Il Carroccio: “Così cambiano gli equilibri”. La prima mossa è arrivata da chi non ci si aspettava: Silvio Berlusconi e, a ruota, Matteo Salvini. È il centrodestra di governo che vuole stanare i 5S e capire se ci siano i margini di manovra per un Draghi bis o […]

(DI GIACOMO SALVINI – Il Fatto Quotidiano) – La prima mossa è arrivata da chi non ci si aspettava: Silvio Berlusconi e, a ruota, Matteo Salvini. È il centrodestra di governo che vuole stanare i 5S e capire se ci siano i margini di manovra per un Draghi bis o se la situazione rotolerà rapidamente verso il voto in autunno. Anticipare i tempi, per tenere il boccino in mano. La richiesta è arrivata subito dopo pranzo con un comunicato firmato da Berlusconi: “Chiediamo a Draghi che ci sia una verifica della maggioranza per comprendere quali forze politiche intendano sostenere il governo”, ha scritto il leader di Forza Italia. Nel pomeriggio, poi, Berlusconi ha rincarato la dose con un videomessaggio registrato ad Arcore in cui ha accusato i 5S di “giocare sulla pelle degli italiani” e chiesto al premier di sottrarsi alla loro “logica politicamente ricattatoria”.

Subito dopo si è accodato anche Salvini: “Bene la richiesta di chiarimento di Berlusconi sull’attività di governo, aggiungiamo la necessità di stoppare le leggi su droga libera e cittadinanza facile”. I due ieri non si sono sentiti, ma in questo momento Lega e Forza Italia si muovono compatte per contare di più in un’ipotetica crisi di governo: sia Salvini sia Berlusconi accarezzano la possibilità, in caso di uscita del M5S, di diventare i veri leader della maggioranza e spostare il governo a destra in termini di poltrone e di programma.

L’uscita dell’ex Cavaliere è arrivata dopo una riunione mattutina via Zoom con i vertici del partito. Ad animare il gruppo ci pensa il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, che chiede di “porre fine alla pantomima del M5S” e fare la prima mossa. Licia Ronzulli è d’accordo, Antonio Tajani pure. Si drammatizza. Non si esclude nemmeno il voto in autunno. “Dopo questo governo non ce ne sarà un altro” dice Mulè. I governisti però frenano. Renato Brunetta difende l’operato di Draghi, Mariastella Gelmini non condivide la richiesta di verifica ritenendola il frutto dei cattivi consiglieri di Berlusconi. Ma passa la linea dura. La nota viene sottoposta a Berlusconi e Tajani anticipa il contenuto in una telefonata con Draghi. Che acconsente. In serata, ad Arcore, nuovo vertice d’urgenza.

Anche la Lega è della stessa idea. Per il momento Salvini attende. Nel Carroccio in pochi credono che il M5S strapperà ma il leader, anche su consiglio di Giancarlo Giorgetti, sogna un rimpasto ottenendo il ministero dell’Agricoltura che gestisce molti fondi del Pnrr e i Rapporti col Parlamento. Anche la linea si sposterebbe a destra: in caso di uscita del M5S, Salvini si presenterebbe da Draghi con la richiesta dei posti e con una lista di cose da fare tra cui lo stop a Ius scholae e coltivazione cannabis, rottamazione delle cartelle, quota 41 sulle pensioni e così via. “A quel punto gli equilibri cambiano e faremo le nostre richieste a Draghi”, spiega il salviniano Edoardo Rixi. Intanto, ieri, la Lega ha fatto ostruzionismo in aula alla Camera per ritardare Ius scholae e cannabis. Risultato raggiunto. Un segnale al governo.