Il mito dei competenti genera mostri. Le bizze egolatriche di certi personaggi spacciati per anni come persone preparate e meritevoli dal sistema che li accudisce hanno il merito di svelare dialetticamente la malattia della nostra democrazia. […]

(DI DANIELA RANIERI – Il Fatto Quotidiano) – Il mito dei competenti genera mostri. Le bizze egolatriche di certi personaggi spacciati per anni come persone preparate e meritevoli dal sistema che li accudisce hanno il merito di svelare dialetticamente la malattia della nostra democrazia.
Stiamo parlando di quel bluff per cui Calenda sarebbe un politico-manager serio e affidabile, fautore – da ministro dello Sviluppo economico – del roboante Piano Industria 4.0 (Romano Prodi, demolendolo: “Non si può parlare di rivoluzione industriale 4.0 quando serve la 1.0”), uno che premiava le eccellenze (ricordiamo il “Programma Capitale Umano”, adorato dai giornali dell’establishment e inserito in legge di bilancio, per cui il governo Renzi avrebbe scelto 4-5 università da finanziare robustamente e trasformare in “centri d’eccellenza”, anzi “competence center”, e scovato nei licei 500 geni, o “plusdotati” o “gifted”, che lo Stato avrebbe adottato per farli diventare piccoli calendini). Cosa ha fatto, o anche solo detto, Calenda per il bene comune in questi anni? La risposta essendo “niente”, Letta si è fiondato su questo pompatissimo fenomeno mediatico, che con la sua quota di liberalità “centrista e riformista” avrebbe fatto media e portato la socialdemocrazia nel Pd, per non lasciare il Paese alla Meloni. I giornali lo hanno talmente gonfiato che ha finito per crederci anche lui, di poter portare alla coalizione un buon 15%; quando i sondaggi interni gli hanno presentato un misero 6%, dopato pure dalla sovraesposizione, ha fatto marcia indietro. Ha, semplicemente, rosicato. Tra tutti i politici poco seri d’Italia, Calenda è stato quello che ha fatto più richiami alla accountability, la responsabilità che fa capo a un funzionario pubblico di saper gestire le risorse e di darne conto alla collettività. E Letta, contro-drogato dall’ipotesi che una fetta di italiani si fosse fatta abbindolare dalla narrazione di un Calenda riserva dei Competenti, si è fidato della sua parola. Parola che Calenda, auto-proclamatosi affidabile (il suo slogan da candidato sindaco: “Roma, sul serio”), dopo aver letto le critiche all’alleanza con Bonelli e Fratoianni della sua “base” su Twitter (qualche migliaio di orfani renziani e berlusconiani, liberisti, darwinisti sociali) si è placidamente rimangiato.
“Se il Paese mi seguirà, bene; se il Paese non mi seguirà vorrà dire che ho sbagliato e ne trarrò le conseguenze”, ha detto pateticamente dalla Annunziata. Il Paese, nientemeno; non qualche condominio tra via Cassia bis e Vigna Clara, più qualche padroncino del nord ancora sedotto dal mito del “merito”, l’impostura capitale della “cultura” berlusconiana, renziana e calendiana. Per inciso: almeno Renzi ha fatto il sindaco (male, bucando le pareti di Palazzo Vecchio per trovare un fantomatico Leonardo sotto un vero Vasari e richiamare i turisti americani che vanno pazzi per queste bufale), e fidatevi: se arriviamo a dire di qualcuno che piuttosto è meglio Renzi, vuol dire che quello sta messo davvero malissimo.
