La guerra in Ucraina rischia di provocare un nuovo cambiamento epocale, con il passaggio dalla cultura della pace alla cultura della guerra. Uno dei miei obiettivi è di richiamare l’attenzione su questo pericolo imminente.[…]

(DI ALESSANDRO ORSINI – Il Fatto Quotidiano) – La guerra in Ucraina rischia di provocare un nuovo cambiamento epocale, con il passaggio dalla cultura della pace alla cultura della guerra. Uno dei miei obiettivi è di richiamare l’attenzione su questo pericolo imminente.
Oggi ricevo la notizia che la Rai ha deciso di rescindere il mio contratto stipulato per sei puntate con Cartabianca per le mie analisi sulla guerra in Ucraina. Molte altre trasmissioni di informazione mi avevano offerto compensi ben superiori a quello della Rai. Ho scelto Bianca Berlinguer perché penso che sia una garanzia di libertà. Questa libertà va difesa.
Per questo motivo, ho annunciato di essere pronto a partecipare alla trasmissione di Bianca Berlinguer gratuitamente. In queste settimane, i principali organi di informazione mi hanno attribuito frasi e pensieri non miei. Non è necessario che chiarisca le mie tesi in questa sede. I lettori sono nella condizione di porre a confronto ciò che ho detto realmente in televisione con le falsificazioni diffuse da alcune tra le firme più (im)potenti del giornalismo italiano.
Vorrei, invece, sollevare alcuni problemi fondamentali relativi alla libertà di espressione in Italia in materia di sicurezza internazionale.
In primo luogo, i principali think tank italiani rispondono più alle logiche di partito che alla logica dell’indagine scientifico-sociale. La compenetrazione tra il potere politico-economico e i centri di ricerca sulla sicurezza internazionale fa sì che, in Italia, pochi conducano la critica della politica internazionale. La socializzazione di base nei think tank filo-governativi prevede che un giovane analista impari a dire che il prezzo del gas è salito o che Putin ha lanciato un nuovo missile. Sono pochi coloro che spiegano le cause nascoste dei conflitti internazionali o che si interrogano sulle forze profonde che muovono le decisioni dei governi. Oggi è obbligatorio dire che Putin è cattivo e Biden è buono. Ma nessuna società può liberarsi dalle distorsioni del potere avvalendosi di analisi sulla sicurezza internazionale di tal fatta. I finanziamenti del governo alla ricerca vanno benissimo. Nessuno dovrebbe mai vergognarsi di riceverli. Il problema si pone se quei finanziamenti creano schiere di analisti senza libertà costretti a temere per il posto di lavoro davanti alla più piccola critica verso le decisioni del governo. Il liberalismo nasce per proteggere i possidenti dallo strapotere dello Stato e il socialismo ha diffuso questa protezione in tutti gli strati della popolazione. Nessuno dovrebbe avere paura che lo Stato intervenga sui programmi televisivi in una società libera. Eppure, accade.
Un esempio di critica della politica internazionale è spiegare che l’Occidente ha attaccato gli interessi di Putin in Iraq, Siria, Libia, Iran, Venezuela, Ucraina, Georgia, e che ha sottovalutato tutti i segnali di guerra provenienti dalla Russia. Un altro esempio di critica della politica internazionale è chiarire che, se Putin cadrà in una condizione disperata in Ucraina, userà la bomba atomica contro quel Paese martoriato. Il che crea un paradosso: per ogni battaglia persa da Putin, siamo obbligati a preoccuparci di più e non di meno giacché le sconfitte russe ci avvicinano all’arma nucleare. Questo non è tifare per Putin; prevedere le sue mosse non significa approvarle. Significa, ben diversamente, ragionare criticamente per aiutare le persone a comprendere la complessità della tragedia caduta sulle nostre spalle.
Tale complessità non può essere compresa con una mentalità a codice binario. È sbagliato applicare le categorie della politica interna alla politica internazionale: un errore pericoloso che oggi commettono tutti i censori. Non è metodologicamente corretto analizzare lo scontro tra Putin e Zelensky secondo le categorie con cui interpretiamo lo scontro tra Prodi e Berlusconi o quello tra Conte e Salvini. I processi di pensiero devono essere riconfigurati. Queste conoscenze critiche accrescono la nostra libertà e la nostra consapevolezza. Tuttavia, sono dirompenti nei Paesi in cui gli analisti di politica internazionale sono abituati a ripetere ciò che dicono i ministri. Accade in Russia, in Cina, in Iran.
E in Italia? La censura incoraggia a ripetere pappagallescamente ciò che dice il potente di turno. Ecco perché l’invasione dell’Ucraina non è stata prevista, pur essendo facilmente prevedibile. Prevedere è impossibile senza criticare.
Finalmente uno chiaro ed intelligente.
Bravo Orsini mi piace.
Farò bella figura condividendo il suo articolo in Germania ed Australia x il momento. 😊
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“I processi di pensiero devono essere riconfigurati”.
Questo è il problema.
Nel confronto televisivo si nota
l’abisso tra il processo mentale del prof e quello che i suoi antagonisti,
se pure ne capissero l’estensione, oppongono con enfasi, tracotanza,
maleducazione e presunzione,
a controbilanciare la pochezza dei loro enunciati.
Il loro è un processo senza niente di mentale, risultato di anni ed anni di “ricerca” applicata, ben remunerata, per indurre i fruitori della TV, cittadini ed elettori, allo stesso risultato. Specializzati in appiattimento cerebrale.
Forza Orsini. Più di quanti possa immaginare sono con lei.
