Il ministro degli Esteri: ben vengano nuove sanzioni. Missione in Congo e Angola per il gas. Ora va messa in piedi una tregua umanitaria

(Monica Guerzoni – corriere.it) – Rientrato dalla Turchia, Luigi Di Maio è decollato verso il Congo e poi l’Angola per una doppia «missione energetica» con l’ad di Eni, Descalzi. I negoziati ad Antalya sono falliti eppure il ministro degli Esteri vede «piccoli passi». La via della pace è sepolta dalle macerie, ma l’ex vicepremier confida nella resistenza di Zelensky: «Un eroe mondiale che merita di essere ascoltato al Parlamento italiano, anche se le cose che ci dirà non siamo disponibili a farle». E guarda con attenzione alla reazione del popolo russo: «L’Italia deve continuare a sostenere l’indebolimento e l’isolamento internazionale di Putin. Se continua così condanna alla morte economica il suo popolo, che protesterà sempre di più».
L’Italia cosa chiede a Putin?
«Deve dimostrare di volere davvero quello che sta dicendo. Sono d’accordo con Draghi, fino ad ora Putin non ha dimostrato di volere la pace. I temi della neutralità dell’Ucraina, della denazificazione, dei territori del Donbnass e della Crimea sono scuse, o basi negoziali? È Putin a doverlo dimostrare».
Non teme un’escalation ancora più drammatica?
«Per evitarlo dobbiamo indebolire pesantemente Putin. Ben vengano il quarto pacchetto di sanzioni e tutte le iniziative che servono per indebolire l’economia russa. Contesto chi dice che non stanno funzionando, l’impatto delle sanzioni è clamoroso. La Russia rischia il default. Più sarà indebolita l’economia russa, meno Putin potrà finanziare questa guerra».
Le immagini dell’ospedale di Mariupol hanno scioccato il mondo. Il popolo ucraino può aspettare i tempi della diplomazia?
«Quelli che abbiamo visto fare all’esercito russo sono attacchi brutali, disumani, inaccettabili. Abbiamo fatto bene a presentare istanza alla Corte penale internazionale per verificare se siamo davanti a crimini di guerra. Nel sostenere la soluzione diplomatica non voglio apparire slegato dalla realtà, ma è l’unica soluzione per evitare che il conflitto dilaghi. Ovviamente le preoccupazioni ci sono tutte, non a caso abbiamo deciso di dislocare sul confine Est della Nato più aerei e più truppe».
L’Italia è in guerra?
«No. Noi facciamo tutte le azioni diplomatiche che servono per evitare che la guerra arrivi in Europa, ma non entriamo in conflitto. È stato chiaro Biden e lo siamo stati noi, chi dice che l’Italia è in guerra afferma una cosa errata. Ho incontrato il segretario della Nato Stoltenberg e abbiamo ribadito che non ci sono i presupposti per una No fly zone né per dare a Kiev aerei da combattimento. Si rischierebbe di far scattare una guerra mondiale».
Quanto è alto il rischio nucleare?
«Gli attacchi alle centrali sono inquietanti e fanno parte della strategia di Putin, serve massima cautela. Ma ad oggi non c’è un rischio, lavoriamo per evitare che la Nato entri nel conflitto. Tutti gli attori che lavorano a una mediazione vanno ascoltati, anche la Cina, che al di là delle differenze che non abbiamo dimenticato può avere un ruolo importante. La Turchia è molto avanti. Portando Lavrov e Kuleba al tavolo di Antalya ha aperto un percorso».
I negoziati si sono conclusi con un nulla di fatto?
«Purtroppo i tempi della diplomazia non sono quelli delle bombe, ma in Turchia ho visto novità importanti. Piccoli passi, però preziosi. I due ministri russo e ucraino sono disponibili a rivedersi. Il secondo passo è che Putin è disponibile a incontrare Zelensky. L’incontro deve essere preparato, perché ci sia l’opportunità di arrivare a dei punti di mediazione».
Cosa dovrà esserci sul tavolo, oltre alla neutralità dell’Ucraina?
