A Napoli gli intellettuali che hanno scritto a Enrico Letta per sollecitarne un no al terzo mandato del governatore-sceriffo Vincenzo De Luca, ringraziano il sindaco Gaetano Manfredi per aver concesso una sala del Pan al loro dibattito […]

(DI VIN. IUR. – Il Fatto Quotidiano) – A Napoli gli intellettuali che hanno scritto a Enrico Letta per sollecitarne un no al terzo mandato del governatore-sceriffo Vincenzo De Luca, ringraziano il sindaco Gaetano Manfredi per aver concesso una sala del Pan al loro dibattito. A Salerno vengono invece sfrattati dal Convitto nazionale Tasso “perché il Convitto non può essere coinvolto in azioni di parte”, spiega il Rettore, Claudio Naddeo, precisando di aver cancellato la presentazione del libro di Ernesto Galli della Loggia e Aldo Schiavone, in programma domani e poi spostata dagli autori in una libreria, perché nel Cda ci sono il Comune, la Provincia di Salerno (ovvero gli uomini di De Luca) e il Miur e “dopo gli articoli usciti in questi giorni sulla lettera a Letta abbiamo ricevuto apposite segnalazioni”. Tra i relatori, infatti, c’erano Isaia Sales, Aurelio Musi e Massimiliano Amato, tre promotori della lettera appello.

Bisogna partire da qui per capire a che livello è arrivato lo scontro che si sta consumando in Campania intorno al futuro di De Luca, anzi dai De Lucas (ricomprendendo il figlio vicepresidente del gruppo Pd alla Camera Piero De Luca) e al modello politico del deluchismo. Ieri a Napoli una cinquantina di napoletani che contano e pesano – tra cui un paio di arancioni di de Magistris, Alessandra Clemente e Donatella Chiodo – si sono ritrovati al Pan per ascoltare i firmatari dell’appello e ragionare su come allargare la crepa che si è aperta nel monolite del potere deluchiano. Letta, infatti, ha risposto, e c’è un dialogo con questo gruppo che ha sempre praticato il mondo dem, prima di fuggire inorridito davanti alla “anomalia democratica salernocentrica” di De Luca. Il primo effetto sono state le dimissioni del segretario campano Pd, Leo Annunziata. Si medita di sostituirlo con Stefano Graziano, ex consulente di Letta premier. “Ma non è accettabile un nome se condiviso con De Luca e calato dall’alto”, protesta il docente Marco Plutino. Sales è un sociologo esperto di camorra e nel suo intervento ha sostenuto l’esistenza di una “assonanza tra il clan di De Luca e i clan malavitosi: i legami di sangue, l’appartenenza a un territorio, la protezione dei sodali”. Il professore Massimo Villone non ha firmato l’appello, “ma ne condivido lo scopo: il terzo mandato a De Luca è incostituzionale”. Sipario.