NEW YORK, Nov. 20, 2021 A pedestrian walks in front of a COVID-19 vaccination site in the Brooklyn borough of New York, the United States, Nov. 19, 2021. The U.S. Food and Drug Administration (FDA) on Friday authorized boosters of the Pfizer/BioNTech and Moderna COVID-19 vaccines for all adults. (Credit Image: © Michael Nagle/Xinhua via ZUMA Press)

(Lara Tomasetta – tpi.it) – È stata identificata una nuova sottovariante di Omicron. Diversi casi sono stati segnalati in India, Giappone, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Australia e Canada. La nuova sottovariante di Omicron è stata già denominata BA.2.75 e presenta le classiche mutazioni a livello della proteina Spike. Quello che preoccupa della variante BA.2.75 è la capacità di sfuggire agli anticorpi delle precedenti infezioni e che abbia maggiori capacità di bucare la protezione dei vaccini. A queste si aggiungono caratteristiche tipiche della variante Omicron, come la maggiore capacità di infezione e il minor impatto dei sintomi.

L’analisi della variante in questione è stata fatta nel dettaglio da Tom Peacock, virologo del Department of Infectious Disease all’Imperial College di Londra: BA.2.75 possiede 45 mutazioni in comune con BA.5 e 15 peculiari. Tra queste, 8 mutazioni nella spike. In particolare, differisce in modo apprezzabile rispetto al “genitore” BA.2 con due mutazioni chiave: G446S e R493Q. G446S, sintetizzano gli scienziati del Laboratorio di Evoluzione Proteine e Virus del Fred Hutch (Usa), è in uno dei più potenti siti di fuga dagli anticorpi indotti dagli attuali vaccini che ancora neutralizzano BA.2.

Al momento non si conosce molto altro, per gli effetti a lungo termine bisognerà studiare la variante e il modo in cui interagisce con diversi gruppi di persone vaccinate, non vaccinate, contagiate, guarite etc. Sappiamo però che gli esperti sono in allarme per l’elevato numero di mutazioni e la maggiore capacità di diffondersi aumentata, come tipico delle sottovarianti di Omicron.