(Nic. Car. – La Stampa) – Dopo aver sganciato la bomba, Domenico De Masi si è inabissato. Non ha più detto una parola, non ha risposto al telefono. Non ci sta a passare per quello che ha messo nei guai Beppe Grillo, per aver rivelato la confidenza del fondatore del Movimento 5 stelle, la telefonata in cui Mario Draghi gli avrebbe chiesto di disarcionare Giuseppe Conte dalla poltrona di presidente.

«Le cose che ha detto a me Grillo le aveva già raccontate ai parlamentari, erano già di dominio pubblico – spiega il sociologo -. Non ho svelato nulla di segreto, non sono un pettegolo e non faccio politica».

De Masi ricorda l’articolo uscito su La Stampa lo stesso giorno della sua intervista al Fatto Quotidiano, in cui si fa riferimento alla presunta sollecitazione del premier nei confronti di Grillo a «mollare Conte», raccontata dal comico ad alcuni parlamentari.

«Io sarò stata la quindicesima, forse la ventesima persona a cui lo ha detto – ricostruisce De Masi – dopo il nostro incontro all’Hotel Forum, ci siamo lasciati promettendoci di tenere tutto riservato e invece lui è andato a parlare con i gruppi e ha detto le stesse cose che ha detto a me. E da quel momento sono diventate pubbliche».

Nessuno, però, ha raccontato il retroscena mettendoci la faccia su un giornale: «La riservatezza è un fondamentale tra galantuomini. Non avrei mai fatto quell’intervista se Grillo non avesse già detto tutto ai deputati e ai senatori. Inoltre, Conte ha dichiarato che Grillo aveva parlato delle pressioni di Draghi anche a lui, ben prima che uscisse la mia intervista».

Poi il fondatore del Movimento ha detto di essere stato «strumentalizzato» e ha bollato come «cazzate» i dettagli usciti. Lo stesso premier ha smentito di aver fatto pressioni su Grillo per rimuovere Conte.

«Se è una bugia, è una bugia che Grillo ha detto a me, ai deputati e a Conte», precisa De Masi, che esclude che il post apparso sul blog di Grillo contro i «traditori» fosse diretto a lui: «Ce l’aveva con Di Maio», spiega.

Ma il futuro della loro amicizia è in dubbio: «Non ci siamo sentiti, ho avuto sempre un rapporto positivo con Beppe, ma se questo incrina l’amicizia, beh, pazienza».

“Non sono un traditore, non dipendo da Grillo”

(DI FEDERICO SORRENTINO – Il Fatto Quotidiano) – “Non sono un traditore”. Domenico De Masi torna per la prima volta sulla sua intervista pubblicata il 29 giugno dal Fatto Quotidiano in cui parlava di presunte pressioni ricevute da Beppe Grillo, da parte del premier Mario Draghi, per esautorare Giuseppe Conte al comando dei Cinque Stelle. De Masi non ci sta e prova a fare chiarezza, raggiunto telefonicamente dall’Adnkronos mentre si trova in vacanza a Ravello. “È la prima telefonata a cui rispondo dopo giorni”, spiega cercando di mettere in ordine i fatti. “Prima della mia intervista Beppe aveva già rivelato agli eletti e a Conte le pressioni ricevute da Draghi. Non ho svelato nulla di segreto, non sono un pettegolo e non faccio politica”.

Tutto inutile pare, perché nonostante le successive smentite della presidenza del Consiglio, e poi dello stesso Draghi, il Movimento ha vissuto ore di tensione e il governo ha scricchiolato. “Se è una bugia, è una bugia che Grillo ha detto a me, ai deputati e a Conte. Io non faccio vita politica, sono uno studioso e dei Cinque Stelle mi interessa la vicenda sociologica”, continua il sociologo che si definisce “sorpreso” per la piega presa dalla vicenda. “Non capisco perché quelle parole abbiano fatto scalpore. Ho parlato con Grillo all’Hotel Forum tra le 14 e le 16 del 27 giugno. Poi lui ha detto le stesse cose ai parlamentari, la mia intervista col Fatto è del 29 giugno e in quello stesso giorno anche La Stampa riporta le parole di Grillo ai parlamentari”. Da allora i rapporti tra i due sono tesi e l’amicizia pare incrinata: “Se ho sentito Beppe? No, ma non abbiamo bisticciato. Ho sempre avuto buoni rapporti con lui, ma non è una persona dalla quale dipende la mia vita affettiva e amicale. Se quanto successo dovesse incrinare l’amicizia, beh, pazienza…”.