Palazzo Chigi. Si studia il nuovo provvedimento da varare prima o dopo il voto: no dai 5S, FdI rassicura il premier. “Il presidente Draghi ha confermato il continuo sostegno da parte del governo italiano alle Autorità e alla popolazione ucraine in tutti gli ambiti”. Così ieri il comunicato di Palazzo Chigi […]

(DI WANDA MARRA – ilfattoquotidiano.it) – “Il presidente Draghi ha confermato il continuo sostegno da parte del governo italiano alle Autorità e alla popolazione ucraine in tutti gli ambiti”. Così ieri il comunicato di Palazzo Chigi informava degli esiti della telefonata tra Mario Draghi e Volodymyr Zelensky. Chiarendo anche che il colloquio, si “è incentrato sugli ultimi positivi sviluppi della controffensiva ucraina e della situazione sul terreno, anche con riguardo alla sicurezza della Centrale nucleare di Zaporizhzhia”.

Partendo anche da questo assunto, il “continuo sostegno” si tradurrà presto in un quinto decreto interministeriale (Esteri, Difesa e Mef) che prevederà un nuovo invio di armi. Il provvedimento è allo studio a Palazzo Chigi. La tempistica non è ancora definita, anche se in ambienti vicini al Copasir (dove arriverà una volta uscito in Gazzetta Ufficiale) si parla già della prossima settimana o di quella successiva. Quindi, a farlo dovrà essere ancora una volta quest’esecutivo. Subito prima o subito dopo il voto. Scontato il dissenso da parte dei Cinque Stelle: Giuseppe Conte contro l’invio di aiuti militari sta puntando molto nella sua campagna elettorale. E ieri i Cinque Stelle in Commissione Difesa in Senato hanno espresso parere contrario all’avvio dei programmi di riarmo approvati con il via libera di tutte le altre forze politiche. Per il decreto interministeriale di invio di aiuti militari non è previsto un voto delle Camere. Proprio sulla richiesta – respinta – di parlamentarizzarlo si è consumata la scissione dei Cinque Stelle, con Luigi Di Maio che ha sostenuto senza se e senza ma la contrarietà di Draghi.

Il decreto dovrà avere, dunque, solo il parere del Copasir. Presieduto – e non è un dettaglio – da Adolfo Urso (FdI), che è appena stato nella capitale ucraina, dove ha garantito al ministro degli Esteri Kuleba l’appoggio dell’Italia. Giorgia Meloni (che ieri ha fatto un’intervista al Washington Post proprio per parlare agli States), accreditata come futuro premier, è sulla questione sulla stessa linea di Draghi. Cosa che potrebbe facilitare i percorsi in questa fase di transizione. Da registrare anche Matteo Salvini che lunedì ha assicurato che il centrodestra continuerà ad aiutare militarmente Kiev.

Nel nome dell’atlantismo, si registrano le maggiori convergenze tra Draghi e Meloni. “C’è un momento di svolta nella guerra in Ucraina causato dalle due controffensive delle forze di Kiev, soprattutto nel Donbass. Gli Usa continueranno a sostenerle”, ha detto ieri il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby. Mentre lo stesso Zelensky, dopo la telefonata con il premier italiano twitta di averlo informato degli sviluppi al fronte: “Ho sottolineato l’importanza della cooperazione con l’Italia in materia di difesa. Dovremmo intensificarla”. Il riferimento, come ha detto la vicepremier ucraina, Olga Stefanishyna, in un’intervista a Rai News24, è in particolare all’addestramento. L’Italia ha già addestrato gli ucraini sull’uso delle armi inviate.

E ha dato disponibilità a farlo insieme ad altri Paesi nell’eventuale missione Ue di addestramento, che dovrebbe essere decisa a fine ottobre. Durante la riunione informale dei ministri della Difesa europei a Praga alla fine di agosto (per l’Italia era presente Lorenzo Guerini) è stato l ’Alto Rappresentante Borrell a presentare l’ipotesi. I ministri della Difesa dei 27 Stati membri hanno concordato sulla necessità di meglio definirne dettagli e condizioni, prima di assumere ogni decisione.

Per dar seguito a questo eventuale impegno, bisognerà passare dal Parlamento, ma sarà comunque tema del prossimo governo.

Potrebbe essere un primo test per capire se Fratelli d’Italia riuscirà a tenere la Lega dentro la cornice internazionale attuale.