Lo ha annunciato in una nota Viale Mazzini. Il professore della Luiss avrebbe ricevuto un compenso di 12 mila euro per sei puntate.

(tag43.it) – La Rai non darà seguito al contratto del professor Alessandro Orsini con la trasmissione Cartabianca condotta da Bianca Berlinguer. Lo ha annunciato il 24 marzo una nota di Viale Mazzini. «La direzione di Rai 3, d’intesa con l’amministratore delegato della Rai», si legge nel comunicato, «ha ritenuto opportuno non dar seguito al contratto originato su iniziativa del programma Cartabianca che prevedeva un compenso per la presenza del professor Alessandro Orsini nella trasmissione».
Il Foglio aveva parlato di un contratto di 12 mila euro per sei puntate
A rilanciare la notizia del compenso di «circa 2 mila euro a puntata» per sei puntate, un totale di 12 mila euro, del professore di Sociologia del terrorismo internazionale all’Università Luiss e noto per le sue posizioni morbide con Putin e la Russia era stato ieri Il Foglio. La notizia aveva scatenato le reazioni del Pd. Andrea Romano, chiedendo spiegazioni ai vertici dell’azienda, aveva definito «assolutamente inaccettabile che le risorse del servizio pubblico radiotelevisivo vengano utilizzate per finanziare i pifferai della propaganda di Putin». Oggi Romano ha definito il passo indietro della Rai «un’ottima notizia». «Il Servizio Pubblico Radiotelevisivo è tenuto a “coniugare il principio di libertà con quello di responsabilità”, anche nel cosiddetto “mercato degli opinionisti”. Soprattutto quando utilizza i soldi dei contribuenti #StandWithUkraine», ha twittato il deputato dem.
Il commento di Gianni Cuperlo
Sempre nel Pd diversa la reazione di Gianni Cuperlo. «Trovo francamente sbagliata la polemica riesplosa in queste ore sulla presenza di un esperto di politiche della sicurezza nello studio televisivo di Cartabianca, il programma di Rai 3 condotto da Bianca Berlinguer.», ha scritto Cuperlo su Facebook. «Il professor Orsini sostiene un punto di vista che non condivido, ma tra questo e chiederne l’espulsione dalle reti del servizio pubblico ne passa. Se davvero stiamo vivendo una tra le pagine più difficili e tragiche della storia di questo continente, e non solo, la sola cosa che dovremmo evitare è “armare” le parole, ridurre chi esprime un’analisi diversa e distante (talvolta radicalmente distante) a un avamposto mediatico del “nemico”. Forse (e mi si perdoni la retorica) se vogliamo disarmare il conflitto conviene, per prima cosa, disarmare il linguaggio e farsi carico, ammesso che ne siamo capaci, di una forza della persuasione che non si fonda su sottopancia e scomuniche, ma sulla capacità di difendere e promuovere i propri valori e le proprie convinzioni».
Per gli imbecilli che non hanno capito l’articolo di Veneziani sul PD, partito regime, sarà sufficiente questo fatto per aprire il cervelletto?
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Le epurazioni e i veti in rai sono ambidestri. Stavolta sarà toccato al pd ma cambia poco.
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spero che non venga sanzionata la rai per inadempienza
ma gli imbecilli, pusillanimi di chi la dirige
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Ormai non mi sorprende più nulla. Che gran parte della dirigenza PD sia questa roba qua, il vero Tiranno dell’informazione omologata e il Grande Servo del Potere Globalista Atlantico, è cosa nota.
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“La Rai cancella il contratto di Orsini dopo le polemiche e gli attacchi del Pd e dei renziani”
sottolineate la differenza tra PD e Renziani
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Ti ricordi quando Travaglio nostro parlava di PD derenzizzato?