“Mi pare che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda”, ha twittato Enrico Letta; una battuta sagace su uno che fino a un minuto prima voleva come alleato al punto da regalargli il 30% dei seggi (in effetti Calenda su Twitter ha il 30%). Poi al Tg1 ha detto: “Calenda non ha onorato la parola data, è un fatto grave”. Ma va’? Strano, finora era sempre stato di parola. Breve storia di Calenda: ex di Confindustria, Ferrari, Sky, Montezemolo, Monti, viceministro di Letta e Renzi, poi da questo fatto Rappresentante permanente presso la Ue (230 diplomatici scrissero a Renzi: “Non ci s’improvvisa ambasciatori”), dunque ministro; prende la tessera del Pd, si fa eleggere al Parlamento europeo coi voti del Pd ma con un simbolo proprio (“Siamo europei”); pochi mesi dopo, alla formazione del Conte 2, lascia il Pd, cambia nome al suo partito (“Azione”) restando europarlamentare del Pd, spalleggia Renzi alle regionali per togliere voti al Pd, si candida a fare il sindaco di Roma pretendendo i voti del Pd, arriva terzo, imbarca Carfagna e Gelmini, delira di “Agenda Draghi” all’insaputa dello stesso; tanta coerenza andava premiata: Letta gli apre le porte, e Calenda firma l’accordo che prevede alleanze coi Verdi, lui che è sviluppista e nuclearista. Il resto è noto.
Chissà cosa farà adesso questo fortunello, questo cazzaro per sua stessa dichiarazione (“Ho sostenuto per 30 anni le cazzate dei neoliberisti”); forse andrà con Renzi, del quale disse: “Renzi è inaccettabile sul piano etico” e “Mi vergogno di aver lavorato con lui”: ottime basi per un accordo tra inattendibili. A sera, questo incubatore ambulante di miti tossici – Merito, Centro, Serietà – cita il motto del Gladiatore: “Forza e onore”, roba da sbottargli a ridere in faccia o chiamare la neuro; ma almeno adesso è chiaro chi è Calenda, con le sue paturnie e le sue bizze da ricco: l’ultimo chiodo sulla bara del cosiddetto centrosinistra.
A me e sempre e ancora così lo vedo: un segaiolo
"Mi piace"Piace a 2 people
Ec
A me è sempre parso
😂
"Mi piace"Piace a 2 people
Il problema non è Calenda ma quel brodo incompetente di Letta che l’ha cercato e lodato..
E questi sarebbero i competenti? Gli statisti?
A calci in culo a zappare…
"Mi piace""Mi piace"
Cakenda non può arrivare al successo perché svelerebbe tutta la sua incompetenza.
Deve continuamente muoversi e ribaltare tutto.
"Mi piace""Mi piace"
Chi l’ha visto dall’ Annunziata a raccontare la scelta più difficile della vita di Calenda/zecca? Ricordiamo le altre scelte “difficili” del parassita:
1) Farsi eleggere nel PD con i voti del PD.
2) Una volta eletto con i voti del PD, fonda il suo mini partito e scappa dal PD.
3) Nel momento in cui si avvicinano le elezioni politiche e i sondaggi lo pompano al 3%, prova a farsi dare il 30% dei seggi del PD (che quei coglioni di Letta, Franceschini, Guerini e compagni di merende, gli concedono magnanimamente) con l’ambizione di dettare legge e farsi eleggere lui e i suoi 4 scagnozzi in proporzione smisurata (sempre con i voti del PD).
Fantastico! Uno così va “eletto” a Re dei ciarlatani, insieme a quell’altro Rottamatore che si sta offrendo a Letta & C. (dopo che si è liberato il posto di Ciccio Bombolo Calendax).
Dai Enrico, ritenta, con Renzi starai più sereno…😂🤣😂
"Mi piace""Mi piace"
Grande Daniela!
"Mi piace""Mi piace"
Che bel curriculum:sky, Confindustria, Ferrari, montezemolo,ministro per Monti, Letta e Renzi. Ha proprio.frequentato tutti i difensori del popolo e gente di buon senso
"Mi piace""Mi piace"
In Azione Italia Viva!
hahahahahahahahah….
"Mi piace""Mi piace"
Il miglior ritratto di Calenda letto nell’ultimo periodo.
"Mi piace""Mi piace"
I migliori alleati di Calenda sono i media che parlano solo di lui ( compreso questo) nonostante il suo zero virgola.
In omaggio allo stranoto “purchè se ne parli”, tutti voti in più. E gratis.
Ci sono o ci fanno?
"Mi piace""Mi piace"