«Le condizioni di neutralità deve porle l’Ucraina, ma se si dovesse arrivare a quel punto di caduta servirà un accordo internazionale con dei garanti. L’ambizione di Zelensky di portare l’Ucraina nell’Ue è più che legittima, ma l’Unione non deve essere un tema divisivo al tavolo».
La Ue non vede corsie preferenziali per l’adesione dell’Ucraina, ma intanto la gente muore.
«Ci sono Paesi che aspettano da 10 anni, però il tema Ucraina deve essere affrontato con la massima velocità nel rispetto pieno dei trattati. Dobbiamo sostenere con forza che siamo pronti ad attuare la risoluzione del Parlamento Ue, che chiede di riconoscere lo status di candidato».
I 27 sono timidi e divisi pure sul Recovery di guerra?
«Non dobbiamo meravigliarci che ci siano sensibilità diverse, ma ricordiamoci che sul Next Generation Ue per finanziare la ripresa dalla pandemia ci vollero 4 mesi, ma trovammo la quadra. Versailles è un vertice importante, mai abbiamo visto una Ue così compatta. E l’azione sulla protezione temporanea dei migranti è un fatto storico».
Draghi è isolato?
«Ci mancherebbe altro, l’Italia è pienamente attiva e protagonista, anche con proposte a livello Ue. Non si scambi per inattivismo il lavoro assiduo e riservato che stiamo facendo in sintonia con i nostri partner. Draghi ha sentito più volte Zelensky e altri capi di Stato che possono incidere sulla trattativa. Anche io ho avuto importanti interlocuzioni con i ministri indiano, cinese, israeliano e turco. Ora il tema è mettere in piedi un tavolo per la tregua umanitaria patrocinato dalle Nazioni Unite, con Croce rossa e Unhcr, per negoziare un cessate il fuoco, non di poche ore, che consenta di evacuare migliaia di persone».
Qual è il piano italiano per accogliere i profughi?
«Lunedì porterò in Moldavia 8 milioni in beni della Cooperazione allo sviluppo per sostenere uno dei Paesi di confine che sta subendo flussi importanti. Come Esteri firmeremo un accordo di 10 milioni di euro di supporto per gestire l’emergenza profughi. Poi volerò in Romania, il cui confine è a pochissimi chilometri da dove le navi russe e ucraine si stanno scontrando al largo di Odessa».
La Farnesina aveva sconsigliato a Salvini il viaggio (sfortunato) in Polonia?
«No, assolutamente. Ognuno è libero di agire come crede e risponde delle proprie azioni, ma noi sosteniamo le organizzazioni internazionali che sono sul campo per salvare i cittadini ucraini. Ci sono tanti modi in cui la politica dimostra di essere solidale, anche restando in Italia. Ho ringraziato il sindaco Nardella, presidente di Eurocities».
A Firenze il M5S non ci sarà e alcuni esponenti, come Petrocelli, restano ambigui verso Putin.
«La linea del M5S in politica estera è univoca, chiara ed è stata ribadita dal presidente Conte. Ci saranno parlamentari del M5S a Firenze, Napoli e in altre parti d’Italia».
Dopo Algeria e Qatar lei andrà in Congo e Angola.
«Dobbiamo negoziare per compensare 29 miliardi di metri cubi di gas che viene dalla Russia. Tra Congo e Angola abbiamo l’opportunità di recuperare le quote di gas naturale liquefatto che ci servono per diversificare le fonti di energia e far scendere i prezzi. Sono ottimista, siamo sicuri che andrà bene e che aggiungeremo altre quote a quelle molto importanti di Qatar, Algeria e Libia. Con prudenza, penso che saremo in grado di superare le criticità riguardo alla rigassificazione italiana e di arrivare all’inverno con un piano di sicurezza energetico che ci consentirà di affrontare anche nuove sanzioni».
oramai è in trance delirante
forse gli USA gli hanno promesso la Greencard
solo che con le sue dichiarazioni sta avvelenando i pozzi
con chi trattiamo dopo?
perchè ci sarà un dopo
pensa forse che improvvisamente la Russia si alleerà con la Nato?
