Nicola Zingaretti possiede una sola espressione, fissa e monocorde, quella dell’uomo tranquillo che nulla al mondo potrebbe mai scuotere o turbare. Una soddisfatta quiete, la sua, così immutabile ed esistenziale che se, venerdì sera, nel mentre egli esponeva il busto marmoreo […]

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – “Mi si avvicina un pezzo di giovanottone grande e grosso e mi urla: ‘Pasquale, figlio di un cane!’ e giù una sberla, poi mi prende per il petto e mi sbatte al muro, e io pensavo tra me e me: ‘Chissà ’sto stupido dove vuole arrivare’”. Ma perché non ha reagito? “E che me frega a me, che so’ Pasquale io????”. Sketch di Totò con Mario Castellani

Nicola Zingaretti possiede una sola espressione, fissa e monocorde, quella dell’uomo tranquillo che nulla al mondo potrebbe mai scuotere o turbare. Una soddisfatta quiete, la sua, così immutabile ed esistenziale che se, venerdì sera, nel mentre egli esponeva il busto marmoreo nello studio televisivo di “In Onda” fosse, per ipotesi, scattato un allarme nucleare, egli senza muovere un muscolo avrebbe molto pacatamente citato l’apposito paragrafo del programma Pd sul controllo degli armamenti. Figuriamoci perciò se poteva minimamente agitarlo l’ennesima constatazione, sondaggi alla mano, che la somma delle liste dell’area di centrosinistra (Pd, 5 Stelle, Terzo Polo e frattaglie varie) potrebbe competere con il blocco di centrodestra (entrambi i poli valutati intorno al 47%). Invano i conduttori Aprile e Telese lo imploravano di fornire una qualunque spiegazione minimamente razionale a un fenomeno privo di precedenti nella storia del pianeta, e forse anche del sistema solare: perdere volutamente le elezioni pur avendo la possibilità di vincerle (o almeno di pareggiarle). A quel punto Zingaretti con voce metallica (probabilmente preregistrata) ha ripetuto la storiella che ormai lo stesso Enrico Letta recita trattenendosi dal ridere. Quella secondo cui la colpa è tutta del partito di Conte che non ha votato la fiducia a Draghi, e dunque dopo un simile abietto sacrilegio 5 Stelle che la destra ci asfalti pure (e che so’ Pasquale io ???). Mentre il personale addetto riponeva nell’apposita custodia il monoblocco con le sembianze dell’ex segretario dem, abbiamo pensato di interpellare i lettori del “Fatto” sulle ipotesi che potrebbero spiegare ciò che ci appare inspiegabile. Ecco alcune possibili risposte, ma ogni altro contributo sarà il benvenuto.

1. I leader del centrosinistra si odiano vicendevolmente a tal punto da preferire la vittoria della Meloni e di Salvini (ma anche di Hitler e Freddy Krueger) a un qualsiasi vantaggio che possa essere lucrato dai fratelli-coltelli.

2. Il pensiero di dover governare il Paese, prossimamente afflitto da sei o sette piaghe d’Egitto, terrorizza i leader del centrosinistra disposti a lasciare volentieri l’incombenza alla destra postfascista (anche per poterci campare un’intera legislatura sulla lotta antifascista).

3. Ai cari leader del centrosinistra degli elettori del centrosinistra non frega un beneamato tubo.

4. Tutte queste cose insieme (che è poi la risposta che personalmente preferiamo).