“Adesso mi aspetto per prima cosa che mia figlia tolga il reddito di cittadinanza ai 18enni e dia quei soldi agli invalidi, ai malati, a chi ne ha bisogno”. Anna Paratore è più morbida di sua figlia Giorgia, favorevole all’abolizione del reddito punto e basta […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – “Adesso mi aspetto per prima cosa che mia figlia tolga il reddito di cittadinanza ai 18enni e dia quei soldi agli invalidi, ai malati, a chi ne ha bisogno”. Anna Paratore è più morbida di sua figlia Giorgia, favorevole all’abolizione del reddito punto e basta. Ma, evidentemente, in casa Meloni il tema è sentito. Del resto, non è un mistero che per avere un po’ di agibilità sui conti pubblici, al fine di rispondere alle emergenze di famiglie e imprese (caro bollette, proroga dei bonus varati da Draghi, eventuali interventi sulle pensioni), in assenza di uno scostamento di bilancio le risorse necessarie da qualche parte dovranno pur saltare fuori. Sull’amputazione da parte del nuovo governo di Rdc e Superbonus edilizio (pilastri del successo elettorale 5Stelle) Giuseppe Conte ha già fatto sapere che il Movimento “sarebbe pronto a forme di ostruzionismo in Parlamento tali da mettere a rischio l’approvazione della Finanziaria entro fine anno con la prospettiva di arrivare all’esercizio provvisorio” (Corriere della Sera).

Ci sarebbe un’altra strategia in grado di mettere alle corde le controriforme sociali della destra: un patto dell’opposizione tra quegli stessi partiti che, incapaci il 25 settembre di fare fronte unico, sono stati sbaragliati dagli avversari. Perché allora Pd, M5S, Verdi e Sinistra Italiana non sottoscrivono un’intesa parlamentare partendo, per esempio, da quei nove punti presentati da Conte e a cui Mario Draghi non diede risposta accelerando la caduta del suo governo? Salario minimo legale a 9 euro lordi l’ora. Per i giovani eliminazione di stage e tirocini gratuiti. Stabilizzazione degli sgravi fiscali per l’acquisto della prima casa. Garantire alle donne un’effettiva parità salariale. Per le aziende taglio del cuneo fiscale, eliminazione dell’Irap e potenziamento del Fondo di salvaguardia. Sulla Salute, riportarla alla gestione diretta dello Stato aumentando le retribuzioni del personale sanitario. Sui diritti civili, introdurre il matrimonio egualitario, la legge contro l’omotransfobia e lo ius scholae. Su scuola, università e ricerca, l’aumento dei fondi e degli stipendi degli insegnanti a livelli europei. Poteva essere un eccellente programma di governo. Perché non farne la Carta dell’opposizione?