono aspettative altissime, che lei potrà solo tradire. Non ha mai governato, a fare opposizione e votare no sono bravi tutti. Non ha una coalizione compatta, e dovrà far fronte a problemi sociali mai visti. I suoi alleati? A destra ha un vecchio riesumato probabilmente dai voti della camorra, e a sinistra ha un prosciuttaro allo sbando che ha fatto più figure di merda di un concorrente del GFVip. Entrambi rancorosi per aver “perso” se paragonati a lei. E secondo voi ‘sto governo durerà parecchio? Ognuno ha idee diverse e ha promesso cose irrealizzabili agli elettori;
3. Pillon è stato segato. Non manualmente da un aitante marinaio come lui vorrebbe, ma segato fuori dalla politica. Tutto il mondo lgbt dovrebbe ubriacarsi stasera già solo per questo e riempire i social di giubilanti “SUCAAA!“, per tutte le volte che quell’essere ha sbeffeggiato gli omosessuali. Anche Di Maio è fuori, altro dato incoraggiante che migliora la sanità politica dei 5stelle e restituisce a Conte una verginità di cui il movimento aveva bisogno, e per me lui se lo merita davvero;
4. A essere realisti, la Meloni è stata eletta in un periodo proprio di merda. Per lei. Non solo problemi catastrofici e il paese vicino alla recessione, ma prende le redini in un momento in cui non potrà mettere le mani su niente. Draghi ha già firmato ogni contratto, arredato la baracca a sua immagine, e mo’ non si torna indietro. Quindi la Meloni è stata per un mese a fare interviste e teatrini in cui ha garantito epocali cambi di registro, ma la verità è che per ora non potrà fare altro che mantenere la quinta mentre Draghi apre il paracadute e vola via come una Carmen Sandiego qualunque. Le direttive sono già avviate, e lei non avrà la possibilità di dare la sua impronta subito e di avviare grandi riforme. Il che potrebbe darle nel breve periodo la solita fama di venduta che ormai l’elettore medio incolla a chiunque vada a governare;
5. Ci siamo tolti dal cazzo Draghi, quell’uomo famoso per gli stessi motivi della Ferragni: perché era già famoso. Nel senso che la stampa e i politici lecchini per un anno lo hanno osannato, blandito, omaggiato, ma in fin dei conti che cazzo ha fatto? Non ci è dato sapere delle incredibili mosse che hanno portato a migliorie e sollievo popolare. Conte si è rotto il culo a gestire lockdown e soldi europei, e mo’ questo chiude in bellezza con la targhetta dello statista. Con le bollette che stanno distruggendo l’economia grazie proprio alla sua amata Europa. Perché le bollette non sono schizzate alle stelle per colpa di Putin, come alla politica faceva comodo ribadire ogni sei minuti. Chiedetelo a Eni con sede fiscale in Olanda e ai suoi 700% di utili in più. Oltretutto, Draghi e la sua famigerata abilità da capitan senno di poi sono l’esatto motivo per cui la sinistra ha perso: ha portato avanti questa inesistente agenda del nonno Draghi, come fosse motivo di vanto, quando gli italiani pensavano chiaramente che Draghi aveva ampiamente rotto i coglioni e doveva andarsene. Quindi pensa te che affarone, a nominarlo sempre mentre tutti lo odiavano;
6. Infine, Letta. Amici, questa è finalmente la nostra occasione. Perdonatemi se sono feroce nei toni, ma ne ho le palle piene di questi vecchi con la faccia da “mi sposto solo se mi crolla il mondo addosso”. Basta. La sinistra è stata ostaggio di questi segretari totalmente inadatti, a cui della politica e della società non frega un cazzo. Senza passione, coraggio, stimolo, obiettivi. Anche molto fortunati, perché ancora votati da chi non vuole perdere la speranza. Ma ora basta. È l’occasione per fare un passo indietro, rottamare queste belle addormentate nel bosco, e ricominciare da capo. Non parlo solo di piazze, vicinanza col popolo, parlo di freschezza e competenza. Di immagine, estetica e strategia, di assumere professionisti, cosa che la destra fa e che la sinistra non si abbassa a fare. Conoscere la politica non vuol dire saperla fare. Letta ha portato avanti una campagna social imbarazzante, quando mi uscivano le sponsorizzazioni io non facevo che chiedermi se le facesse fare al cugino. Vi rendete conto che la destra è stata capace di avanzare la proposta più di sinistra possibile? Avere una candidata premier donna e giovane! Ma cristo santissimo. Quanto sarebbe stato bello avere una controparte della Meloni dello stesso calibro a sinistra? Una donna, grintosa, fiera, ‘na stronza che ti prende il salario minimo, la legge sull’omofobia e il matrimonio egualitario, un bel pacchetto di diritti sociali per le minoranze, un piano ambientale, uno stop alla caccia, un reddito di cittadinanza migliorato e una lotta all’evasione fiscale, te li porta su un palco e grida come ‘na pazza “di questo avete bisogno, non di prendervela con chi è più povero di voi!”