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Fortuna che l’italia al solito non conta una mazza, quindi qualunque cosa dica non viene neanche presa in considerazione
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E andato! Non c’è più speranza……ma forse il suem
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Fortuna che lui e l’italia non conta una mazza, DELUSIONE TOTALE NN LO VOTERò MAI PIU
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È andato!!! Questo non lo recuperi più.
Cosa aspettano ad espellerlo……forse il SUEM
ultima speranza.
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il premier israeliano la pensa diversamente
https://www.jpost.com/israel-news/article-701041
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“Prime Minister Naftali Bennett told Ukrainian President Volodymyr Zelensky that he recommends Ukraine take the offer made by Russian President Vladimir Putin to end the war – which includes many Ukrainian sacrifices – in a phone call on Tuesday, according to an official in Ukraine’s government.
According to the official, Zelensky did not take Bennett’s advice.
The source claimed that the phone call was initiated by Bennett. “If I were you, I would think about the lives of my people and take the offer,” Bennett reportedly said. ”
” Se fossi in te, penserei alle vite del mio popolo e accetterei l’offerta”.
E sarebbe finita lì!
Ma lo “spettacolo” deve andare avanti…
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La faccenda dell’ospedale pediatrico mi lascia perplesso.
Se è vero, come dice Lavrov, che 3 gg prima avevano avvisato l’ONU che quella struttura era diventata una base militare (sottinteso stiamo per bombardarla), gli ucraini avrebbero dovuto immediatamente trasferire le pazienti da altra parte.
E’ molto grave che siano state lasciate li sapendo che i russi consideravano quell’edificio un rifugio militare ucraino.
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Se è vero…. come dice Lavrov!
Ha ha ha
Divertente.
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Ancora più “divertente” il silenzio ONU – NON smentire Lavrov immediatamente, perchè questi avvisi NON si fanno tramite telefono
e le smentite si fanno IMMEDIATAMENTE
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Di Maio ormai ha perso completamente la testa. Ovviamente il sistema fa il tifo per lui. Se si reimpadronisce del M5S è la fine dello stesso M5S. Guarda caso a Napoli TAR e Consiglio di Stato hanno preso decisioni, mai prese prima, per appoggiare questo disegno. È giunto il momento che Conte scenda in campo di persona con una sua lista
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Dategli un sonaglino e una matrioska per giocare a sto “pigmeo” della politica, che faccia meno danni…
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Questo caso umano (ci vule l’esorcista ormai), ha capito che più fa il burattino del potere e più fa carriera e viene elogiato dalla propaganda.
Nel mondo irtuale dei media fa passi avanti, mentre nella realtà sprofonda.
Una volta venduta l’anima, tantovale godersela fino alla morte, e non pensare al dopo.
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a sto stratega pomiglianese , G. Cesare , Gengis Kan , Alessandro il grande e Napoleone gli fanno un baffo ..
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gigino o bibitaro, un nome tagliato su misura,
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aveva proprio ragione Victor Hugo: “ci sono servi (degli ameri cani) che pagherebbero pur di servire!
o, detto altrimenti: ce gente (ggiggggino o bibitaro) che pagherebbe (gli ameri cani) per vendersi!!!
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E pensare che ho contribuito attivamente a far si che questo rifiuto umano, gigino o bibitaro, divenisse un rappresentante delle istanze del mv5s, e che il rifiuto umano ha bellamente sovvertito divenendo un seguace del potere,
PS, possibile che lo zio Sam abbia scoperto che nella cariola dei calcinacci di famiglia si celasse altra sostanza? Altrimenti non si spiega la stupidità di Gigino.
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L’ unica condanna economica certa, almeno per quanto mi riguarda, è che Di Maio sarà costretto a trovarsi un lavoro, rispetto a quello attuale di servire ai tavoli, internazionali, senza bibite. …..
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Il peggiore degli animali è un quello che dopo essersi saziato , si avventa e aggredisce coloro che gli hanno dato di che sfamarsi.
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Com’è che diceva il fine analista politico de ‘sto cazzo, Jonny Dio, con a seguito il codazzo di maggioranza di Infosannio, su Di Mario: almeno non arrubba?
Quanti cadaveri, mai stati realmente vivi, trasportati dalla corrente… Basta saper aspettare…
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“almeno non arrubba”.