Lo stesso che dire “pane defarinizzato”…
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Ma il PD infatti mica è derenzizzato. Ci sono elementi tipo Marcucci o Ansaldi, che ricoprono anche delle posizioni importanti, che sono renziani al 100%. Travaglio sperava in un PD derenzizzato, ma non gli ho mai sentito dire che lo sia
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concordo con ILMARTELLO
mi pare di ricordare che il suo fosse un auspicio
dovrei rileggere l’articolo
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Forse non sono stato chiaro MARTELLO:
si può defarinizzare la farina?
“Travaglio sperava in un PD derenzizzato, ma non gli ho mai sentito dire che lo sia”
“Se Di Maio vuole i voti del Pd derenzizzato e di LeU, glieli chieda. Poi vada a parlare con Martina e Grasso su un’offerta chiara, realistica, generosa e rispettosa della democrazia parlamentare”.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2018/03/15/gli-opposti-cretinismi/4227143/
Ne abbiamo discusso anche qui:
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D’accordissimo: non vedo l’ora di non vedere più in TV i Cerasa, i De Bortoli, i Giannini, le Sarzanini, tutti insieme appassionatamente senza contradittorio ma con lauto gettone di presenza.
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Povera Sinistra allo sbando, che brutto finale di partita…
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Ma se fossi d’accordo con Orsini,non avrei diritto pure io,visto che pago il canone a vedere rappresentato e discusso il mio pensiero?
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Bisogna rifiutarsi di pagare il canone visto che la informazione è solo di parte Lo paghi solo chi è contento.Ci vorrebbe una azione comune una class Action di tutti quelli che non sono d’accordo.Si trova un avvocato disposto a portarla avanti???
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👍
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russofobi , leggerlo vi fara’ bene , forse .
https://www.francocardini.it/minima-cardiniana-370-3/
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Arieccoli gli ossequiosi, servili ciambellani del servizio pubblico. Ed è cosí da mezzo secolo, ‘n altro pó.
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Ora salvate il soldato Orsini dai soldatini Nato-draghiani
Di Marco Lillo
24 Marzo 2022
Salvate il soldato Orsini. Il professore (collaboratore del Fatto) contrario all’invio delle armi in Ucraina è diventato il bersaglio preferito degli opinionisti che sostengono le scelte della Nato e del governo Draghi. Nei talk, giornalisti come Paolo Mieli, Mario Calabresi e David Parenzo, e i direttori dei think tank, come Paolo Magri dell’ISPI o Nathalie Tocci dello IAI, lo trattano come una quinta colonna di Putin.
Nathalie Tocci su La Stampa lo squalifica così (senza nominarlo) dopo un duello a Piazzapulita: “Ci sono competenze che sono poco attinenti alla questione. In che modo le valutazioni di un teorico della fisica (Carlo Rovelli?, ndr), di un filologo (Luciano Canfora?, ndr) o di un sociologo del terrorismo (Orsini?, ndr) aiutano a formare una posizione informata sulla guerra in Ucraina?”. E ancora: “Nel nome della libertà di opinione, e quindi della democrazia, si dà spazio alla opinione slegata dalla competenza, aprendo – consciamente o inconsciamente – alla disinformazione e alla propaganda. E infliggendo un colpo letale alla democrazia stessa”. Bum.
L’argomento dell’incompetenza, usato come uno sfollagente per escludere dai talk show gli intellettuali scomodi, non ha senso. Se a suggerire il compromesso con Hitler a Chamberlain nel 1938 fosse stato un esperto di geopolitica, quella scelta sarebbe divenuta più previdente? Se a suggerire a Churchill un approccio duro con la Germania fosse stato un sociologo del terrorismo, cosa sarebbe cambiato? Non stiamo parlando di vaccini o ingegneria, ma di guerra. Quel che conta è la capacità di analizzare e prevedere i fenomeni politici e militari con onestà intellettuale e competenza, non il titolo. Orsini sarà pure professore associato di Sociologia (in realtà dirige anche l’Osservatorio di Sicurezza Internazionale della Luiss) ma ha un titolo ‘di fatto’: ci ha messo in guardia su Putin prima di tanti esperti di geopolitica.