. No. Letta. Che sulla faccia pare abbia scritto “error 404”. Gli occhi con le serrande mezze chiuse. Che ogni discorso inizia con le sue fiabe da zio seduto intorno al focolare coi nipotini a cui racconta di quando lavorava a Parigi. Mo’ basta. Mo’ la sinistra ha l’opportunità di capire, e noi dobbiamo pretenderlo, che deve smetterla di essere orrenda, insostenibile, indolente, altezzosa, noiosa, anziana, e soprattutto senza bisogno. Perché sapete quand’è che uno vince? Quando ne ha bisogno. Berlusconi non molla e si rende ridicolo perché l’alternativa è non contare più un cazzo per nessuno, ha paura di sparire dall’immaginario e ritrovarsi a essere solo un pensionato senza utilità, e questo è il suo bisogno umano, resistere, ed è pronto a fidanzarsi ogni tre mesi pur di non sparire dai quotidiani. Salvini promette pizza e peroni offerta ovunque vada perché non ha mai completato gli studi e soffre di una grave sindrome dell’impostore, quella patologia che ti fa credere di non meritare mai il successo che hai, e infatti lui non lo merita e quindi, quando ce l’ha, lo distrugge con le sue mani per ricominciare da capo e rivivere tutta la sofferenza della salita, insomma un caso clinico da psichiatra, ma questo lo spinge a lottare. La Meloni vabe’, pensate che prese in giro a scuola per il cognome e i suoi scatti d’irascibilità con la fronte che si espande e i bulbi oculari estraibili, che l’avranno fatta crescere nel sogno di una vendetta plateale nei confronti di tutti quelli che l’avevano schernita, ed ecco qua, stronzi, oggi è una regina sovranista, tie’. La più amata tra i razzisti. Praticamente tutti e tre sono gli zii di Casper il fantasmino, che non volevano lasciare questo mondo a causa dei loro conti in sospeso. Ma ditemi voi. Letta, o chiunque di quelli prima e intorno a lui. Che cazzo di conti in sospeso devono avere con la propria dignità? Letta è realizzato, felice, guarda che sorrisino da bravo uaglinciello che ha, è a posto, al capolinea, mettiti davanti al camino a leggere il giornale e lasciaci vivere nella rabbia e nella rivalsa che un vero sinistro deve avere.
Insomma, io sono piuttosto positivo. Non è andata bene, ma se avesse vinto la sinistra saremmo tornati al governo tecnico a febbraio. Inutile continuare con ‘sto cadavere telecomandato. È finalmente giunta l’ora della destra. Una destra fatta di pagliacci, mafiosi, nostalgici, inesperti, ciarlatani e traditori. Rilassiamoci. Non è meraviglioso? Ci possiamo rilassare e vederli scannarsi e fare a pezzi quello che resta di ‘sto paese. Non saranno più dei cani da opposizione. Capite che liberazione? Sediamoci. Facciamoli lavorare. Ci avete mai pensato? Loro esistono perché hanno sempre detto che non volevamo dargli l’opportunità di governare. Esistono solo per questo concetto. La loro intera identità si traduce in un’eterna opposizione e attesa. Senza, non sono niente. E allora stacchiamoci la spina raga’. Fermiamoci. Togliamoci questa spina nel fianco e diamoli in pasto a quella fettina di popolo che li sbranerà vivi tra due mesi, quando le bollette arriveranno a 700 euro al mese per famiglia.
Per loro inizia l’inverno, per noi le vacanze. Hanno vinto senza dimostrare niente, no? Notificando solo gli errori della sinistra. Oh, proviamoci pure noi.
Non faranno stravolgimenti. I diritti lgbt sono sicuro che non si toccheranno. Renderanno l’accesso all’aborto più complicato? Fateglielo fare. Avremo motivi per scendere in piazza e ricordarci chi siamo. Renderanno impossibile azionare il reddito di cittadinanza? Ottimo! Ci saranno migliaia di nuovi poveri incazzati. Fermeranno le proteste con la polizia e le manganellate? Tutto il mondo ci guarderà.
Tanto io lo so che quelli sognano di aprire la costituzione e inserirci tipo “regola numero uno suprema: nessuno mi può dire di no altrimenti lo corco di mazzate”. Perché quelli non lo sanno com’è complesso il mondo.
L’Italia non è di destra. Io ho fiducia in questo. C’ha solo qualche ignorantello in più. Ma se i re nascono grazie agli ignoranti, saranno poi proprio quelli a volere la testa del loro re quando resteranno delusi. Pierpaolo Mandetta
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“No. Letta. Che sulla faccia pare abbia scritto “error 404”…. La Meloni vabe’, pensate che prese in giro a scuola per il cognome e i suoi scatti d’irascibilità con la fronte che si espande e i bulbi oculari estraibili”
Ahahhaha, grazie Viviana, da sbellicarsi!
