Quando scoppia una guerra, i media che sostengono i governi coinvolti nell’impresa bellica ricorrono a due strategie principali per manipolare l’opinione pubblica. La prima consiste nel caricare d’importanza una serie di fatti secondari. In breve, i media filo-governativi prendono un fatto […]

(di Alessandro Orsini – Il Fatto Quotidiano) – Quando scoppia una guerra, i media che sostengono i governi coinvolti nell’impresa bellica ricorrono a due strategie principali per manipolare l’opinione pubblica. La prima consiste nel caricare d’importanza una serie di fatti secondari. In breve, i media filo-governativi prendono un fatto che non conta niente e lo trasformano nell’evento dell’anno. Si prenda il caso della telefonata di Draghi a Putin del 26 maggio. I media filo-governativi hanno fatto apparire quella telefonata come un evento importantissimo, ma non era affatto tale. Qual era il fatto importante da far passare in secondo piano? La risposta è semplice: la decisione di Biden, annunciata il 10 maggio, di stanziare 40 miliardi di dollari per sostenere la guerra in Ucraina: una cifra spaventosa che, sommata a quella precedente, ha portato il totale degli aiuti americani a 54 miliardi.

Un altro esempio di manipolazione dell’opinione pubblica è la dichiarazione di Draghi di volere la pace in Ucraina. Ecco la manipolazione: da una parte, Draghi appoggia incondizionatamente la linea di Biden finalizzata a sirianizzare la guerra; dall’altra, dichiara di volere immediatamente la pace, ma le due cose sono incompatibili. Questo punto è di fondamentale importanza e dev’essere chiarito. Stanziare 54 miliardi di dollari per la guerra in Ucraina significa programmare una guerra perlomeno decennale. I 54 miliardi non vengono donati in un solo giorno; vengono inviati un po’ alla volta. Ai ritmi attuali, gli Stati Uniti impiegheranno più di dieci anni prima di esaurire quel fondo colossale. Biden vuole la guerra e non la pace. Il suo obiettivo dichiarato è il collasso della Russia attraverso il suo dissanguamento in Ucraina.

Un altro esempio di manipolazione è la storia del finto piano di pace dell’Italia, annunciato il 19 maggio, cui i media filo-governativi hanno attribuito un’importanza enorme. Che cos’è accaduto? Draghi aveva il problema di nascondere all’opinione pubblica l’invio di una serie di spaventose macchine di morte, come gli obici FH-70. Con l’aiuto dei media filo-governativi, il governo Draghi ha spostato l’attenzione sul suo finto piano di pace, respinto dagli ucraini e ridicolizzato dai russi. Vedendo il piano di pace, ma non le armi, molti italiani hanno pensato che Draghi fosse un uomo di pace. Eppure Draghi non ha mai fatto niente per la pace perché la linea di Biden prevede la guerra. A esser chiari si fa prima: se Draghi vuole la pace, deve lasciare Biden; se vuole Biden, deve lasciare la pace. Mentre scriviamo, Biden annuncia l’invio di armi per un miliardo di dollari.

Solleviamo la domanda decisiva: perché i media filo-governativi negano che l’espansione della Nato abbia avuto un peso nella guerra? La risposta è semplice: perché esiste la possibilità che nasca un movimento giovanile contro l’espansione della Nato, un po’ come accadde con la guerra del Vietnam. L’Italia non può escludere un simile scenario, soprattutto in caso di escalation nucleare. Tutto questo conduce alla seconda strategia per manipolare l’opinione pubblica che consiste nel nascondere le cause reali della guerra sotto un fiume di parole come “libertà” e “democrazia”. Molti giovani hanno capito che Biden non combatte in Ucraina per la democrazia, altrimenti lavorerebbe per rovesciare i regnanti dell’Arabia Saudita, a cui ha appena stretto la mano. Nemmeno Draghi lotta in Ucraina per la libertà, altrimenti non stringerebbe accordi con le dittature in Algeria, Angola e Mozambico. La Nato lotta in Ucraina per sé stessa. Ma l’espansione della Nato a est vale la vita di migliaia di persone? Questa è la domanda che i partiti evitano in questa campagna elettorale. Chi scrive vuole aiutare l’Ucraina come tutti gli italiani. Attenzione: una cosa è aiutare l’Ucraina; altro è sirianizzare quella guerra ovvero condannare gli ucraini a un massacro permanente.