Ah ah ah
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Perché non “arrubbare” doveva essere la condizione NECESSARIA MA NON SUFFICIENTE.
L’altra era la COMPETENZA.
Ma ai 5S è bastata la “casalinga di voghera” proposta da Grillo.
Ora il nostro futuro energetico dipende in parte anche dai comportamenti della casalinga di Voghera.
Non mi trovo molto distinte dalla posizione di Di Maio, l’unica cosa che mi preoccupa è che a rappresentarla è lo stesso Di Maio.
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“Non mi trovo molto distinte (sic) dalla posizione di Di Maio”:
fatti una domanda e datti una risposta!
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X Gatto:
E pensa che J.Dio è anche un grande intenditore di musica, specie se si parla di Holy Diver e della Pausini (che non distingue da Battiato)…
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Lo indebolisce lui – sempre a mani nude, s’intende.
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Il problema di stare seduti in riva al fiume in un periodo di siccità è stressante,
I cadaveri si stanno ammassando e molti sono in stato di decomposizione,
Va a finire che saranno mangiati da pantegane corvi e avvoltoi e spariranno nel nulla.
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NORD-AMERICA 12 Marzo 2022 17:00
La Bretton Woods 3 sta nascendo sotto i nostri occhi
Pasquale Cicalese
La Bretton Woods 3 sta nascendo sotto i nostri occhi
Tasso di inflazione a febbraio in Cina pari alo 0.9% (5.9% area euro), tasso di inflazione alla produzione Cina 8.8% (Germania a gennaio 17.8%). Inflazione core Cina 1.1%. Aumento mensile dello 0.5% dovuto a energia e materie prime.
La Cina para la tempesta mondiale inflazionistica mondiale dovuta al boom delle materie prime. Il differenziale inflazionistico a livello di produzione con la Germania le erode a quest’ultima quote di mercato, avendo ormai la Cina raggiunto target tecnologici quasi alla pari.
Come sostenevo giorni fa il differenziale inflazionistico Cina-Area Euro e Cina-Usa pone quest’ultimo in vantaggio a livello industriale, prova la performance delle esportazioni a gennaio-febbraio che hanno battuto le stime, con boom surplus commerciale.
L’area euro intanto si prepara a nuovi strumenti finanziari per sostenere la base industriale attraverso il protezionismo fiscale (aiuti alle grandi imprese, mentre li si manda alla deriva le piccole). La guerra commerciale continua e sembra che la Cina, terzo attore globale nello scontro Usa Russia, si avvantaggi, come avevo sostenuto due settimane fa nel blog .Il surplus commerciale serve loro per penetrare nel mercato russo. Ieri la notizia che colossi pubblici cinesi, sotto la guida del governo, sono in trattative con il governo russo per aumentare /entrare in colossi energetici industriali russi.
L’asse Mosca_Pechino ha un risvolto industriale con effetti mondiali. Questi accordi probabilmente serviranno ai cinesi ad ottenere contratti a lungo termine a prezzi inferiori in modo che il differenziale inflazionistico con l’Occidente aumenti e dunque ,assieme al salto tecnologico, possa eroderle quote di mercato.
Il dato dell’inflazione cinese allo 0.9% a febbraio, considerate le turbolenze nelle materie prime, lascia loro spazi. Infatti il governo ha fissato per il 2022 un tasso di inflazione al 3%. Qualora il tasso di inflazione reale si mantenesse nella forchetta 0-9-1,5% avrebbero enormi spazi in termini di politica monetaria espansiva, soprattutto taglio alle riserve obbligatorie delle banche cinesi, ora al 20% (il massimo mondiale).
Ciò porterebbe a raggiungere il target di crescita fissato al 5.5%, nel mentre l’Occidente si ritroverebbe in uno scenario di produzione, investimenti e consumi simili alla pandemia, se non peggio, qualora la situazione non volgesse a soluzione. In ogni caso la Cortina di Ferro è stabilita, anche a livello commerciale. Da qui si spiega l’atteggiamento di Francia e Germania (oltre che di Olanda, che non vuole perdere la rotta marittima che porta a Rotterdam) nei confronti della situazione.