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Cioè, questi primi segnali che arrivano dal centrodestra quali sarebbero? La Appendino ha partepicato alla manifestazione in difesa dell’aborto in via del tutto preventiva, come se qualcuno avesse già varato norme e provvedimenti, ma di questi tempi non si trovano problemi più stringenti e prioritari? Messa lì come bandiera del progressismo mi sembra Letta che arrivato da Parigi in piena pandemia non vedeva altro che diritti civili. Anzi in via preventiva sembra che il Movimento voglia puntare sul reddito di sopravvivenza senza idee forti sul rilancio del paese per contrastare i progetti sovranazionali che ci vogliono sul lastrico per farci vivere di mancette, allora direi che non ci siamo. Se ci sono tanti poveri è perchè il paese ormai va in rovina, idee di rilancio non possono essere nè il il progressissimo che sa di fuffa nè la digitalizzazione che anzi va nel senso contrario.
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I segnali che arrivano da FdI (non tutto il cdx) sono:
1) Nella conferenza stampa dopo il voto, FdI ha dichiarato che oboliranno il RdC
2) FdI non ha votato l’impegno della regione Liguria a rispettare il diritto all’aborto
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L’aborto è diventato più difficile nel corso degli anni sotto i governi di csn, soprattutto x la mancanza di medici disposti a praticarlo, per l’abolizione del reddito prima fateglielo fare, magari vuole solo cambiarlo, comunque sta x scoppiare la guerra, le mie preoccupazioni sono altrove, grazie x il contributo
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Se continuiamo a menarla con la questione “diritti” anche i 5stelle ora in gran ripresa torneranno a percentuali esiziali. Non che i cosiddetti “diritti” non abbiano importanza ma ora più che mai sono secondari ai temi della solidarietà, del lavoro, della vera e propria sopravvivenza. D’altronde lo stesso Conte ha rianimato il Movimento ( ed io l’ho votato per questo) facendo leva su un’agenda sociale chiara, salario minimo, dignità del lavoro, reddito di cittadinanza, insomma i temi che interessano gli ultimi. Lo stesso Superbonus aveva ed ha un risvolto importante sul lavoro e sull’occupazione. Oltre che l’ottimizzazione in ambito di sicurezza e ambiente. Se Conte avesse calcato la mano su temi come matrimoni gay, legge Zan, aborto, quale consenso portava a casa visto che bastava la Bonino o la Cirinnà? E ad ogni modo, io stimo molto l’Appendino, ma pure lei se la mette con tale disinvoltura che un problema grave sia “promuovere un sistema nel quale si provi a convincere chi ha deciso di abortire a non farlo” vuol dire che non ha capito nulla. Una cosa è chiedere che in ogni Regione sia possibile trovare una struttura, anzi più di una, che consenta l’aborto a chi non vuole/può portare avanti una gravidanza. Altra cosa è pensare che sia immorale o inaccettabile che uno Stato possa offrirti opportunità per proseguirla. L’importante è che non ti obblighi a nulla, visto che è una scelta individuale o di coppia. Non vorrei pentirmi troppo presto dell’ennesima fiducia data al Movimento. Se si Cirinnarizza nemmeno nella cuccia del cani trova più un voto.
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l’Appendino mi sembra una Elly Schlein un po’ più presentabile,francamente il m5s ha bisogno d’altro per tornare a vincere
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A me invece sembra chiara, convincente e determinata. Aspetto con speranza di vedere come contribuira’ alla futura evoluzione del movimento
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La politica di sinistra targata PD ha puntato sui diritti perchè concedere o ampliare diritti costa poco e accontenta grandi platee di elettori.
La politica dei diritti consente di schivare quella dei doveri, molto più costosa, molto più responsabilizzante, molto più visibile, molto più criticabile.
Ora il nuovo governo farà l’opposto di quello che ha predicato durante la campagna elettorale: si concentrerà sui diritti e lascerà perdere i doveri.
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Ma state a rompere i co………con sta guerra ai poveri.
Tenetevi il vostro reddito e state a casa a girarvi i pollici .
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Ammazza che ignoranza
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La signora Meloni non potrà sottrarsi al giudizio dei cittadini se, come appare probabile, comporrà e guiderà il governo.
Fargli la guerra preventiva a poche ore dalle elezioni, per giunta su questioni di labile consistenza (l’idea che voglia abolire l’aborto o rendere difficile è risibile) pare più una consolazione all’indomani di una pesante sconfitta. Cosa c’è di meglio di rimontare subito a cavallo subito dopo la caduta?
Tuttavia, val la pena ricordare chi è la signora Appendino: una donna pesantemente sconfitta alla prova dei fatti. Lei ha già governato, ha già avuto il suo momento ed è stata segata con percentuali da piangere se confrontate con il plebiscito che le era stato riservato.
Chiaro, non è stata segata lei di persona perché non si è ricandidata (forse perché forse aveva annusato l’aria). Ha lasciato che fosse la sua compagna di partito ad essere pesantemente bocciata al suo posto. Ma il più delle volte è la stessa cosa.
Già, perché quando chi del tuo stesso partito corre per la carica che lasci, beneficia sia nel bene che nel male di ciò che hai fatto tu prima. La sonora bocciatura della collega è la prova che i torinesi del M5stelle e dei suoi rappresentanti non siano stati poi molto contenti … un po’ come i romani.
Insomma, prima di guardare la famosa pagliuzza, cara Appendino, guardati la trave.
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