Il professore (filo Putin, secondo i critici) nel 2018, in un’audizione al Senato disponibile su Youtube, sosteneva che bisognava mantenere le sanzioni contro la Russia. La cosa più interessante però di quell’intervento non erano le conclusioni, ma l’analisi. Per Orsini la Russia era un animale ferito dalle mosse degli Stati Uniti in Siria, Iraq e Ucraina. Nel 2018 Putin – sempre per Orsini – considerava l’opzione dell’invasione dell’Ucraina, ma non aveva ancora deciso. Stava saggiando la capacità di reazione dell’Occidente e probabilmente in futuro avrebbe potuto decidere di sfondare le linee in Ucraina o sul fronte baltico. Ebbene, non abbiamo trovato in Rete un’analisi così netta e realista da parte dei tanti che oggi lo trattano con sufficienza.
Quel che conta alla fine è la capacità di formulare un’analisi corretta, obiettiva, fredda, magari sgradevole per il governo e l’opinione pubblica, ma utile. L’analista descrive, non prescrive. L’importante è che fornisca, possibilmente in anticipo, gli elementi necessari ai cittadini e ai politici per deliberare. Ecco perché, anche se come ho già scritto condivido le conclusioni di Tocci (sono favorevole alle armi agli ucraini), ritengo interessante l’analisi scomoda di Orsini almeno quanto quelle più ortodosse. Nessuno ha la verità in tasca in una materia così delicata.
Infine c’è un tema che deve essere accennato senza moralismi ma anche senza ipocrisie: i think tank ricevono contributi in varie forme dal governo, dalle amministrazioni pubbliche e dalle società controllate come Leonardo o Eni, società questa della quale Tocci è consigliere.
Certamente lo IAI è un ente autorevole che sforna studi importanti e la direttrice pensa le cose che dice in tv. Però è lecito domandarsi cosa accadrebbe se i vertici di IAI e ISPI decidessero improvvisamente di dare torto in tv alla Nato e a Draghi sulle armi all’Ucraina.
La ‘censura’ di Orsini per le sue idee da parte della Luiss, università autonoma ma fondata da Confindustria, non è un buon segno.
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Orsini chi?
Ah si, quel professore della Luiss che a un certo punto è apparso in tv a dire: “Putin ha già vinto, Zelensky arrenditi!”
Per me, sia chiaro, avrebbe tutto il diritto di continuare a dirlo, anche a 2000 euro a comparata, come si dice in giro.
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Santo pochissimo, loguasto totale vai a cagare
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L”editto “bulgaro” ordito dai QUAQUARAQUÀ piddini, questa volta non scandalizza nessuno? Nessun girotondo e/o popolo viola? Niente da dire , santoro?ed il plagiatore seriale saviano dal suo attico newyorchese ha perso l’uso della favella?
Lui, sempre senza peli sulla lingua ( che comunque non sarebbero suoi) non ha niente da dire?
Che miseri ominicchi
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“Polemiche di Pd, Italia viva e + Europa per il contratto della Rai ad Alessandro Orsini
I dem e i renziani all’attacco di viale Mazzini, dopo l’articolo del Foglio sul “compenso di circa 2mila euro a puntata” per “sei appuntamenti” al docente di Sociologia generale e Sociology of Terrorism dell’università Luiss”
Quello che fa specie e molto schifo è che nessuno degli “indignati ad personam” di cui sopra, non ha avuto niente da eccepire sui compensi dello “STATISTA, SCRITTORE E GRANDE POLITICO” sui suoi compensi, da senatore della repubblica, di un Principe di un paese straniero esempio di democraticità e guida del NUOVO RINASCIMENTO ed amico personale Mohammad bin Salman Al Sa’ud, noto difensore della libetà di stampa.
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