Ieri Guido Salerno Aletta scriveva che vi è un blocco (rispetto a quanto succede in Ucraina) tra Israele, Turchia, Iran (sembra assurdo), Cina, Russia, Francia e Germania, volto alla negoziazione. Dall’altra parte Usa, Uk, e Italia, volto allo scontro aperto.
Oggi nella rubrica Rosso e Nero lo strategist Alessandro Fugnoli parla di Bretton Woods 3 con queste considerazioni: “La terza Bretton Woods, che sta nascendo sotto i nostri occhi in questi giorni, vede la creazione di due sistemi paralleli che rispecchiano la divisione del mercato globale delle materie prime in due blocchi. Nel primo, il nostro, le materie prime trattano a prezzo maggiorato e creano inflazione. Nel secondo la Cina (cui si aggiungerà probabilmente l’India) compra le materie prime russe a forte sconto e mantiene stabili i suoi prezzi. Le materie prime acquistate possono servire alla produzione cinese, ma possono anche essere accumulate in scorte strategiche che vanno a sostituire le riserve valutarie di carta americana. Il risultato è la creazione in prospettiva di un nuovo blocco valutario in cui la moneta è garantita da materie prime e oro”.
Nel libro Piano contro mercato sostenevo nel 2015 che la Banca Centrale cinese, Pboc, era intenzionata ad aumentare le riserve in oro, piano portato avanti in tutti questi anni attraverso la dismissione di Treasury Bond Usa per 300 miliardi e mediante stoccaggio di materie prime, energetiche, industriali e agricole, specie con la pandemia dove i prezzi crollarono. Dunque la Cina sin dal 2015 si preparava ad uno scenario di de-dollarizzazione. Il blocco russo.indo.cinese è completo, materie prime, industria, popolazione, consumi. Può far fronte al blocco occidentale, specie se si aggiungono altri paesi della Conferenza di Bandung, e sovrastarli. L’asset inflation e la deflazione salariale cinquantennale, vista come guerra di classe ai salariati, mostra il suo boomerang.
L’Occidente è ormai privo di armi, l’immissione di liquidità e la delocalizzazione, associata alla bassa crescita di questi decenni, sono un mix micidiale. Certo, si potrà rispondere con le armi, ma forse sono armi spuntate. Le turbolenze saranno continue nei prossimi anni. Il nostro Paese deve decidersi che fare, ritornare ad una prospettiva di semi neutralità, come nella
Prima Repubblica, o perire. Certo, nel far questo, occorre fare piazza pulita di chi c’è stato negli ultimi 30 anni, a tutti i livelli. Pena la morte industriale.
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manca un pezzo
Bretton Woods II
Se gli Stati Uniti non prenderanno iniziative per ridurre il loro bisogno di finanziamenti esterni, prima che questo processo esaurisca la disponibilità delle banche centrali a continuare ad accumulare riserve in dollari – e se il resto del mondo non prenderà provvedimenti per sostenere la propria crescita riducendo la sua dipendenza da un’espansione insostenibile della domanda interna statunitense – il rischio di un capitombolo degli Stati Uniti e dell’economia globale continuerà a crescere. Gli aspetti fondamentali di questa caduta sono facili da immaginare: una ripida discesa del valore del dollaro statunitense, un rapido aumento dei tassi di interesse a lungo termine e un forte calo del prezzo di un ventaglio di asset di rischio tra i quali il settore azionario e quello immobiliare. L’assestamento dei prezzi di tali asset porterebbe poi a un significativo rallentamento negli Stati Uniti, mentre la caduta delle importazioni negli Usa correlata al rallentamento americano assieme alla caduta del dollaro porterebbero a un significativo rallentamento globale, se non addirittura a un’immediata recessione.
infatti poi arrivò il 2008 con i subprime
IL 2011 con i PIIGS, l’uccisione economica della GRECIA
e la classe lavoratrice e la classe media ITALIANA
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per chi vorrebbe saperne quancosa in più:
https://www.coindesk.com/podcasts/the-breakdown-with-nlw/the-bretton-woods-iii-thesis/
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Seriamente: ma non viene un pò di prurito alle mani quando vedete Di Mario in TV? Anche in fotografia.
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