Calenda e Letta, adesso per favore evitiamo le iperboli fuori luogo perché dignità, onore, e addirittura la parola data appartengono a codici desueti. A vicende umane dove si versa il proprio sangue per il prossimo e non il sangue […]

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Calenda e Letta, adesso per favore evitiamo le iperboli fuori luogo perché dignità, onore, e addirittura la parola data appartengono a codici desueti. A vicende umane dove si versa il proprio sangue per il prossimo e non il sangue del prossimo per nutrire le proprie tracotanza e insipienza (i nomi metteteli voi). Quel prossimo tuo che poi sono i poveri elettori di centrosinistra, ma pure quelli di destra non si facessero soverchie illusioni. Poiché se i primi soffrono e soffriranno ancora tanto in vista del 25 settembre, ai secondi, molto probabilmente, toccherà qualche serio giramento di scatole dopo il 26 settembre, una volta esaurite le luminarie per la vittoria. Suggellato il patto elettorale i loro leader non vanno d’accordo praticamente su nulla come conferma il fatto che Meloni, uno giorno sì e l’altro pure, sia costretta a ribadire che con un voto in più di Salvini e Berlusconi (stando ai sondaggi ci vuol poco) Palazzo Chigi è suo. Nel silenzio eloquente di Salvini e Berlusconi. Poi c’è chi scopre, signora mia, l’odio verso il nemico, come se i voti li regalassero per strada e invece di ringraziare il cielo che nella democrazia civilizzata l’avversario si preferisce intortarlo piuttosto che sbudellarlo.
Demenziale quanto si vuole il Rosatellum è un proporzionale mascherato che costringe con somma ipocrisia i partiti a fare finte coalizioni con altri partiti che frequentano la stessa area di consenso e a cui si preferirebbe cavare gli occhi. Altro che ideali e valori condivisi! Enrico Letta e Giorgia Meloni sanno che nessuno toglierà mai un voto all’altro e, a parte la tarantella antifascismo-fascismo come da copione, cinguettano che è una bellezza. Mentre Letta e Giuseppe Conte procedono separati (sul dopo voto mai dire mai) per la semplice ragione che entrambi pescano nel medesimo stagno (altro che le menate sull’Agenda Draghi). La verità è che il Pd onde raccattare qualche collegio scampato all’abbuffata della destra è costretto ad accordarsi con Fratoianni e Bonelli, che l’Agenda Draghi gliel’hanno sbattuta sui denti 54 o 55 volte. Mentre il M5S dell’ex premier conclusa la traversata nel deserto, e liberatosi di Di Maio e delle rendite parassitarie, potrà valorizzare il meglio soli che male accompagnati in puro stile libero proporzionale (come Italexit di Paragone che potrebbe essere la sorpresa). Una parolina, infine, agli elettori dem affranti per il “tradimento” del Calendario tarocco. Dai, che fosse inaffidabile perfino quando carica la lavatrice non ce l’avevano già detto sua moglie e Maurizio Crozza?
“Il silenzio eloquente di b e Salvini”,
Mi sa che ci hai visto giusto… non è che la burina verrà mollata dai 2 furbacchioni appena dopo il 25/9 per tornare a fare la dragata in centro?
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