A due anni dall’inizio della pandemia Covid-19, la maggior parte della popolazione mondiale sta assistendo a un significativo miglioramento delle infezioni, soprattutto dei ricoveri e dei decessi. […]

(Maria Rita Gismondo – Il Fatto Quotidiano) – A due anni dall’inizio della pandemia Covid-19, la maggior parte della popolazione mondiale sta assistendo a un significativo miglioramento delle infezioni, soprattutto dei ricoveri e dei decessi. La crisi è agli sgoccioli? Difficile rispondere. Il virus è stato, per molti aspetti, imprevedibile. La risposta è pertanto influenzata principalmente dall’approccio personale. Non abbiamo infatti parametri di riferimento standardizzati, possiamo solo cercare di trarre indizi dal passato, senza sottovalutare la lezione acquisita in questi due anni. “Una cosa che abbiamo imparato dalle pandemie”, dice Erica Charters, studiosa delle pandemie dell’Università di Oxford, “è che si tratta di processi lunghi e prolungati” che includono diversi tipi di finali che potrebbero non verificarsi tutti contemporaneamente nello stesso Paese, né a livello mondiale. La fine della pandemia infatti non è un fenomeno unico. Include una “fine medica”, quando la malattia si allontana, la “fine politica” quando le misure di prevenzione del governo cessano, e la “fine sociale” quando le persone escono sia socialmente sia psicologicamente dall’evento. Non sempre questi fattori coincidono. L’unica cosa che possiamo fare per avanzare un’ipotesi di “uscita” è analizzare più pandemie. La “spagnola” del 1918-192, che ha ucciso 50 milioni di persone in tutto il mondo, finì quando la società aveva sviluppato un’immunità collettiva, anche se il virus non è mai scomparso del tutto. Motivo questo per cui gli anziani si trovarono meglio protetti dei giovani. La storia ci riferisce vecchie pandemie finite miracolosamente, all’arrivo di una pioggia o di qualche altro fenomeno naturale. In realtà, consultando le testimonianze, risulta che le pandemie mostrano una attenuazione con il passare del tempo, quando la popolazione generale ha sviluppato l’immunità. Divengono spesso l’influenza stagionale degli anni successivi. Questo tipo di modello è probabilmente ciò che accadrà anche con il coronavirus che, grazie alla sua diffusione, aggiungerà all’immunità vaccinale, quella naturale, traghettandoci verso una presenza diversa.
Come finisce una pandemia, e come rimangono le misure di emergenza.
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A vedere quanti morti ci sono ancora ogni giorno, io questa fine proprio non la vedo.
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più che i morti, al momento, sono i contagi che sono in risalita
ad oggi, su base settimanale, siamo a 379.792 contagiati,
dopo due settimane appena di sopra i 270.000
i primi, come aumento, arriveranno dopo
su base settimanale ad oggi sono 976
(settimane precedenti >1400 e >1200), per cui la riduzione c’è
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Ancora tanti… vorrei leggere numeri giornalieri da 1 cifra, al massimo due se la prima è 1. Non quasi 140!
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Ma il problema italiano è: quando sarà che Draghi non avrà più bisogno di governare come un monarca assoluto con l’alibi dell’emergena sanitaria? E quando sarà che Conte si deciderà ad andare all’opposizione senza trincerarsi sotto l’alibi che “in tempo di pandemia non si rovescia un governo” (come se il suo non fosse stato rovesciato proprio in tempo di pandemia!) e smetterà di ripetere la balla che “Dentro il Governo si difendono meglio le leggi fatte dal M5”, fandonia certamente inventata da Grillo, come il ‘Draghi grillino’ o il Cingolani che ‘fa la transizione ecologica’, e che viene ripetuta ormai solo da chi nega l’evidenza dei fatti
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