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“Un altro esempio di critica della politica internazionale è chiarire che, se Putin cadrà in una condizione
disperata in Ucraina, userà la bomba atomica contro quel Paese martoriato.”
vabbè almeno ha un futuro nei videogiochi distopici alla Stalker (che infatti è ucraino)
a: è da dimostrare che l’esercito russo stia perdendo nel perseguimento dei suoi obiettivi
(che dato mi pare non siano ancora ben compresi, o anche no, vengo in ogni caso piegati in
un racconto che non so se è aderente a quanto accade)
b: non mi è chiaro perché dovrebbe lanciare un attacco nucleare ad un paese che sino a ieri,
anzi oggi, dichiara popolato da persone fraterne e con legami inter familiari con i russi
e che inoltre potrebbe portare ad un inquinamento, data la vicinanza, dei territori della federazione
a meno di non credere che sia una sorte di Sansone v.2022, ma visto che l’oggi è l’epilogo di
cose che sta dicendo da decenni, nel tentativo di evitarle non essendo in mano sue, mi pare
che pensano davvero che sia malato terminale impazzito (pure questo da dimostrare)
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DOPO IL PETROLIO IRAQ SIAMO AL GAS UCRAINO ,COSA MANCA AGLI AMERIKANI PER ESSERE I PADRONI DELLA TERA .
SOLO UNA MASSA DI POLITICI CORROTTI E CORRUTTIBILI . IL PETROLIO ARRIVERA DIRETTAMENTE DALLIRAQ E IL GAS
DAL UCRAINA E IL GIOCO E FATTO TANTO PAGARLO DOBBIAMO.
SE TUTTI LE STRUTTURE STATALI E COMUNALI PROVINCIALI E ALTRI POSTI DA TROVARE INSTALLASSERO PANNELLI
SOLARI NON AVREMO BISOGNO DI COMPRARE QUANTO CI NECESSITA .MA SICCOME ABBIAMO DEI MINISTRI CHE NON
CAPISCONO NIENTE, CONTINUIAMO A FARCI CORROMPERE DA PAPPONI E BANCARI VARI…………..POPOLO BUE……..
D
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Marco Bo hai fatto delle buone critiche nel merito della questione, però la tua premessa è questa
“vabbè almeno ha un futuro nei videogiochi distopici alla Stalker (che infatti è ucraino)”
Perché?
Così facendo fai il gioco dei Parenzo dei Severgnini delle De Gregorio e via dicendo.
È proprio questa la distorsione del pensiero della informazione italiana.
A cosa serve questo piccolo insulto? Ad avvalorare la tua tesi? Credo proprio di no. Se dopo scrivi una cazzata resta una cazzata, se fai una buona critica (come io non ho fatto fatica ad ammettere) resta la buona critica, ma si è creato un qualcosa per alimentare un inutile dibattito
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Chiaro, preciso, puntuale, senza politichese. L’unico concetto un po’ più complesso è che i processi di pensiero devono essere riconfigurati, ma con una piccola riflessione è alla portata di Tutti.
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L’intelligenza umana non è una costante ma bensì una componente educativa .
Se Orsini fa una analisi di fatti antecedenti alla aggressione Russa in Ucraina con cognizioni storiche , nella tematica di geopolitica internazionale .
Molti dimenticano l’arroganza degli Stati Uniti nel voler essere l’ago della bilancia è continuano a giocare a Risiko . Tutta l’economia americana è fondata sul potenziale militare , ricattando il nemico del momento con le armi .
Quindi mi sembra abbastanza chiaro il concetto di Orsini quando afferma che : le guerre fatte negli ultimi 30 anni dall’America hanno intaccato le relazioni politiche economiche della Russia .
Per quale motivo la nato si deve allargare , in questa discussione quale politico italiano dal muro ad oggi ha preso una posizione netta e chiara . Oggi il campo di battaglia non è in Iraq o Libia ma in Europa e lo scontro è troppo rischioso per essere sottovalutato .
E vi è già la solita solfa come in Siria , Iraq , di eventuali armi chimiche come scusante per deliberare un eventuale intervento militare .
Se ciò dovesse succedere lo scontro no lo si fa con fucili e cavalleria ma con bombe atomiche è questo il dilemma .
E non so se esistono soldati come questo signore che fece : Stanislav Evgrafovič Petrov
Nei primi anni settanta venne assegnato all’organizzazione che sovrintendeva al nuovo sistema di allarme precoce che doveva rilevare i lanci di missili balistici da parte dei paesi NATO. Il 26 settembre 1983 identificò un falso allarme missilistico – prendendo difficili decisioni al limite delle sue prerogative e dei regolamenti preposti – evitando così il più che probabile scoppio di un conflitto nucleare mondiale.
Oggi quei missili hanno già i motori accesi
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al momento noi sappiamo solo quello che vogliono farci sapere
anche della sporca guerra in IRAQ, abbiamo saputo molto poco e quel poco lo dobbiamo a Chelsea Elizabeth Manning ed Assange.
Per esempio non sappiamo quanto stia aiutando gli ucraini il PENTAGONO con le sue strutture con funzione di intelligence, di coordinamento e strategia, quante e quali armi, quanti sono i contractors finanziati dagli USA, quanti sono gli infiltrati USA e UK.
Quali sono i piani segreti che si prefiggono, come e quanto viene manipolata l’opinione pubblica, quanti civili uccisi e distruzione si sono previssati prima di accettare dei compromessi.
Quali sono le trattative sotterranee e chi sono gli attori coinvolti.
Forse un giorno lo sapremmo o forse mai, dobbiamo sperare che qualcuno parli
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